L'umorismo involontario di Alain Elkann
L'articolo che Alain Elkann ha fatto pubblicare sul giornale posseduto dalla sua famiglia ha provocato reazioni divertite nel pubblico ed è un capolavoro d'umorismo involontario, che sarebbe geniale se colui che l'ha vergato avesse inteso disegnare una caricatura. Invece, appare d'una seriosità granitica. Il ricchissimo autore del pezzo puntualizza minuziosamente che malgrado il caldo indossava giacca e pantaloni lunghi in lino, che leggeva il Financial Times, il New York Times ed il supplemento culturale di La repubblica, che scriveva con la sua penna stilografica (magari era una Mont Blanc?) sul proprio diario. Invece, i suoi compagni di viaggio discutevano di calcio e di ragazze ed in più lo ignoravano totalmente, particolare su cui costui calca particolarmente la mano, tradendo il proprio disappunto per essere stato trascurato ed aver suscitato indifferenza fra giovani in apparenza d'un livello sociale abissalmente minore del suo, posto nella ristretta oligarchia della più alta borghesia mondiale. L'apice del paradosso viene raggiunto quando Elkann, per sottolineare l'elevato livello culturale delle sue letture, afferma che stava leggendo il volume secondo di À la recherche du temps perdu di Proust, che conterrebbe il capitolo Sodoma e Gomorra.
L'opera di Proust per la sua lunghezza è divisa in sette libri e Sodoma e Gomorra è il quarto di essi. Insomma, Elkann scrive che era immerso nella lettura di Sodoma e Gomorra, descritto come un capitolo del volume secondo della Recherche, mentre invece è il quarto libro! Difficilmente un lettore di Proust, ancor meno uno che stia leggendo il romanzo, potrebbe scambiare la collocazione cronologica di Sodoma e Gomorra, non più di quanto un lettore di Dante potrebbe scrivere che il Paradiso sia la prima cantica. Neppure potrebbe confondere un intero libro per un semplice capitolo, non più di quanto un dantista potrebbe scrivere che L’Inferno è un solo canto. Elkann stava realmente leggendo Proust oppure ha citato la Recherche perché è un’opera che in certi ambienti fa fine dire di aver letto, giusto per dare al suo pezzo un tocco ulteriore atto a sottolineare la differenza antropologica fra lui ed i cosiddetti lanzichenecchi? Completano l’articolo del magnate e maître à penser un errore di punteggiatura da scuola primaria («Intanto il treno, era arrivato a Caserta») schiaffato nell’elzeviro pubblicato in pompa magna su uno dei maggiori quotidiani nazionali e la surreale osservazione che egli ignorava la collocazione geografica della tratta ferroviaria che stava percorrendo. L’italo-franco-americano ed alto borghese (altissimo borghese, si potrebbe dire con licenza poetica) Alain Elkann ha dimostrato un notevole spaesamento sociale e geografico fuori dal suo ambiente. Il suo articolo vorrebbe essere un'analisi sociologica delle classi popolari, mentre invece è, senza che il suo autore se ne accorga neppure, un ritratto implacabile del patriziato internazionale “gauche caviar”, di cui offre uno spaccato, apparso a molti lettori irritante ed esilarante insieme, della mentalità. |
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