Il pensiero incompreso di Giordano Bruno
La causa dell'equivoco, abissale, è il mutamento profondo intervenuto nella filosofia ovvero nel pensiero europeo nel secolo XVII, che ha segnato davvero una frattura epocale. Bruno non fu il precursore del pensiero moderno, ma l'ultimo grande rappresentante di quello dell'Umanesimo e, in fondo, di correnti di pensiero risalenti sino all'Antichità. Semplificando al massimo una questione altamente complessa e sofisticata, un'introduzione alla quale richiederebbe un intero saggio ed una trattazione intere biblioteche, dall'Antichità sino all'Umanesimo la separazione fra 'filosofia' e 'mistica' era evanescente; non assente, ma appunto evanescente, elasticamente evanescente. Il pensiero moderno in senso stretto invece si pone recisamente scisso dalla 'mistica', con un percorso di separazione che è grossomodo contemporaneo a due altre metamorfosi radicali: la nascita della scienza; la progressiva scomparsa, o riduzione al minimo, della mistica.
La filosofia bruniana non era soltanto un mezzo di conoscenza e comprensione, ma (nelle intenzioni del suo autore) di trasformazione dell'uomo ovvero (usando una celebre formula) un percorso iniziatico. L'ars memoriae di Bruno, continuatrice d'una antichissima disciplina risalente almeno all'antica Ellade, ma verosimilmente con origini ancora più remote nel tempo, non era soltanto uno strumento di memorizzazione rapida (funzione per cui è stata riadattata dai mnemonisti moderni) ma anche un mezzo raffinato per controllare e rimodellare la propria psiche, paragonabile mutatis mutandis all'alchimia. Il mutamento di mentalità è stato tanto profondo che oggigiorno (osservò Ioan Petru Culianu, il maggior allievo del grande Eliade) è difficile comprendere appieno gran parte della filosofia bruniana, perché le sue componenti operative, inestricabilmente connesse a quelle propriamente gnoseologiche, sono divenute estranee ai 'moderni' nei loro principi e fini. Quanto lo potrebbe essere, per portare un paragone, per un alieno provare a suonare un pezzo di Paganini avendo a disposizione unicamente un violino ed una partitura musicale, in assenza d'ogni altra informazione.
Marco Vigna
In proposito, tre testi vanno citati nella sterminata bibliografia esistente: P. Rossi, Clavis universalis: arti mnemoniche e logica combinatoria da Lullo a Leibniz, Milano-Napoli, 1960. I. P. Culianu, Eros e magia nel Rinascimento: la congiunzione astrologica del 1484, Milano. 1995. M. De Certeau, Fabula mistica. XVI-XVII secolo, Milano 2008.
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