Pio IX e l’anacronistico attaccamento al potere temporale
Può essere ricordato per il suo pontificato di 31 anni, 7 mesi e 23 giorni, il più lungo della storia della Chiesa cattolica, dopo quello attribuito a san Pietro, ma anche per l’attaccamento al potere temporale che ha avuto un impatto negativo nella storia del nostro Paese. Giovanni Maria Battista Pietro Pellegrino Isidoro Mastai-Ferretti nacque a Senigallia (Ancona) il 13 maggio 1792 da famiglia nobile. Durante l’infanzia soffrì di attacchi epilettici per un pregresso trauma cranico. Scomparvero nell’età adulta e la guarigione che fu attribuita alla Madonna di Loreto. Dopo gli studi classici nel collegio dei Nobili di Volterra, fu ordinato sacerdote a 23 anni. Dodici anni dopo fu nominato Arcivescovo di Spoleto. Quando la città insorse nel 1831, inviato come delegato straordinario, convinse i generali pontifici a non aprire il fuoco e ai rivoltosi concesse, alla deposizione delle armi, soldi e passaporti. Tale atteggiamento di moderazione contribuì, quando fu eletto papa nel 1846, col nome di Pio IX, a far pensare ai patrioti italiani che fosse uomo di idee liberali e aperto alla causa nazionale. Ma si ricredettero presto. Nel 1848, concesse allo Stato Pontificio la costituzione che precedeva due Camere Legislative e apriva le istituzioni (sia legislative che esecutive) ai laici. Ma in quell’anno in tutta l’Europa scoppiarono insurrezioni e a Roma fu proclamata la Repubblica romana. Nella costituzione vennero confermate ampie garanzie di culto al pontefice, ma Pio IX si rifiutò di trattare e si rifugiò a Gaeta supplicando le potenze straniere affinché gli fosse restituito il potere temporale. L’imperatore Napoleone III rispose all’appello e inviò un corpo di spedizione di 7mila soldati che dopo un’aspra resistenza occuparono la città il 30 giugno 1849. Il rientro a Roma di Pio IX avvenne un anno dopo aver visitato le varie località dello Stato pontificio. Si stabilì in Vaticano: l’accoglienza fu variabile da indifferenza ad entusiasmo. Seguì una profonda opera di restaurazione, fu abolita la costituzione della Repubblica romana, reintrodotta la pena di morte con numerose esecuzioni pubbliche, abbattuta la statua eretta in memoria di Giordano Bruno, ripristinato l'isolamento degli ebrei nel ghetto con relativi balzelli e divieti. Nel 1852 il pontefice intervenne nella storia del Risorgimento con un gesto che sollevò il disprezzo dei patrioti italiani: le autorità austriache avevano richiesto la riduzione allo stato laico di don Enrico Tazzoli, l’eroico patriota mantovano, per poterlo condannare a morte. La richiesta fu respinta dal vescovo di Mantova, ma Pio IX l’autorizzò. Nel decennio successivo si dedicò all’amministrazione dello Stato pontificio che nel 1953 era il terzo Stato italiano per superficie e popolazione, dopo il Regno di Napoli e il Regno di Sardegna. Alla fine degli anni 50 si manifestarono insofferenze al dominio papale in varie città del pontificato e nel 1859 la Romagna fu annessa al Regno di Sardegna. L’episodio più grave si verificò a Perugia: la città insorse e venne instaurato un governo provvisorio. Per sedare la rivolta furono inviati duemila mercenari svizzeri comandati dal colonnello Schmidt. Il segretario di Stato di Pio IX, il cardinale Antonelli, conservatore e anti-liberale, difensore del potere temporale della Chiesa, autorizzò la repressione e il saccheggio. Entrati in città fecero strage dei rivoltosi, senza risparmiare donne o bambini. L’evento passò alla storia come le “stragi di Perugia” ed ebbe risonanza internazionale. Come ricompensa. Pio IX, promosse lo Schmidt a generale di brigata e il cardinale Pecci (futuro Papa Leone XIII) celebrò solennemente i funerali dei mercenari caduti, con l'iscrizione sul catafalco funebre Beati mortui qui in Domino moriuntur (Beati i morti che muoiono nel Signore). Nel 1860 le truppe papali furono sconfitte dall’esercito sabaudo a Castelfidardo, Marche e Umbria vennero annesse con un plebiscito al Regno di Sardegna, il territorio posseduto dalla Chiesa ridotto al solo Lazio. Vittorio Emanuele si era impegnato con l'imperatore francese a non attaccare Roma. Il 17 marzo 1861 venne proclamato il Regno d'Italia e Il giorno seguente, Pio IX si rivolse così in un'allocuzione ufficiale a Vittorio Emanuele. «Da lungo tempo si chiede al Sommo Pontefice che si riconcili con il progresso e con la moderna civiltà. Ma come mai potrà avvenire un simile accordo, quando questa moderna civiltà è madre e propagatrice di infiniti errori e di massime opposte alla fede cattolica?» Nel dicembre 1864 fu pubblicata l'enciclica Quanta Cura e Il Sillabo, che indicava gli errori non conciliabili con la fede cattolica, tra i quali il liberalismo. Nel 1869 furono organizzate le celebrazioni per il giubileo sacerdotale di Pio IX e il 7 dicembre si aprì il Concilio Vaticano I, durante il quale fu formulato il dogma dell'infallibilità del Pontefice, ancora oggi messo in discussione da illustri teologi. Nel 1870 Napoleone III fu sconfitto nella guerra contro la Prussia e si decise di risolvere la “questione romana”. Vittorio Emanuele II. inviò una lettera a tutte le potenze europee nella quale si esponevano i motivi della futura presa di Roma, ribadendo però le garanzie e le tutele alla persona del Sommo Pontefice. Per sondare gli animi venne inviato a Roma il conte Ponza di San Martino, ma sia il cardinale Antonelli che Pio IX, ribadirono la non accettazione dell'inclusione dei territori della Santa Sede nel neonato Regno d'Italia. A metà settembre del 1870 due divisioni dell’esercito italiano al comando del generale Cadorna entrarono a Roma attraverso la breccia di porta Pia. Negli scontri caddero 49 soldati nell’esercito sabaudo e 19 tra quelli del pontefice. Vista la disparità delle forze Pio IX ordinò la resa e si ritirò nel Vaticano rifiutando di riconoscere il nuovo Stato considerato illegittimo e dichiarandosi prigioniero politico. Nel maggio successivo fu promulgata la legge delle guarentigie con la quale lo Stato italiano stabiliva unilateralmente i diritti e i doveri dell'autorità papale. Negli anni successivi Pio IX insistette nella sua ostilità al Regno d’Italia. Nel settembre 1874 promulgò l’editto Non expedit, espressione latina che significa “non conviene”, con il quale veniva vietato ai cattolici italiani di partecipare alle elezioni politiche del Regno d’Italia e in generale alla vita politica nazionale. Il solco tra Vaticano e Stato Italiano era profondo: nel gennaio 1978 Vittorio Emanuele II era in punto di morte, Pio IX revocò la scomunica e inviò monsignor Marinelli per i sacramenti. Il prelato non fu ricevuto. L’editto Non expedit rimase in vigore fino al 1919 e la situazione invariata fino all’accordo bilaterale sottoscritto nei Patti Lateranensi nel 1929 sotto il pontificato di papa Pio XI col regime fascista. La conclusione definitiva avvenne nel 1947 con l’articolo 7 della Costituzione italiana: lo Stato e la Chiesa cattolica sono indipendenti e sovrani e i loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Papa Pio IX morì a Roma il 7 febbraiio1878 ed è sepolto nelle Basilica di San Lorenzo a Verano. È in corso la causa della sua canonizzazione (La canonizzazione è la dichiarazione ufficiale della santità di una persona defunta da parte di una confessione cattolica o ortodossa). È una decisione incomprensibile per un laico tenute presenti le decisioni prese durante il pontificato (sacrifico di Tazzoli, stragi di Perugia, esecuzioni capitali, antisemitismo). Per uno storico l’ostilità verso lo Stato italiano ha rappresentato un fattore negativo per lo sviluppo quest’ultimo. Come politico Pio IX appare un deciso fautore della supremazia dei regimi teocratici e sono ben noti gli aspetti negativi che comportano questi regimi in termini di soppressione dei diritti delle popolazioni che governano, e della esportazione di fanatismo nel mondo.
Alberto Dolara |
Pubblicazioni mensili
Nuovo Monitore Napoletano N.202 Ottobre 2025
Miscellanea Storia e Filosofia Mario Borzaga e la missione cristiana da Napoli Come il popolo palestinese è diventato categoria astratta Internati italiani: un’altra forma di Resistenza La società napoletana durante l’occupazione alleata (1943-1945) Napoli 1938-1943, immagini mai viste della città in guerra Pio IX e l’anacronistico attaccamento al potere temporale
Libere Riflessioni L'atomica sociale: come il neoliberismo ha devastato il Giappone più delle bombe nucleari Possibilità e probabilità, prolegomeni alla certezza Una riflessione di William Dalrymple su Gaza I pericoli della globalizzazione Riduzione del consumo di alcol nel mondo. Bacco rimarrà ancora tra noi? Grecia: il modello della subordinazione si evolve ancora Ranucci, una bomba per tutti noi Nobel per la pace 2025, lettera di corsa per il Venezuela
Filosofia della Scienza Un dialogo tra Popper e Lorenz
Cultura della legalità Vittime innocenti. Ottobre 1862-2019
Statistiche
La registrazione degli utenti è riservata esclusivamente ai collaboratori interni.Abbiamo 1074 visitatori e nessun utente online |



Papa Pio IX è stato il 255º vescovo di Roma, capo della Chiesa cattolica dal 1846 al 1878 e 164º e ultimo sovrano dello Stato Pontificio dal 1846 al 1870.