I torbidi risvolti del rutilante mondo del calcio raccontati da Giorgio Faletti
Silver, il protagonista, è un ex campione di boxe, ma anche un ex detenuto con un torbido passato vissuto nella periferia del capoluogo piemontese. Una vita difficile, resa ardua da un carattere insofferente e rissoso, un padre violento e da modeste condizioni economiche che sembrerebbero aver segnato per sempre il suo destino. Il riscatto arriverà per lui, inaspettatamente, con una fulminea carriera come boxer , che trasformerà Silvano Masoero, disadattato ragazzo di provincia, in un campione da emulare, la cui infanzia difficile e, forse, l'eccessiva avidità , lo indurranno, tuttavia ad incappare nelle maglie della giustizia. Silvano in galera matura quanto basta per decidere di aspirare ad una vita tranquilla e lontana dagli eccessi: uscito di prigione mette su famiglia ed accetta un tranquillo ruolo di magazziniere capo per una squadra di calcio di serie b della sua città. Con gli anni il mito di Silver verrà offuscato dal talento calcistico di suo figlio Roberto, detto "il Grinta", un promettente centravanti sul cui talento tutta la città è pronta a a scommettere: di li a poco si disputerà la partita determinante, quella in cui si decideranno le sorti della squadra: passare in serie A o restare ancora in serie B. Un'atmosfera di entusiasmo aleggia nella città galvanizzata dall'approssimarsi dell'incontro decisivo, ma Silvano Masoero, uomo provato dalla vita e dal rapporto conflittuale con suo figlio che vede in lui solo un avanzo di galera, vive dei suoi mesti ricordi e dei suoi piccoli riti quotidiani: un pasto solitario in trattoria, visite frequenti al cimitero per omaggiare la defunta moglie e il suo lavoro di magazziniere e addetto alla logistica della squadra in cui gioca suo figlio Roberto, un mito per i suoi concittadini, che ripongono in lui le speranze per il salto qualitativo in serie A. La sua esistenza, compromessa dagli errori del passato, sembra inesorabilmente segnata ed inutile: la solitudine , il rammarico per gli sbagli commessi e soprattutto il rapporto problematico con suo figlio sembrano renderla triste e vana. Ma il riscatto arriva, inaspettatamente quando il protagonista comprende che suo figlio sta per essere coinvolto in un gioco più grande di lui: truccare la partita in cambio di soldi, molti soldi, rischiando di compromettre il suo futuro così com'era successo a lui ai tempi della boxe.
Ancora una volta , Giorgio Faletti riesce a sorprendere il pubblico con un un romanzo in cui -dichiara-"descrivo luoghi e situazioni che ho in parte vissuto. La location prescelta è stvolta una cittadina piemontese della quale conosco ritmi ed abitudini"."Quanto al calcio intorno al cui mondo è ambientato il suo romanzo, è un argomento che ha richiesto da parte mia un'approfondita documentazione inerente alle dinamiche del gioco, le formazioni tattiche e i riti che antecedono o susseguono una partita". Così non c'è da stupirsi se l'autore di capolavori quali "io uccido " e "Niente di vero tranne gli occhi",testi tradotti in 25 lingue, abbia voluto documentarsi consultando Del Piero e Zaccheroni per saperne di più.Un uomo versatile e soprendente ,la cui vita, esattamente come il libro, ha tre tempi: nel primo ha saputo farsi apprezzare come comico, nel secondo in veste di attore e cantante e infine, di acclamato scrittore, che, a proposito di "Io uccido", dichiara inaspettatamente: "Ho venduto i diritti del libro a De laurentis per una trasposizione cinematografica e mi auguro che il film non esca postumo". |
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