Giudizio e pregiudizio: il prefisso che modifica
L’etimologia di ‘giudizio’ deriva dal latino iudicium, il peso semantico varia a seconda delle attribuzioni, può essere positivo o negativo. Il termine ‘pregiudizio’ ha quasi sempre una valenza negativa. Sono due parole da tenere presente di fronte alla enorme quantità d’informazioni oggi disponili, al crescere di realtà virtuali che rende difficile l’atto del giudizio e alla presenza diffusa di pericolosi pregiudizi. Il peso semantico di giudizio è massimo in ambito religioso: secondo il cristianesimo, e in parte nella religione islamica, nel Giudizio Universale le anime si presenteranno a Dio alla fine del mondo per essere giudicate. Si ritrova nel Giudizio di Dio, praticato da popoli primitivi e ammesso dalla Chiesa Cattolica nell’alto Medioevo. In mancanza di una prova per desumere la colpevolezza o meno di un imputato si ricorreva a prove terribili con ferro e fuoco, prove che di solito non venivano superate; difficile comprendere quale ottundimento delle menti provocato dalla religione potesse aver immaginato quelle procedure.
Nell’ordinamento sociale il giudizio fa parte dell’attività dei tribunali con l’emissione di sentenze. Il senso della giustizia è profondamente innato nell’uomo. Ricordo le parole del mio professore di psichiatria, direttore del manicomio di Firenze negli anni 50: «Se vuoi creare disordini in reparto distribuisci porzioni diverse di cibo durante la mensa.» Le diseguaglianze sociali nel mondo moderno urtano con ogni elementare senso di giustizia e provocano rivolte. Nella storia dell’umanità la giustizia era inizialmente esercitata dal capo tribù, poi dai re e dagli imperatori, nei tempi moderni dai tribunali con il ruolo riconosciuto della difesa. Nei regimi dittatoriali o teocratici i tribunali emettono sentenze contrarie ai diritti umani come la tortura o la pena di morte. Nell’attività lavorativa e nella istruzione scolastica il giudizio ha un ruolo preminente, vi è la preoccupazione che l’intelligenza artificiale venga usata per una maggiore discriminazione nel giudicare i lavoratori. Ed è ancora controversa la questione se una mente giovanile può essere valutata da un numero, da quiz multipli o mediante un giudizio articolato. Il giudizio ha un peso preponderante nei rapporti interpersonali e definisce le caratteristiche fondamentali di una relazione. Un ostacolo ai corretti rapporti è rappresentato da quelle persone che si arrogano il diritto di pronunciare giudizi non essendone autorizzati, attività oggi facilitata dai social, spesso con gravi conseguenze. Un giudizio negativo può influenzare in modo pesante la vita di una persona in particolare nella fase adolescenziale. La difficoltà di esprimere giudizi, in particolare da un punto di vista morale, è un tema centrale nella riflessione filosofica, antropologica e teologica. La cautela trova la sua massima espressione nel Vangelo: «Non giudicate, per non essere giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi. Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello, e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? O come dirai al tuo fratello: “Lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio”, mentre nel tuo occhio c'è la trave? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello.»(Matteo 7, 1-5) Il giudizio storico è un'interpretazione soggettiva di un evento storico, basata sull'analisi razionale delle fonti; è sempre problematico, esige analisi critica, tempo ed intelligenza. Se si tratta di personaggi non può non essere accompagnato da valutazioni morali. Il termine ‘giudizio’ è talora usato nel linguaggio corrente quando si richiede una valutazione, una stima e/o un’opinione per accrescere il peso della richiesta e l’importanza della risposta. In passato venivano definite giudiziose le persone, in particolare i giovani, che osservavano le regole sociali evitando trasgressioni I pregiudizi sono basati su una predilezione immotivata per un particolare punto di vista o una particolare ideologa. Un pregiudizio può condurre ad accettare o rifiutare la validità di una dichiarazione non in base alla forza degli argomenti a supporto della dichiarazione stessa, ma per la corrispondenza alle proprie idee preconcette. Senza quindi alcuna riflessione. Difficile se non impossibile affermare l’esistenza di persone completamene prive di pregiudizi, spesso anche banali. Chi è dotato di open-minded di solito ne fa abiura. Quando il pregiudizio coinvolge intere popolazioni, è basato su fondamenti ideologici del tutto abnormi e se ne impadronisce il potere politico con tragiche conseguenze: è sufficiente evocare la discriminazione verso la popolazione negra negli Stati Uniti e in Sud Africa o l’olocausto con milioni di ebrei sterminati in quanto ritenuti inferiori alla razza ariana e pericolosi per il potere mondiale. In epoca moderna si sono diffusi pregiudizi che coinvolgono l’intera umanità; uno di questi è la negazione dei cambiamenti climatici, provocati dalle attività umane e dimostrati dalla scienza, negazione che porta al proseguimento dell’uso di fonti di energia inquinanti. L’altro pregiudizio che nega il valore della scienza medica si è diffuso in occasione della pandemia del Covid 2019-23 con forme anche violente di opposizione alle vaccinazioni. Il pregiudizio non arretra nemmeno se le conseguenze negative colpiscono i loro cari, Nel marzo 2025 vi era stata nel Texas un'epidemia di morbillo, la più vasta degli ultimi 30 anni, che ha infettato centinaia di persone con decine di ricoveri ospedalieri. Una bambina di 6 anni non vaccinata è morta di morbillo, ma la tragedia non ha convinti i genitori sull'utilità del vaccino. «Non fatelo», è stato l'appello shock. Convinti di trovare un conforto nella religione, hanno sostenuto che la loro bambina «si trova meglio nel luogo in cui è andata» e che «il suo tempo sulla Terra era compiuto». Il principio che si debba discutere con tutti ed anche con chi ha ideologie o pregiudizi diversi dai nostri, è sacrosanto, pur se le difficoltà sono molteplici, perché, come disse Albert Einstein «è più facile spezzare un atomo che un pregiudizio». Non sarebbe stato facile per esempio farlo con i due genitori texani, appartenenti ad una setta anabattista dell’America rurale, i mennoniti, in evidente stato di depressione culturale. Ma purtroppo non lo è nemmeno con persone appartenenti a classi intellettualmente evolute. All’inizio della pandemia da Covid-19 nel 2021 circa 2mila medici italiani, sono stati sospesi dal servizio per aver preso le difese dei no-vax. Anche se rappresentano solo lo 03 % di tutti i medici e odontoiatri inscritti all’Albo si tratta di un comportamento paradossale in professionisti che nei loro studi hanno verificato l’efficacia dei vaccini nella storia della medicina. Lo stesso avviene con gli intellettuali che, attribuiscono i cambiamenti climatici attuali ad eventi naturali, e ignorano completamente la rapidità con la quale si verificano rispetto a quelli delle epoche passate.
Alberto Dolara
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