Eleonora de Fonseca Pimentel, ricordandoti

Festa all’Archivio di Stato: interviene la macchina del protettorato

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A seguito della vicenda della festa di matrimonio svoltasi all’interno dell’Archivio di Stato di Napoli che ha visto coinvolta la direttrice Candida Carrino, il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri ha presentato un'interrogazione al ministro della Cultura Alessandro Giuli per stigmatizzare gli "attacchi" subiti dalla direttrice.

La Carrino, osserva Gasparri, «è nota per i risultati positivi raggiunti negli ultimi cinque anni della sua gestione, durante i quali ha reso l'Archivio di Stato di Napoli uno dei poli culturali più attivi ed attrattivi d'Italia, aprendolo al territorio e riuscendo a rivitalizzarne e ad esaltarne ruolo e potenzialità.

Grazie al suo impegno e alla oculata scelta finalizzata a raggiungere una maggiore integrazione e interazione tra l'Archivio di Stato e la città, studiosi, universitari e cittadini di Napoli e del resto d'Italia hanno potuto conoscere e apprezzare un patrimonio storico inestimabile e partecipare a mostre, convegni, conferenze, concerti ed eventi organizzati».

Nonostante ciò, si legge nell'interrogazione, «è stata destinataria di attacchi e aggressione mediatica per aver concesso alcune sale dell'Archivio a una coppia di sposi che aveva deciso di festeggiare in quella sede le proprie nozze», quando invece «l'organizzazione si è svolta secondo le procedure interne e le prescrizioni normative, senza causare alcun danno ai documenti ivi conservati». 

Il senatore di Forza Italia chiede dunque al ministro della Cultura quali siano le sue valutazioni sulla vicenda e se l'eventuale «decisione di adottare sanzioni nei confronti della dottoressa Carrino, nonostante i risultati più che positivi dalla stessa raggiunti nel lungo corso della sua gestione, non sia eccessiva" e magari da imputare ad "altre motivazioni».

 

Ecco che ci risiamo. Appena uno di ‘loro’ viene messo in discussione, e anche giustamente, parte la controffensiva e si mette in moto la macchina del protettorato. Risulta evidente che è stata commessa una leggerezza, per restare bassi, ed invece di ammettere l’errore si difende l’indifendibile. Purtroppo è il vecchio metodo di sempre che tanto male ha fatto al paese.

 

Francesco Emilio Borrelli

 

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