Eleonora de Fonseca Pimentel, ricordandoti

Gli ultimi momenti di Giuseppe Mazzini in mostra a Roma

Condividi

Nel marzo 1872 Silvestro Lega, uno degli esponenti di spicco dei pittori macchiaioli, patriota e fervente mazziniano, venuto a conoscenza che a Pisa Mazzini stava per morire, volle recarsi a rendere omaggio al Padre della Patria, ma quando arrivò Mazzini era già morto.

Decise allora di ritrarlo come se fosse negli ultimi momenti di vita; l’opera fu concepita il 12 marzo nella casa di Pellegrino Rosselli e di sua moglie Ianeth Nathan che lo avevano ospitato sotto falso nome, essendo Mazzini ancora esule e ricercato dalla polizia. In un’epoca in cui la fotografia non era ancora diffusa ai pittori era richiesto di documentare con le loro opere gli eventi e i personaggi storici.

La tela, conservata nel Museum of Art, Rhode Island School of Design di Providence (USA), è adesso in prestito in Italia fino all'8 settembre, esposta al Vittoriano, a Roma, dove ha sede anche il Museo del Risorgimento e. dove è stata inaugurata il I° giugno la mostra “L'ultimo ritratto: Mazzini e Lega, storie parallele del Risorgimento”.

Durante il Risorgimento i macchiaioli, giovani pittori di tutta Italia, cosiddetti per il loro modo di dipingere, animati da profondi sentimenti patriottici, furono in prima linea nel diffondere la causa dell’indipendenza italiana con le loro opere e partecipando direttamente alle battaglie.

Silvestro Lega (Modigliana 8/12/1826- Firenze 21/9/1895) fu tra i giovani studenti universitari che partirono volontari per la I Guerra d’Indipendenza nel 1848 e combatterono eroicamente nella battaglia di Curtatone contro il potente esercito imperiale austriaco.

Alla II guerra d’indipendenza parteciparono nel 1859, oltre a Silvestro Lega, Telemaco Signorini, Odoardo Borrani e il critico Diego Martelli; le battaglie di Montebello, Palestro, San Martino e Solferino ispirarono molte delle loro opere. Nella III guerra d’indipendenza nel 1866 perse in vita in battaglia il pittore fiorentino Raffaelo Sernesi.

Giovanni Fattori è il più noto, per aver dipinto numerose scene di guerra.

Il suo Campo italiano dopo la battaglia di Magenta ispirò la scena della battaglia di Custoza del film Senso di Luchino Visconti.

Odoardo Borrani nel quadro 26 aprile 1859 celebrò l’inizio della seconda guerra d’indipendenza con la raffigurazione di una donna intenta a cucire la bandiera tricolore.

Telemaco Signorini mostrò la terribile evidenza della battaglia vittoriosa nel quadro La cacciata degli austriaci dalla borgata di solferino del 1861.

Silvestro Lega dopo aver partecipato alla prima guerra d’indipendenza s’iscrisse all’Accademia delle belle arti di Firenze che poi abbandonò al ritorno dal fronte.

Nel 1859 dopo la seconda guerra d’indipendenza entrò a far parte a Firenze del gruppo dei macchiaioli.

Nel periodo 1960-1970 dipinse con particolare sensibilità molti ritratti femminili e scene familiari, tra le quali il Villino Batelli a Piagentina (1863) dove abitò in quel decennio, Il canto dello stornello (1867), Il pergolato (1868).

Al Risorgimento dedicò nel 1861 il quadro Un’imboscata di bersaglieri italiani in Lombardia e a Garibaldi un ritratto che divenne iconico, ma il suo capolavoro, quello esposto a Roma, è Gli ultimi momenti di Giuseppe Mazzini del 1872.  

Si tratta di un dipinto di straordinaria intensità e rilievo artistico, in cui l'eroe risorgimentale viene ritratto qualche ora prima della morte, in tutta la sua fragile e composta umanità, restituendone un’immagine del tutto inedita e lontana da quella ufficiale di eroe severo e imperturbabile che lo stesso Mazzini aveva contribuito a creare per motivi di propaganda politica con la firma autografa nella foto.

Nel quadro l’eroe è avvolto in un grande scialle di panno di lana a quadretti bianchi e neri, lo stesso in cui tre anni prima era stata avvolta la salma di Carlo Cattaneo, illustre patriota, tra i principali teorici del federalismo, e col quale Mazzini aveva avuto stretti rapporti. Aveva conservato lo scialle gelosamente e volle indossarlo nella malattia e nel momento della morte.

Anche la postura del morente, lievemente ripiegato su sé stesso, sembra indicare come appartenga al passato il grande impegno di tutta la vita per realizzare il sogno di un’Italia unita; ora il suo pensiero è concentrato sull’ultima prova.

La mostra di Roma annovera oltre sessanta oggetti, suddivisi fra sculture, dipinti, incisioni, fotografie, manoscritti, documenti inediti e cimeli mazziniani.

Fra i cimeli rientrano gli occhiali, la spada e lo scialle. Questi oggetti restituiscono al visitatore un contesto storico fedele e avvincente, permettendogli di comprendere meglio Mazzini, Silvestro Lega e l’intero processo risorgimentale.

 

Statistiche

Utenti registrati
19
Articoli
3293
Web Links
6
Visite agli articoli
17206515

La registrazione degli utenti è riservata esclusivamente ai collaboratori interni.

Abbiamo 827 visitatori e nessun utente online