Eleonora de Fonseca Pimentel, ricordandoti

Fred Urquart: alla ricerca delle farfalle monarca

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Fred Urquart“Acchiappare farfalle” secondo il Dizionario De Mauro corrisponde a “essere vago e inconcludente, perdere tempo in cose inutili”.

Il detto popolare è stato definitivamente contraddetto nel secolo scorso dalla curiosità di un bambino e dall’impegno di una collettività che hanno portato alla scoperta di una delle manifestazioni più sorprendenti della natura: le migrazioni delle splendide farfalle monarca.

Il bambino era Fred Urquart, nato il 13 dicembre 1911 a Toronto.

Fin da piccolo aveva mostrato interesse per il volo degli insetti nel suo giardino ed in particolare era rimasto colpito dalla partenza nel periodo invernale delle farfalle monarca, belle farfalle colorate, che poi tornavano in quello primaverile.

Si era chiesto dove andavano e cercato la risposta per tutta la vita coinvolgendo un’intera comunità. La trovò quasi quaranta anni dopo ed fu considerata la scoperta entomologica del 20th secolo.

Le farfalle monarca, specie già descritta da Linneo nel 1758, appartengono alla famiglia delle Nymphalidae; distinte in due sotto specie, la Danaus plexippus, migratrice, è molto diffusa in particolare nella regione dei Grandi Laghi, tra Stati Uniti e Canada, addirittura proclamata “insetto nazionale” degli Stati Uniti.

La Danaus plexippus megalippe, non migratrice, è presente più a sud in Florida, Georgia, Caraibi e America Centrale.

In estate la sottospecie migrante vive in regioni ricca di piante della famiglia delle Asclepiadacee dai fiori bellissimi, molto colorati, velenose per l’uomo e per molti altri animali, ma non per le farfalle monarca che le sfruttano in due modi: le femmine depongono le loro uova sulle foglie della pianta, sicure che non verranno mangiate; i bruchi usciti dalle uova mangiano le foglie della pianta e assumono un cattivo sapore, che allontana i predatori.

 

Fred Urquart si laureò in zoologia e proseguì personalmente la ricerca sugli spostamenti delle farfalle monarca. Si rese tuttavia conto del numero enorme di farfalle da controllare; nel 1950 con la moglie Norah fondarono The Insect Migration Association cercando volontari che divenuti centinaia negli anni successivi ebbero il compito di attaccare piccole etichette sulle ali delle farfalle catturate.

Inoltre se avvistavano quelle contrassegnate le registravano ed informavano gli Urquart che dall’etichetta potevano conoscere da dove venivano e il loro percorso.

Molti dei volontari, veri e propri “cittadini scienziati”, collaborarono al progetto di ricerca per 5-10 anni.

Vennero etichettate centinaia di migliaia di farfalle, si scoprì che non effettuavano voli notturni, non volavano su specchi d’acqua e potevano percorrere fino a 130 chilometri al giorno.

Urquart e la moglie intrapresero una serie di spedizioni dal Canada al Messico nei luoghi segnalati per cercare dove le farfalle trascorressero l’inverno.

Scoprirono che quelle degli Stati Uniti occidentali raggiungevano alcune zone montuose della California, mentre le rotte di quelle del Canada meridionale e degli Stati Uniti centrali e orientali una volta arrivate nel Texas sembravano interrompersi; non vi era nessuna traccia delle farfalle finché non ricomparivano in primavera.

La soluzione del mistero arrivò solo nel 1975 quando un giovane ingegnere americano, naturalista, li informò di avere scoperto alberi interamente ricoperti dalle farfalle monarca: nei boschi sulle montagne di un piccolo stato del Michoacán nel Messico centrale milioni di farfalle erano concentrate in un’area limitata di circa un ettaro e mezzo di superficie.

All’inizio del 1976 Urquart e la moglie scalarono le “Montagne delle farfalle” per avere la spettacolare ricompensa di 40 anni di ricerche.

Mentre assisterono meravigliati allo spettacolo un ramo coperto di farfalle cadde ai loro piedi; una aveva la targhetta bianca applicata in Minnesota prima di arrivare in Messico. Era in questo luogo che le farfalle monarca venivano d’inverno!

Le farfalle che compivano il viaggio autunnale dalla regione dei Grandi Laghi tra Stati Uniti e Canada verso il Messico, un viaggio lunghissimo, circa 4000 chilometri, la migrazione più lunga fatta da un insetto, appartenevano ad una sola generazione che viveva più a lungo di tutte le altre.

I boschi di pini e abeti dove si rifugiavano erano ad una notevole altitudine, 3000 metri sul livello del mare, ma abbastanza a sud per cui il freddo non era eccessivo, evitava il congelamento, ed era sufficiente per farle entrare in una specie di semi-ibernazione.

Le funzioni del loro corpo si riducevano al minimo indispensabile per rimanere in vita, come se dormissero, ammassate tra loro per conservare un po’ di calore.

Con l’arrivo della primavera si accoppiavano e davano vita ad una nuova generazione che ripartiva verso nord.

A differenza del viaggio di andata quello di ritorno veniva compiuto in   3-4 generazioni: in altre parole, la farfalla che arrivava non era la stessa che era partita, ma una sua nipote o addirittura la sua bisnipote.

Gli scienziati si sono più volte domandati come poteva un insetto così fragile percorrere migliaia di chilometri e tenere la giusta direzione.

L’informazione era sicuramente genetica: gli adulti che migravano in autunno non avevano mai visto in precedenza i luoghi di residenza invernale.

Non volavano di notte e durante il volo diurno registravano con gli occhi la posizione del sole rispetto all’orizzonte; nelle antenne avevano una sorta di micro orologio che regolava il ritmo “circadiano”; le informazioni. raccolte attraverso gli occhi e le antenne vennero incrociate e integrate: l'equilibrio tra questi segnali fece prendere la direzione giusta.

Cercarono inoltre di sfruttare i venti favorevoli compensandone la deriva. Possedevano anche una certa sensibilità topografica (ad esempio nei confronti delle linee di costa) e meteorologiche (come la prevalenza di alcuni venti).

Infine, una volta vicine alla meta, si ritenne riuscissero ad orientarsi per mezzo di segnali olfattivi e sociali, per raggiungere gli stessi luoghi di svernamento dei loro antenati.

Gli Urquart proseguirono il loro studio delle farfalle monarca negli anni successivi fino a tarda età. Ambedue vennero premiati con l’Ordine del Canada.

Nel 1994 fu inaugurato il primo giardino municipale delle farfalle a Dundas nell’Ontario al quale venne dato il loro nome. Fred Urquart morì il 3 novembre 2002 a Pickering in Canada.

Anche se la “Riserva della biosfera delle farfalle monarca”, istituita in Messico dove svernano è entrata  a far parte dei Patrimoni dell’Umanità dell’UNESCO nel 2008 , attualmente le loro trasmigrazioni sono in pericolo: le piogge e le tempeste violente dovute al cambiamento climatico  fanno morire questi fragili insetti; i lunghi periodi di siccità e incendi  impediscono  di crescere alle Asclepiadacee di cui si nutrono i bruchi; i diserbanti  uccidono i fiori di queste piante; le stagioni di fioritura sono “sfasate” rispetto alle migrazioni e le farfalle hanno difficoltà  a trovare cibo.

Ogni anno il numero delle farfalle monarca che arriva in Messico è sempre minore; nel 2021 in California ha toccato il minimo storico con meno di 2.000 unità, un calo del 99,9% rispetto agli anni 80. Ciò significa che l’estinzione è vicina e forse non vedremo più lo spettacolo affascinante delle loro ali colorate che riempiono il cielo.

 

 

 

 

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