Un amore alle Ardeatine
La diciottenne Franca era lì per piangere il padre David, tenente espulso dall’esercito dopo le infami leggi razziste, sfuggito alla retata del 16 ottobre ma catturato per strada a seguito di una spiata il 16 marzo del 1944, condotto a Regina Coeli e “selezionato” per la strage nelle cave di pozzolana sulla via Ardeatina. Il ventiseienne Pavoncello era lì per consolare i tanti amici che avevano perduto parenti in quella terribile rappresaglia. Dopo la preghiera per i martiri sulle tombe nella cripta, scattò la scintilla. È stato tutto molto semplice - ha raccontato Franca - uno sguardo, a quei tempi non si poteva fare di più». Due anni dopo si sono sposati. Poi sono arrivati i figli, nell’Italia in bianco e nero della ricostruzione e del boom economico, dove la fame non era più un nemico quotidiano e gli ebrei vivevano alla luce del sole e non dovevano più nascondersi. Una storia d’amore sbocciata in un luogo di lutto e di disperazione come le Fosse Ardeatine. «Vedi? – le dirà un giorno Marco - Pure lì ti ha aiutata tuo padre!».
Anche nel luogo in cui era stato fucilato. Concludiamo con le tenere parole di Flavia Amabile che ha raccontato la storia nel 2014 sul quotidiano La Stampa: «Franca Limentani pensandoci si illumina, e fa in modo che almeno per una volta si possa pensare alle Fosse Ardeatine con un sorriso deciso e delicato come i fiori capaci di crescere tra le rocce, come quelli disegnati da una storia che, tutto sommato, è a lieto fine».
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