Quel difficile equilibrio tra ricordare e dimenticare
Per leggi fisiche e psicologiche non possiamo ricordare tutto quello che ci accade o è accaduto nel passato. E a questo si aggiunge una naturale tendenza a rimuovere dalla mente, dalla memoria ciò che ci fa o ci potrebbe far star male, turbare, bloccarci, inquietare, non dormire, terrorizzarci. È impossibile ricordare tutto, è impossibile non rimuovere e quindi è doveroso farlo, per vivere, per continuare a vivere. Tutti ad esempio hanno avuto ed hanno lutti nel loro vivere. Se fossimo sempre fissati a richiamarli per un giusto affetto, staremmo male sempre e non vivremmo più. Perciò è doveroso e salvifico dimenticare e rimuovere. Le sofferenze nel mondo umano (non parliamo di quello animale) sono tante, ma se fossimo solo e sempre concentrati e ossessionati da esse non vivremmo più nemmeno la nostra già brevissima vita personale.
Può sembrare egoismo o insensibilità, ma nella realtà profonda delle cose non lo è. Quello che si può fare si deve fare, ma l’esagerazione e l’impossibilità cozzano contro l’altro fondamentale dovere del vivere personale e civile. È un equilibrio difficile e faticoso che ognuno affronta e risolve secondo la sua natura e sensibilità. Accanto alle ordinarie dimenticanze e rimozioni inevitabili e per tanti aspetti doverose, vi sono dall’altro lato memorie da coltivare e rimozioni da non fare personali e civili, che invece sostengono e danno senso al nostro essere umani, alla dignità personale e sociale e che sono fondamentali come conforto, sostegno, ammaestramento, base da cui partire per vivere con responsabilità il presente e costruire il futuro a livello personale e sociale. Il ricordo essenziale grato dei nostri genitori e familiari ed amici cari, la storia essenziale nobile ed alta della Patria nella quale siamo nati o che ci ha accolti, che ci ha dato i luoghi, la lingua, gli spazi urbani di vita civile, sociale, culturale, che ci sostiene con la sua struttura economica e ci difende dall’arbitrio e dalla violenza, la conoscenza pur per linee generali degli altri popoli e delle mondo e della Terra in generale, sono doverosi e ci sostengono e danno senso e forza nel vivere, per cui è giusta la espressione che senza memoria non c’è futuro e non c’è nemmeno vera, profonda vita personale e vera possibile crescita civile.
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Dimenticare e rimuovere molto sono azioni personali e civili inevitabili, anzi per certi aspetti preziose e salvifiche. Ma dimenticare e rimuovere ciò che è essenziale per salvaguardare il passato, per vivere più autenticamente il presente, per progettare e costruire il futuro, è letale, devastante per la vita personale e sociale.