Un ricordo di Curzio Malaparte
«Non c'è che la pelle che conta ormai. Di sicuro, di tangibile, di innegabile non c'è che la pelle. È la sola cosa che possediamo, che è nostra.... Tutto è fatto di pelle umana, anche le bandiere degli eserciti sono fatte di pelle umana. Non ci si batte più per l'onore, per la libertà, per la giustizia, ci si batte per la pelle, per questa schifosa pelle.» «Tra i miei pochi amici maschi, Curzio Malaparte è stato il più importante» raccontava il famoso regista Carlo Ludovico Bragaglia, intervistato, alle soglie dei cento anni, nel portico della sua casa carica di ricordi. Con parole commosse descriveva la grande amicizia con lo scrittore Curzio Malaparte, ricordando i viaggi-lampo a Napoli, «dormivamo nella libreria che stampava i suoi libri», la sua «intelligenza enorme», il suo «ondeggiare tra fascismo e antifascismo». «Durante la Guerra era ostacolato dai due fronti e l’ho tenuto chiuso per un mese nella mia casa di via Margutta.»
Di seguito pubblichiamo la prima edizione del 1949 del romanzo La pelle, capolavoro della letteratura italiana, con la dedica autografa densa di gratitudine e di amicizia di Malaparte a Carlo Ludovico Bragaglia.
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