Eleonora de Fonseca Pimentel, ricordandoti

L’intelligenza artificiale è “pantocratica”?

Condividi

L’intelligenza, una qualità presente in tutte le specie viventi sulla terra comprese quelle vegetali, è di solito definita come la capacità di risolvere i problemi, di adattarsi e di imparare dall’esperienza. La definizione non è tuttavia univoca e ne sono state distinte varie forme: verbale, linguistica, musicale, corporeo – cinestetica, spaziale-visiva, interpersonale, intrapersonale, naturalistica, logico - matematica.

 Il termine intelligenza artificiale (AI) è stato coniato nel 1955 da John McCarthy. Nella conferenza “Dartmouth Summer Research Project on Artificial Intelligence” dell’anno successivo si ritenne possibile sviluppare macchine in grado di risolvere problemi specifici senza che abbiano coscienza delle attività svolte. Da sottolineare che l’obbiettivo non era di realizzare macchine dotate d’intelligenza umana, ma di sviluppare sistemi in grado di svolgere una o più funzioni umane complesse.

Nel 1990 è stata descritta anche l’intelligenza emotiva da Salovey e Mayer definita come «l’abilità di controllare i sentimenti e le emozioni proprie e degli altri, di distinguerle tra di loro e di usare tali informazioni per guidare i propri pensieri e le proprie azioni»; la sua popolarità è di gran lunga inferiore alla AI.

L’aggettivo “pantocratica “, dal greco panta (tutto) e crazi (potere), cioè onnipotente, attribuito nel titolo alla AI, può sembrare irriverente essendo così chiamato il Cristo Pantocratico nella religione cristiana praticata in Oriente.

 

Il termine è tuttavia comparso recentemente anche nel gergo politico per indicare tentativi di riforme costituzionali in alcuni Paesi del sud America con l’obbiettivo di aumentare la partecipazione delle popolazioni.

Può anche essere conseguente ad alcune dichiarazioni di timbro “messianico”: AI ed energia (nucleare) e sarà un mondo migliore per tutti, come affermato da Sam Altman in un confronto con John Elkann all’Italian Tech Week 2024 di Torino.

Altman è amministratore delegato di Open IA, l’azienda di San Francisco che ha creato ChatGpt, una delle aziende più spregiudicate nel rastrellare dati su web; oggi vale 150 miliardi di dollari.

L’accostamento AI - energia nucleare non è casuale: i data center per l’AI consumano circa il 2% dell’energia media globale, ma in alcuni Stati degli USA può superare il 10% della domanda di elettricità.

Si vuole quindi tornare all’utilizzo di centrali nucleari con i problemi irrisolti connessi a tale tipo di energia. Una seconda affermazione, anch’essa super ottimistica, è quella di Dario Amodei in un recente saggio “Machines of Loving Grace”: «Grazie all’intelligenza artificiale vivremo fino a 150 anni.»

Amodei è cofondatore e amministratore delegato di Anthropic, azienda che vale attualmente 40 miliardi di dollari.

Le opinioni di coloro che non hanno interessi commerciali personali, sono molto diverse: Cory Doctorow, giornalista e scrittore italo britannico, in un intervento alla Biennale tecnologia di Torino dell’aprile 2024, ha accusato le aziende che lavorano sulla AI di “enshittification”, pudicamente tradotto in “peggioramento”, evolvendo dagli intenti nobili iniziali a traguardi del tutto commerciali.

Doctorow cita le migliaia di licenziamenti e i dividendi astronomici degli azionisti, le decine di migliaia di lavoratori kenioti traumatizzati ad etichettare ogni giorno dati per addestrare modelli di AI, la creazione di algoritmi usati per concedere un mutuo o per decidere chi debba ricevere assistenza sociale; si chiede anche il motivo di tanta attenzione alle immagini virtuali create con AI, per esempio sugli eventi della seconda guerra mondiale, quando si tratta di fatti già storicamente provati.

Un esempio è fornito da Phillip Toledano, artista concettuale e provocatorio, nato a Londra nel 1968. Toledano ha ricostruito virtualmente le 95 foto scattate da Frank Capa durante lo sbarco degli alleati ad Omaha Beach il 6 giugno1944, sotto il fuoco tedesco. Di distrutte da un maldestro assistente nella camera oscura ne erano rimaste solo 11 e Toledano ha riempito quel vuoto per dimostrare il potere manipolatorio delle immagini. Alla presentazione del suo lavoro quasi tutti gli spettatori si sono emozionati e commossi, ma quando hanno compreso che le immagini erano false hanno provato spaesamento e confusione, come si sentissero vittime di un inganno.

Quello dell’AI generativa, creativa, un altro attributo “mistico”, è uno dei problemi che preoccupa anche Geoffrey Hinton, di anni 73, padre delle reti neurali, premio Nobel per la fisica; con l’avvento di ChatGpt nel 2022, programma oggi usato da cento milioni di utenti, ha dichiarato: «ho cominciato a credere in una possibilità concreta: che il mondo per come lo conosciamo potrebbe presto essere sostituito da un mondo di testi, immagini, audio e video creati dalla AI. Che contribuiranno a cancellare ogni distinzione tra realtà e finzione, un mondo travolto da deep fake e fake news.»

Vint Cerf, vicepresidente di Google, uno dei creatori di Internet, ritiene che la AI e i modelli linguistici diano risultati molto convincenti anche quando sono contrattuali o sbagliati; gli esperti le chiamano “allucinazioni”, ma possono risultare molto pericolose nella diffusione delle informazioni. Cerf ha provato a chiedere il suo necrologio ad una AI generativa. Ne sono risultate molte informazioni sbagliate anche sulla sua carriera, ed era già dato per morto.

Di fronte ai progressi della tecnica risultano assurdi l’atteggiamento nichilistico ed il luddismo di storica memoria ed è innegabile il contributo che l’introduzione della AI può portare alla produzione industriale e a progetti di utilità pubblica. Un esempio è quello offerto da Marta C. Gonzalez, ingegnere civile ed ambientale alla Berkeley University in California, che sta studiando come la AI possa migliorare l’organizzazione del traffico cittadino.

L’atteggiamento mistico verso la tecnologia è comunque fuorviante e ogni innovazione merita molta attenzione: l’invenzione della ruota da parte dei Sumeri 4mila anni fa ha migliorato la funzione del carro che poi si è trasformato in carro armato e la suddivisione dell’atomo ha condotto alla bomba atomica; attualmente si studia come la IA possa aumentare l’efficienza e la precisione dei droni militari.

Quando nel 1997 il supercalcolatore Deep Blue sconfisse Kasparov, il russo campione del mondo degli scacchi, molti esultarono per il progresso tecnologico, alcuni per motivi politici.

L’arte cinematografica ha evidenziato in seguito che i rapporti dell’uomo con i supercalcolatori non sono sempre idilliaci. Nel film “Odissea nello spazio 2001” di Stanley Kubrick il super computer Hal 9000 aveva un occhio che gli permetteva di vedere e addirittura leggere le parole sulle labbra degli uomini, parlava con una voce del tutto naturale e sembrava in grado di provare sentimenti umani.

Nel film “Her” (Lei), realizzato nel 2013 da Spike Jonze, il sistema operativo basato sulla AI era in grado di apprendere ed elaborare emozioni e aiutava il protagonista nei suoi problemi sentimentali, arrivando ad innamorarsene. Il finale non è stato positivo: quando l’utilizzatore umano si accorse che Hal si propose di far fallire la missione ed uccidere gli astronauti fu costretto a disattivarlo e il protagonista di Her finì sotto shock quando scoprì che “lei” aveva relazioni contemporanee con altri 600 individui.

Nel libro del 2022, Silicio, Federico Faggin, inventore del microprocessore, il tassello su cui si fonda l’informatica moderna, compresa la super capacità di calcolo della AI, ha descritto il percorso che lo ha portato nel 1968, a 28 anni, dall’Italia agli Stati Uniti dove risiede da allora. Oggi, a 83 anni, avverte:

«Ogni tentativo di assimilare l’uomo alla macchina è un crimine contro l’umanità. Il nostro corpo, la nostra mente sono supervisionati dalla coscienza e la coscienza non emerge dalla materia. Non è questione di capacità di calcolo e d’intelligenza di calcolo, prima o poi una macchina ne avrà di più rispetto al nostro cervello. Ma è che la coscienza va oltre i numeri. Questa è la differenza fondamentale.»

 

Alberto Dolara

 

Statistiche

Utenti registrati
19
Articoli
3373
Web Links
6
Visite agli articoli
18496890

La registrazione degli utenti è riservata esclusivamente ai collaboratori interni.

Abbiamo 844 visitatori e nessun utente online