Eleonora de Fonseca Pimentel, ricordandoti

Aggressione e difesa

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Aggressione nel linguaggio comune sottintende un’azione violenta; in questa accezione è strettamente collegata al concetto di difesa qualunque sia, passiva o attiva, che l’aggredito (a) mettono in atto.

Da punto di vista strettamente epidemiologico, tuttavia, il termine non indica necessariamente l’atto violento. Deriva infatti dal latino aggredior, composto da ad + gradior, indica l’azione di avvicinarsi a qualcuno o qualcosa, con azioni che possono essere benigne (tentare di accattivarsi) od ostili (attaccare, assalire, accusare).

Secondo questa interpretazione, l’aggressività implicherebbe solo l’ingresso nello spazio territoriale altrui.

Questo potrebbe spiegare l’uso minore del termine “aggressione” rispetto al termine difesa ampiamente usato, come risulta anche dalla popolarità in rete (su Google 11 milioni di item per la prima, 68 milioni per la seconda).

È pertanto utile esaminarle separatamente.  

Essendo la definizione del concetto di aggressività particolarmente problematica. il termine assume molteplici significati in base al contesto in cui esso viene utilizzato.

 

Negli animali l’aggressività si manifesta durante la ricerca di cibo, per la protezione della prole, per l’accoppiamento sessuale. Nell’uomo può avere le motivazioni più varie e provenire da individui, istituzioni o Stati.

Quella individuale può essere verbale, scritta, visiva, seguita o meno da atti violenti; un tipo di aggressione moderna è quella attraverso i social; è oggetto di provvedimenti disciplinari o interventi di polizia, ricorso ai tribunali.

Se uno Stato aggredisce un altro Stato si fa riferimento al diritto internazionale che definisce l’aggressione come violenza armata fatta con forze preponderanti e senza preavviso.

La storia recente fornisce numerosi esempi: la Germania alla Russia nel giugno 1940, l’Italia alla Grecia nel novembre1940 («Spezzeremo le reni alla Grecia» dal discorso di Mussolini all’annuncio della dichiarazione di guerra).

Il Giappone agli USA nel dicembre 1941; la più recente nel febbraio 2022 della Russia all’Ucraina.

Le conseguenze sono tragiche e chi promuove queste aggressioni, mosso da megalomanie imperialistiche, dovrebbe essere deferito ad un tribunale internazionale.

Il termine difesa proviene dal latino tardo defensa; non essendo necessariamente legato al concetto di aggressione, ma di semplice competizione è ampiamente usato in campo sportivo, medico, giuridico e militare.

Nello sport, la difesa indica l’attività svolta per ostacolare le azioni d’attacco dell’avversario.

In medicina la contrattura di difesa è quella riflessa dei muscoli addominali in corrispondenza di un processo infiammatorio del cavo peritoneale.

In psicologia, l’apparato psichico dispone di meccanismi di difesa per tenere lontani dall’io cosciente rappresentazioni e impulsi penosi; di essi, taluni sono caratteristici di specifiche strutture nevrotiche, come la rimozione nell’isterismo, la regressione e l’isolamento nelle nevrosi ossessive.

Nel gioco degli scacchi, il termine indica, nella teoria delle aperture, l’insieme delle mosse intese a consolidare i proprî punti deboli o a parare le minacce dell’avversario; la difesa dell’ambiente o del territorio è il complesso di iniziative prese per impedire o limitare i danni che possono essere in vario modo arrecati all’ambiente naturale.

Nel mondo animale sono messe in atto strategie molteplici come reazione di difesa all’aggressione con violenza (fuga, mimetismi, occultamento, parate aggressive, ecc.) con cui molte specie cercano di sfuggire o scoraggiare i predatori naturali, e anche di difendersi dalla caccia e dalla persecuzione dell’uomo.

Nell’uomo la reazione all’ aggressione individuale è variabile, dipende dal soggetto aggredito e dal tipo di aggressione; se verbale o scritta può essere quella di tentare di smorzare i toni, soprassedere all’offesa o adire a vie legali.

Anche di fronte ad un’aggressione fisica la reazione può essere differente, come la fuga o la reazione; nella Bibbia era scritto: «occhio per occhio, dente per dente, mano per mano, piede per piede». [Esodo 21:24].

Nel Vangelo: «Ma io vi dico: se uno ti percuote sulla guancia destra, porgigli anche l’altra, e se uno vuol farti causa per toglierti la tunica, lasciagli anche il mantello…» [Matteo 5:39, 40].

Il messaggio evangelico ha grande significato morale, ma è difficilmente praticabile quando l’aggressore manifesta la volontà di sopraffare e annientare l’aggredito.

Il codice penale prevede la legittima difesa: chi reagisce non è punibile, in quanto costretto dalla necessità di difendere un diritto proprio o altrui contro il pericolo attuale di un’offesa ingiusta; tuttavia esiste il reato di eccesso di difesa quando questa supera l’offesa.

In caso di aggressione da parte di uno Stato straniero il diritto internazionale prevede la difesa con l’uso delle armi da parte dello stato aggredito e l’intervento di Paesi alleati anche con l’invio di armi come avviene adesso con l’invasione dell’Ucraina.

 

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