Trump in caduta libera: il punto della situazione al 24 settembre 2025
La mancanza di filtri istituzionali solidi per nomine di tale rilevanza, come quella di Thomas Fugate , ha favorito una discontinuità marcata nella burocrazia federale, accompagnata da massicci licenziamenti di funzionari esperti, contribuendo a un clima di instabilità istituzionale senza precedenti. La tensione sociale è aumentata in parallelo con politiche migratorie restrittive e ridimensionamenti degli aiuti federali, innescando proteste e divisioni sempre più profonde nella società americana. Un elemento cruciale di questa fase deriva dall’adozione, da parte di Trump, di una strategia comunicativa nota come anarchia comunicativa. Questa si manifesta come un metodo deliberato per sfuggire alla difficile condizione politica in cui il presidente si è trovato, dovendo coniugare gli interessi contrapposti e spesso inconciliabili di una base elettorale radicale e fortemente identitaria e di un’élite finanziaria potente, la stessa che ha sostenuto la sua campagna elettorale e condiziona la governance a più livelli. L’anarchia comunicativa si traduce in una gestione voluta, quasi strategica, di caos comunicativo: messaggi contraddittori, improvvisi cambi di linea, salti tematici e un uso massiccio dei social media, che generano una sovrabbondanza di informazioni frammentate e spesso confuse.
Questa sovrapposizione di messaggi e discontinuità verbale ha lo scopo di disorientare e saturare l’opinione pubblica e gli stessi media, i quali faticano a costruire una narrativa univoca. L’effetto è duplice, da un lato si mantiene alta l’attenzione mediatica e si stimola la fedeltà emotiva della base elettorale, dall’altro si elude il confronto diretto con le critiche provenienti dall’élite o dagli avversari politici, facendo leva su un consenso frammentato e polarizzato, ma ancora imprescindibile per il potere di Trump. Il tragico assassinio di Charlie Kirk, il 10 settembre 2025 alla Utah Valley University, rappresenta il punto più drammatico di questa escalation di tensioni e conflitti. Kirk, attivista conservatore di primo piano e fondatore di Turning Point USA, strettamente legato a Trump, è stato ucciso da un colpo di arma da fuoco sparato da Tyler Robinson, ventiduenne di origini locali con motivazioni politiche. L’evento ha acceso un’ondata di sdegno, paura e rancore, con Trump che ha definito Kirk una vittima di un attacco diretto alla libertà politica, promettendo giustizia severa e richiedendo la pena di morte per il colpevole. Questo omicidio ha amplificato la polarizzazione sociale, trasformando la retorica politica in un clima di violenza reale, una situazione che indica la rottura della coesione sociale e rafforza la percezione di una crisi profonda del tessuto democratico statunitense. Nel frattempo, la strategia di Trump e delle élite finanziarie basata sulle stablecoin (da non confondere con le criptomonete tipo Bitcoin, Etherum etc.) che viene “venduta” come innovazione e salvataggio economico è in realtà una vera e propria truffa che sfrutta meccanismi ingannevoli per arricchire pochi a scapito della maggioranza. Il debito pubblico, usato come garanzia delle stablecoin, non crea valore reale ma genera inflazione che riduce il potere d’acquisto dei cittadini comuni. Contemporaneamente, la deregolamentazione permette a pochi attori, spesso legati a Trump, di manipolare un mercato opaco e speculativo, dove la trasparenza è minima e i rischi reali ricadono sulla collettività. L'appropriazione di ricchezza attraverso strumenti finanziari digitali garantiti da debito pubblico ma usati come veicoli speculativi configura un conflitto di interessi e un sistema di frode legale, poiché promette crescita e sicurezza mentre induce perdita, esclusione e concentrazione del potere economico, danneggiando gravemente l’equilibrio sociale ed economico del Paese. Anche la politica dei dazi adottata dall’amministrazione Trump ha rappresentato un elemento aggravante dell’instabilità economica e politica. L’imposizione di tariffe elevate su importazioni provenienti da paesi come Cina, Unione Europea e Messico ha generato tensioni commerciali e ritorsioni da parte dei partner internazionali, aumentando i costi per imprese e consumatori statunitensi. Sebbene presentati come misure a difesa dell’industria nazionale, grazie appunto a tecniche tipiche dell’anarchia comunicativa, i dazi hanno in realtà favorito principalmente le élite economiche e finanziarie americane, in particolare grandi gruppi industriali e finanziari in grado di trarre vantaggio dalle barriere protezionistiche e dall’aumento dei prezzi interni. Al contrario, la maggior parte dei cittadini ha subito ripercussioni dirette sotto forma di inflazione e riduzione del potere d’acquisto, aggravando le disuguaglianze sociali e comprimendo il consenso popolare. Questo squilibrio ha contribuito a consolidare una percezione diffusa di ingiustizia economica e a intensificare le divisioni interne, indebolendo ulteriormente la stabilità politica e sociale dell’amministrazione Trump. Parallelamente, sono proseguiti i procedimenti di impeachment contro Trump, formalmente avviati alla Camera dei Rappresentanti con accuse severe che spaziano da abuso di potere a violazioni costituzionali e ostruzionismo. Le risoluzioni principali (H.Res.537 e H.Res.353) rappresentano un quadro giuridico articolato che punta a dimostrare come la gestione autoritaria della presidenza e la frammentazione istituzionale abbiano superato la soglia di tollerabilità costituzionale. Il clima politico rimane altamente polarizzato, l’opposizione democratica punta a rafforzare la pressione per un impeachment definitivo, mentre elementi del partito repubblicano utilizzano tali minacce come strumenti per mantenere coesa la base elettorale, accentuando però il rischio di una spaccatura interna insanabile. Il calo di popolarità di Trump fra gli elettori moderati e indipendenti segna una pericolosa perdita di consenso, compromettendo la stabilità politica e la capacità di governo. Infine, le elezioni di midterm 2026 potrebbero costituire il momento di svolta, infatti la possibilità di una vittoria democratica porrebbe l’amministrazione Trump e il presidente stesso sotto una crescente pressione, potenzialmente fatale per il prosieguo del mandato in carica. Le azioni di politica estera di Donald Trump, in particolare le operazioni militari non autorizzate dal Congresso come i raid contro siti iraniani, costituiscono una base fondamentale per molte delle accuse di abuso di potere presenti nei procedimenti di impeachment, in quanto rappresentano violazioni del War Powers Act e della separazione dei poteri. Questi atti unilaterali hanno suscitato critiche profonde da parte dei democratici che hanno evocato l’impeachment proprio per la gestione incostituzionale della guerra e il rischio di coinvolgimento degli Stati Uniti in conflitti prolungati. Altre tensioni politiche derivano dal sostegno a regimi controversi, come Israele e il suo premier Netanyahu, e da una linea aggressiva verso Venezuela e Iran, che alimentano divisioni interne e contribuiscono a un clima politico instabile. Il ricorso a misure come sanzioni contro figure di spicco internazionali, inclusi giudici della Corte penale internazionale, amplifica gli attriti internazionali e la pressione interna. La politica estera, manipolata tramite una comunicazione contraddittoria e discontinua, alimenta la strategia di anarchia comunicativa di Trump, con l’effetto di mantenere la base elettorale virtualmente coesa ma esasperare la frammentazione istituzionale; le contestazioni alla sua politica estera costituiscono un nucleo importante nei rischi di impeachment, collegando direttamente le sue scelte internazionali con la crisi istituzionale interna, rendendo più difficile contenere le procedure innescate dalla grandinata di accuse fino ad oggi depositate. Il susseguirsi degli eventi, a partire dalla nomina di figure controverse come Edward Coristine e Thomas Fugate, passando per la discontinuità gestionale e burocratica, il bullismo verso gli alleati occidentali, il supporto economico e militare al governo Israeliano, l’inconcludenza degli interventi “pacificatori” per l’Ucraina, Iran, Venezuela, l’assassinio emblematico di Charlie Kirk, i procedimenti di impeachment, insieme all’adozione di una strategia di anarchia comunicativa volta a eludere le tensioni fra la base e l’élite finanziaria, definisce un quadro coerente e oggettivamente verificabile di profonda crisi, ormai strutturale, dell’amministrazione Trump, la quale in appena nove mesi non si è fatta mancare nulla. Questa situazione, ampiamente documentata attraverso numerosissimi fatti concreti e analisi puntuali, conferma la previsione di una tenuta del mandato presidenziale fortemente compromessa. In particolare, le analisi quantitative elaborate a febbraio 2025, fondandosi su modelli di rischio politico e simulazioni statistiche avanzate, attestano che la probabilità di una conclusione naturale del mandato è decisamente bassa, con una convergenza di elementi che rafforzano in modo significativo l’ipotesi di un’interruzione anticipata del mandato presidenziale, salvo l’imponderabile che grava su ogni cosa e su tutti, incluso Donald J. Trump.
Luigi Speciale
Nota dell’autore Anarchia comunicativa e coerenza predittiva dell'analisi di febbraio 2025
Il concetto di "anarchia comunicativa" non rappresenta caos casuale, ma costituisce una strategia politica deliberata che opera attraverso la saturazione informativa. Generando flussi continui di messaggi contraddittori e cambi di rotta improvvisi, questa tecnica crea un sovraccarico cognitivo che sfrutta i limiti dell'attenzione umana e della capacità di elaborazione delle informazioni. La sua funzione strategica è duplice: da un lato gestisce le contraddizioni intrinseche di Trump, che deve bilanciare una base elettorale radicale richiedente coerenza ideologica estrema con un'élite finanziaria bisognosa di pragmatismo economico, dall'altro neutralizza le critiche impedendo la costruzione di narrazioni coerenti da parte di media e opposizione. L'anarchia comunicativa permette messaggi simultanei e contraddittori dove ogni gruppo "sente" quello che preferisce, ignorando il resto. Il caos comunicativo rende impossibile seguire linee narrative univoche quando l'oggetto dell'analisi cambia continuamente posizione. Questa strategia sfrutta meccanismi psicologici consolidati come il bias di conferma, per cui ogni gruppo trova nei messaggi contraddittori quello che vuole sentire, il sovraccarico informativo che equivale a nessuna informazione utile, e la normalizzazione del caos dove l'incoerenza diventa la nuova normalità. Non si tratta di incompetenza politica, ma di una forma evoluta di comunicazione che risponde a condizioni strutturali specifiche, ovvero alla necessità di governare coalizioni intrinsecamente contraddittorie in ambienti mediatici iperconnessi. L'analisi dimostra notevole coerenza predittiva verificabile attraverso eventi concreti; le previsioni formulate nell'articolo del 12 febbraio del 2025 “Trump in caduta libera” si sono sistematicamente materializzate nei mesi successivi: le nomine controverse si sono concretizzate con i casi di Edward Coristine e Thomas Fugate, l'instabilità amministrativa è stata confermata dai licenziamenti di massa, i procedimenti di impeachment sono stati effettivamente presentati con varie risoluzioni tra le quali H.Res.537 e H.Res.353, mentre l'escalation delle tensioni sociali è tragicamente culminata nell'assassinio di Charlie Kirk. La metodologia utilizzata si basa su modelli quantitativi riconosciuti come il Political Instability Index e le simulazioni Monte Carlo, supportati da fonti istituzionali credibili quali Banca Mondiale, Fondo Monetario Internazionale e Federal Reserve. L'approccio multidisciplinare integra economia, sociologia e analisi politica mantenendo trasparenza sui limiti metodologici. La documentazione è verificabile attraverso fonti ufficiali come documenti del Congresso, testate mainstream e rapporti governativi, conferendo credibilità alle affermazioni più controverse e permettendo verifica indipendente. Il significato teorico di questo approccio risiede nel fornire una chiave interpretativa unificante per fenomeni che la politologia tradizionale fatica a spiegare. La convergenza tra previsioni teoriche di febbraio e riscontri empirici di settembre suggerisce un framework analitico solido, capace di identificare pattern sistemici oltre la cronaca politica immediata.
Fonti Nextgov/FCW: "DOGE employee Edward Coristine lands at CISA with DHS email", 3 marzo 2025. https://www.nextgov.com/cybersecurity/2025/02/doge-employee-edward-coristine-lands-cisa-dhs-email/403126/ ABC News: "Charlie Kirk shooting suspect's conditions for surrender had to be 'gentle': Sheriff", https://abcnews.go.com/US/students-utah-valley-university-return-charlie-kirk/story?id=125663166 Congress.gov: "H.Res.537 - 119th Congress (2025-2026): Impeaching Donald J. Trump, President of the United States, for high crimes and misdemeanors". https://www.congress.gov/bill/119th-congress/house-resolution/537 Congress.gov: "Text - H.Res.353 - 119th Congress (2025-2026): Impeaching Donald John Trump, President of the United States, for high crimes and misdemeanors". https://www.congress.gov/bill/119th-congress/house-resolution/353/text GovTrack.us: "House Vote #175 - On Motion to Table: H.Res. 537", 24 giugno 2025. https://www.govtrack.us/congress/votes/119-2025/h175 House Clerk: "Roll Call 175 | Bill Number: H. Res. 537", 24 giugno 2025. https://clerk.house.gov/Votes/2025175 Congressman Seth Moulton: "Vote Explainer — H. Res. 537 Impeaching Donald J. Trump", 26 giugno 2025. https://moulton.house.gov/news/press-releases/vote-explainer-h-res-537-impeaching-donald-j-trump Congresswoman Betty McCollum: "McCollum Vote to Table H.Res.537 Impeachment Resolution", 8 luglio 2025. https://mccollum.house.gov/media/statements-record/mccollum-vote-table-hres537-impeachment-resolution ProPublica: "Thomas Fugate, the 22-Year-Old Leading Trump's Terrorism Prevention Hub", 5 giugno 2025. https://www.propublica.org/article/trump-dhs-thomas-fugate-cp3-terrorism-prevention
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