Lo Schiavismo e le super ricchezze delle città di mare
Nel 1511 sbarcano nell’isola di Hespanola i primi schiavi africani. Da quella data parte la più grande storia d’Europa, con protagoniste le nazioni che si affacciavano sull’oceano atlantico, soprattutto le città che usufruivano di un porto e di navi commerciali. La schiavitù c’è sempre stata, sembra nata dalle tribù primitive. La storia ci ricorda che in Egitto non guardavano al colore della pelle e i palestinesi d’allora venivano rapiti e portati a lavorare per le costruzioni favolose dei Faraoni. Agli intrepidi marinai spagnoli, portoghesi, francesi, inglesi e altri, che andavano nelle Indie per arricchirsi con le sete cinesi e il pepe, era facile il sapere della tratta di neri africani e i paesi arabi. Nei porti del medio-oriente li osservavano mentre in catene finivano nelle piazze del mercato. Quando i colonizzatori si trovarono a corto di manodopera, soprattutto perché i nativi americani morivano a milioni di malattie trasmigrate dall’Europa, fu facile per i proprietari delle navi fare tappa nelle città portuali dell’Africa occidentale e trovare schiavi. L’escalation di questo traffico si legge bene nella storia del 1700. Facendo ricerche mi imbatto in un dato certo: ben 250 navi negriere, su un totale di 500 in tutta la Francia, partivano e arrivavano nel piccolo porto della città di Nantes. Nota divertente: chiedo a mia figlia, prof di mate, se sia possibile stimare quanti schiavi abbiano passato l’Atlantico, tenendo in conto che spagnoli e portoghesi ne avessero di più, gli inglesi più o meno, belgi e olandesi meno, e poche altre i danesi e gli svedesi. Mi risponde di sì, anzi è anche facile per i matematici fare queste stime. Mi collego con Wikipedia e trovo le stime! Ma sono incredibili: qualcuno stima minimo 6 milioni d’individui, altri 18 milioni, e nemmeno va bene con quelli morti nelle traversate, si va da una stima di 2 milioni minimo a 4 milioni!!! 350 anni di traversate mai registrate sono un vero handicap, anche per il più bravo scienziato. E le città di mare italiane parteciparono alla “Grande abbuffata” di ricchezza goduta dagli altri? Non direttamente. I banchieri genovesi si arricchirono con i Re di Spagna, con quella che io chiamo “Decima”, il Papa di Roma ci fece la meraviglia del mondo: il Vaticano. Certamente ammiragli e marinai pratici lavoravano su quelle navi. Facile da capire, sul quelle normali il soldo era 6 volte superiore a quello delle navi militari, e su quelle negriere era ben 25 volte di più, a cui si aggiungevano furti e commerci di ogni tipo. Ogni nave aveva 30 addetti alla cura degli schiavi, era il lavoro più duro, con fruste e violenze di tutti i tipi, e nel dover fare attenzione ai suicidi, la causa di morte più gettonata su quelle navi. Ma fatto storico più inquietante: le super ricchezze delle città di mare ebbero un ruolo nella Rivoluzione Francese nel 1789? Ebbene la risposta è Si. |
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