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Nella serata di domenica 9 marzo un corteo di “fujenti” ha sfilato per via Toledo issando verso l’alto uno stendardo su cui era impresso una fotografia del volto di Ugo Russo, il 15enne rimasto ucciso mentre stava compiendo una rapina e i cui parenti e amici devastarono poi l’ospedale Pellegrini e compirono una stesa all’esterno della caserma dei carabinieri Pastrengo.

Diversi sono i cittadini che hanno segnalato la sfilata, ma anche gli striscioni abusivi esposti sul parapetto che svetta sull’ingresso della Galleria della Vittoria a Via Acton pubblicata sui social stesso dai supporter del giovane rapinatore.

«Verità e giustizia per Ugo Russo» recita la scritta impressa su tre strisce di tessuto la cui esposizione è stata celebrata con l’accensione di fumogeni ed immortalata in un video postato sui social.

Le manifestazioni religiose non dovrebbero rendere omaggio a rapinatori, la Chiesa non dovrebbe mai avere legami con la criminalità, seppur simbolici, ma accade ogni volta e da sempre. Ugo Russo aveva 15 anni quando ha perduto la vita mentre tentava una rapina. Troppo giovane per avere piena coscienza di ciò che faceva. Il dito non lo abbiamo mai puntato contro di lui, ma sicuramente contro quell’ambiente, famiglia inclusa, responsabile della sua educazione criminale, che lo ha incitato ad intraprendere la strada delle rapine che, se quella tragica notte non lo avesse portato alla morte, lo avrebbe destinato a vivere in carcere.

 

Colpe che non sono cessate con la morte di Ugo, ancora oggi continuano a fargli del male, osannandolo come se fosse stato un eroe e rendendolo, quindi, modello per gli altri giovani e giovanissimi delle cosiddette realtà difficili.

Bisogna prendersi delle responsabilità e dire le cose come stanno, questo modo di pensare ha causato fino ad oggi la perdizione di tantissime vite. Noi non ci stiamo più.

Abbiamo inviato il materiale alle autorità e stiamo verificando se sia trattato o meno di una manifestazione autorizzata, dati pure disagi alla circolazione, come ci è stato raccontato e come sta avvenendo ogni anno.

 In merito alla questione striscioni vale quanto detto sopra. Inoltre ci chiediamo: ma come mai questi cortei non espongono mai i volti delle vittime di camorra o degli eroi?

Perché è più facile capovolgere le situazioni facendo leva su falsi sentimentalismi per ottenere il consenso popolare? Purtroppo per loro, sempre più persone hanno ben compreso il nostro punto di vista e lo stanno adottando. Verità e giustizia per le vere vittime.

 

Francesco Emilio Borrelli

 

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