Eleonora de Fonseca Pimentel, ricordandoti

I caratteri antitetici dell’Escorial e Versailles

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Due celebri regge quali l’Escorial e Versailles esprimono nella loro architettura due funzioni opposte, che rispecchiano i caratteri antitetici dei sovrani che le vollero edificare.

Filippo II d’Asburgo, El rey prudente, era un uomo riflessivo, metodico, solitario, assai religioso.

Egli volle costruire un palazzo reale in una tipica zona dell’altopiano della Castiglia, allora semidesertica e spopolata, con il preciso intento di separarsi fisicamente e psicologicamente dalla popolazione e specialmente dalla nobiltà.

Coscienzioso amministratore, infastidito dai postulanti, volle El Escorial anche quale luogo per poter fare il re in pace. Assai religioso, fece in modo che dentro alla reggia stessa sorgesse un monastero, o, per essere più precisi, edificò un monastero al cui intero sorgeva una piccola reggia.

La stanza in cui Filippo II trascorreva le giornate era piuttosto piccola, isolata, silenziosa: una vera cella monastica, intonata alla sua personalità introversa e meditativa.  

El Escorial assomiglia ad una fortezza chiusa in sé stessa, con la sua forma quadrangolare sormontata da cupole e campanili simili a torri, le sue linee rigide ed austere.

 

Luigi XIV, Le roi soleil, era invece un uomo estroverso, vivacissimo sin dall’infanzia, che si trovava a suo agio in mezzo alle folle, egocentrico e megalomane.

Egli volle costruire un palazzo reale in quella che allora era una zona paludosa presso Parigi certo per allontanarsi da una capitale storicamente molto turbolenta ed insidiosa, ma non per separarsi egli stesso dai sudditi.

Anzi, egli concepì e fece attuare un progetto grandioso, curiosamente simile a quello del primo imperatore della Cina unificata Shi Huang Di, attirando il fiore della nobiltà del reame attorno a sé.

La reggia fu creata su linee aperte verso l’esterno, atte a colpire e suggestionare lo spettatore. Essa fu incastonata su estesi giardini e parchi, costruiti prospetticamente in modo da convergere verso il palazzo reale e la residenza personale del re.  

Uno degli edifici più importati fu il teatro, ma in verità tutta Versailles era un teatro, in cui l’esistenza dell’intera comunità ruotava attorno al sovrano, appunto Il Re Sole, obbedendo ad un rigido cerimoniale che prescriveva di seguire gli spostamenti fisici del sovrano e le sue attività da quando si svegliava a quando si coricava.

La reggia era il suo palcoscenico in cui si mostrava alla corte, al regno ed all’Europa intera, esibendo la propria magnificenza.

I due complessi architettonici, pur essendo ambedue regge, sono fisicamente assai dissimili perché eretti con funzioni opposte, a loro volta rispecchianti le personalità contrapposte dei due sovrani che le vollero edificare.

 

 

 

Bibliografia

N. Elias, La civiltà delle buone maniere, Bologna 1982

F. Braudel, Civiltà e imperi del Mediterraneo nell'età di Filippo 2, Torino, 1986.

F. Bluche, Louis XIV, Paris, 1986.

W. R. Newton, L'espace du roi. La Cour de France au château de Versailles, 1682—1789, Paris, 2000.

G. Mattingly, L’invincibile armada, Milano, 2012.

 

Escorial

Versailles

 

 

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