Eleonora de Fonseca Pimentel, ricordandoti

Il Massacro di Sand Creek

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29 novembre 1864.

Quel giorno ebbe luogo in Colorado, negli Stati Uniti, il tristemente celebre “Massacro di Sand Creek”, nel corso del quale le truppe della milizia del Colorado, comandate dal colonnello John Chivington, attaccarono un villaggio di Cheyenne e Arapaho, massacrando donne e bambini.

In quel drammatico giorno il colonnello John Chivington e i suoi 800 uomini della Prima Cavalleria Colorado, della Terza Cavalleria Colorado e una compagnia di Primi Volontari del New Mexico marciarono verso i campi per massacrare gli Indiani. La mattina del 29 novembre 1864, l’armata attaccò i villaggi e macellò i loro abitanti.

Tra 150 e 184 Cheyenne furono dichiarati morti, alcuni furono mutilati, e la maggior parte di questi erano donne, bambini e anziani. Chivington e i suoi uomini più tardi mostrarono gli scalpi e altre parti del corpo, soprattutto feti di donne incinte e genitali, nell’Apollo Theater di Denver.

L’organismo di vigilanza militare denominato Comitato di Condotta della Guerra indagò sull’episodio e scrisse nel rapporto finale:

«Per quanto riguarda il Colonnello Chivington, questo comitato può difficilmente trovare dei termini adeguati che descrivano la sua condotta.

Indossando l’uniforme degli Stati Uniti, che dovrebbe rappresentare un emblema di giustizia e di umanità; occupando l’importante posizione di comandante di un distretto militare, che gli ha concesso l’onore di governare tutto ciò che rientra nei suoi poteri, ha deliberatamente organizzato ed eseguito un folle e vile massacro in cui numerose sono state le vittime della sua crudeltà.

Egli conoscendo chiaramente la cordialità del loro carattere, avendo egli stesso in un certo senso tentato di porre le vittime in una condizione di fittizia sicurezza, ha sfruttato l’assenza di alcun tipo di difesa e la loro convinzione di sentirsi sicuri per potere gratificare la peggiore passione che abbia mai attraversato il cuore di un uomo.

Qualunque peso tutto questo abbia avuto sul Colonnello Chivington, la verità è che ha sorpreso e assassinato, a sangue freddo, inaspettatamente uomini, donne e bambini, i quali avevano tutte le ragioni per credere di essere sotto la protezione delle autorità statunitensi, e poi ritornando a Denver si è vantato dell’azione coraggiosa che lui e gli uomini sotto il suo comando hanno eseguito.»

Sarebbe bello poter dire che è una orribile pagina di un passato ormai lontano.

Ma la barbarie umana non è cessata.

Basta aprire un qualunque quotidiano e ce ne accorgiamo. Guerre, barbarie, decapitazione, sterminio di donne e bambini inermi.

Un rosario infinito di atrocità, negli ultimi 150 anni, dal massacro di Sand Creek: guerre mondiali, shoa, genocidio armeno, i gulag, Pol Pot, i regimi sudamericani, il Biafra, il Ruanda, il massacro di Srebrenica. E, oggi, Ucraina, Iraq, Isis, Siria, Libia. Ma altri ancora potrebbero essere menzionati.

Capolavori drammatici di atrocità infinita. Ha ragione Quasimodo: sei ancora quello della pietra e della fionda, uomo del mio tempo!

 

 

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