Ricordo di Franco Ferrarotti
È mancato ieri, all’età di 98 anni, Franco Ferrarotti, fondatore della sociologia accademica in Italia. Era nato a Palazzolo Vercellese nel 1926, e si laureò in Filosofia a Torino nel 1949 con una tesi sulla sociologia di Thorstein Veblen. Sin dagli inizi della sua carriera si interessò ai rapporti tra filosofia, sociologia e le scienze umane in generale. Nel 1951 fondò, con Nicola Abbagnano, i “Quaderni di Sociologia”, e nel 1957 la rivista “La critica sociologica”. Stretto collaboratore di Adriano Olivetti, nel 1958 fu eletto al Parlamento come deputato indipendente in rappresentanza del “Movimento Comunità” che proprio a Olivetti faceva riferimento. Nel frattempo strinse rapporti con Norberto Bobbio, con il quale collaborò in qualità di vice-direttore, nella redazione della “Rivista di Filosofia”. Nel 1961 divenne titolare della prima cattedra italiana di Sociologia nell’ateneo romano “La Sapienza”. Studioso anti-dogmatico e aperto a varie influenze culturali, svolse un ruolo fondativo nella diffusione degli studi sociologici nel nostro Paese, dedicandosi anche all’epistemologia della sociologia. I sociologi italiani gli devono molto, poiché i suoi studi scientifici e la sua attività organizzativa aprirono la strada al successo crescente delle discipline sociologiche. Attento studioso di Max Weber, al quale dedicò l’importante volume “Max Weber e il destino della ragione” (Laterza 1965), nel 1968 pubblicò il classico “Trattato di Sociologia” (UTET editrice).
Seguendo la lezione weberiana, si occupò molto di tematiche religiose pubblicando nel 1966 “La Sociologia di fronte al fenomeno religioso” (Feltrinelli), e nel 1974 “Sociologia del fenomeno religioso”. Presidente onorario dell’Associazione Nazionale Sociologi, era conosciuto anche all’estero. Fu infatti “Visiting Professor” in numerose università Usa, russe, giapponesi e dell’America Latina. Fu inoltre nominato Cavaliere di gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana. Ha continuato a scrivere e a pubblicare sino all’ultimo, ed era Professore emerito alla “Sapienza” di Roma.
Michele Marsonet |
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