Eleonora de Fonseca Pimentel, ricordandoti

Riflessioni sul Negazionismo

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Il negazionismo, sorto dopo la seconda guerra mondiale, per occultare la veridicità storica della Shoà, si è diffuso anche in altri campi. Sul versante politico è finalizzato a legittimare la violenza del terrorismo e in quello religioso, a negare l'identità ebraica della città santa di Gerusalemme.

È una forma moderna e insidiosa di antisemitismo, sulla cui genesi, hanno concorso sia il pregiudizio cristiano legato al ''deicidio'' noto come antigiudaismo, sia le ideologie laiche riguardanti il razzismo, con la creazione del mito della razza.

A questi pregiudizi, si aggiunge quello economico-sociale, essendo il sistema capitalista ritenuto dai negazionisti una derivazione della concezione ebraica della società, marxismo compreso, in quanto capitalismo di Stato.

Le tesi principali dei negazionisti riguardano i seguenti punti:

1- La narrazione della Shoà è una invenzione per giustificare la nascita e la costruzione dello Stato d'Israele.

2- Nei Lager nazisti la presenza delle camere a gas è una fantasia della propaganda sionista.

3- I nazisti, bontà loro, non intendevano sterminare il popolo ebraico, bensì salvarlo dai progrom, mettendolo a riparo nei Lager dell'Europa orientale.  

È necessaria una buona faccia tosta, nel sostenere queste tesi assurde per spiegare oppure rifiutare una realtà scomoda, che pesa come un macigno sul loro malato intelletto.

Il negazionismo è una patologia della mente, che colpisce gli individui disturbati nei rapporti umani sia a livello individuale che collettivo, che propinano alle masse spiegazioni facili per pescare nel torbido. Il loro obiettivo è quello di realizzare una società ordinata, ma senza alcuna legge etica ossia si adoperano per realizzare una dittatura, che distrugge la libertà e l'identità dell'uomo. Chi erano e chi sono questi signori che predicano una tale ideologia?

Il capostipite di questa genia è Paul Rassinier, un anarco-sindacalista francese con tendenze pacifiste a cui subito si aggregò il suo amico neofascista Maurice Bardèche, appartenente all' Action francaise (AF).

 

A questi antesignani negazionisti della Shoà si uniranno il saggista britannico David Irving e il professore Robert Faurisson, che trovarono un punto di riferimento nello Institute for Historie Revew fondato negli Stati Uniti da Willis Carto nel 1978 un esponente del Klu Klux Klan.

L'argomento cardine sostenuto da costoro era l'inesistenza delle camere a gas nei Lager nazisti, cercando di dimostrare l'impossibilità tecnica dello sterminio di massa mediante gas velenosi (Zyklon B). Per questo fine, nel 1988 venne pubblicato un rapporto noto come Leuchter Report, dove si pretendeva di dimostare scientificamente(sic!) l'inesistenza delle camere a gas, per l'assenza di residuati di cianuro sulle loro pareti.

Questo rapporto, che è una summa di tutte le chimere antiscientifiche, ha trovato nella persona del vescovo cattolico Richard Willianson un valido sostenitore. Costui appoggiava la tesi negazionista del rapporto Leuchter, affermando l'impossibilità della esistenza delle camere a gas nei Lager della Germania nazista, con il silenzio delle più alte gerarchie vaticane. Per non infangare la memoria delle vittime che non possono testimoniare, è doveroso da parte nostra, gettare luce su tanto buio, puntualizzando quanto segue.

Il prelievo di materiale è stato fatto senza alcuna autorizzazione né controlli tecnici adeguati, lasciando in questo fare, spazio ad errori grossolani di valutazione. I nazisti prima della ritirata, fecero saltare con dinamite le camere a gas, che nel corso del tempo vennero colpite dalle intemperie naturali, per cui le traccie di cianuro, come residuato chimico del gas Zyclon B, era scomparso sia dai muri che dai pavimenti delle camere della morte.

Fallito questo approccio nel tentativo di mistificare la storia della Shoà, i negazionisti si sono adoperati per dare una veste di rispettabilità scientifica alla loro criminale ideologia.

Il professore Robert Faurisson insieme ad alcuni suoi allievi come il saggista Carlo Mattogno, tenterebbe di legittimare il negazionismo attraverso strategie ''oggettivanti'' per dare l'illusione che sia in corso un serio dibattito tra storiografia ufficiale e quella negazionista.

Il metodo è di smontare le testimonianze e i documenti che attestano l'esistenza del genocidio del popolo ebraico, senza portare prove a garanzia della loro tesi. In più ignorano per partito preso le testimonianze dirette dei Sonderkommando fino ad essere sordi sui discorsi di Hitler e ciechi di fronte alla Conferenza di Wannsee capeggiata da Reinhard Heydrich nel 1942, in cui venne decisa la liquidazione degli ebrei d'Europa. All'occorrenza però i negazionisti mettono in dubbio la veridicità di testimonianze importanti, come ad esempio quella di Anna Frank oppure le stesse deposizioni dei gerarchi nazisti, rilasciate da costoro durante il processo di Norimberga.

Il fine del negazionismo è quello di mescolare il vero con il falso in modo da costruire una tela narrativa volta a negare gli avvenimenti storici commessi dai nazisti durante la Shoà. Il capo delle S.S. Heidrych Himmler alla Conferenza di Poznam nel 1943 dichiarò che la pagina di storia legata al genocidio degli ebrei non sarebbe mai stata scritta, a causa dell'impossibilità di comprendere il linguaggio usato dai nazisti, che era stato di proposito svuotato del proprio significato e quindi destoricizzato. Si possono fare alcuni esempi.

Per occultare il programma di sterminio degli ebrei venivano usate espressioni come ''Notte e Nebbia'', oppure Sonderaktion (azione speciale) per indicare la selezione insieme alla sigla NN-Tranport relativa al trasporto delle vittime nei Lager fino a giungere al locale delle docce (Duschkammer), dove sarebbe avvenuta la disinfestazione, appellativo eufemistico, attribuito alle vittime umane da eliminare.

Lo scopo di appiattire il linguaggio era quello di cancellare la storia passata degli ebrei per continuare la loro distruzione nel futuro, compreso il significato etico della verità e del suo ricordo.

Il negazionismo, una piagha purulenta che infetta la storia dell'uomo, si è estesa anche in altri campi come quello religioso, come ad esempio la mistificazione dell'identità ebraica del Monte del Tempio in Gerusalemme.     A riguardo la quarta Commissione delle Nazioni Unite, ha negato l'identità ebraica del Monte del Tempio (har ha bait), stabilendo che venga denominata nelle sedi internazionali solo con il nome arabo di Haran al-Sharif.

La scelta di questa Commissione approvata con maggioranza automatica dei paesi islamici e dei suoi compari, Italia compresa, offende la storia ebraica nonché quella cristiana. Storicamente il complesso islamico sul Monte del Tempio è stato costruito soltanto molti secoli dopo (630 e.v.) sul luogo dove esisteva il Tempio ebraico, distrutto dalle legioni di Roma agli ordini dell'imperatore Tito (70 e.v.)

È un regalo fatto dal presidente americano Ussein Obama, in odore di Islam, ai suoi alleati della Fratellanza musulmana, voltando le spalle all'Occidente dopo averne preso i consensi nonché un premio Nobel per la pace, ancora tutto da verificare.

È un segno dei tempi? L'uomo moderno nega il male da egli stesso compiuto per poter continuare su questa strada, trovando delle giustificazioni ancora prima di commetterlo. Cosa dire del linguaggio appiattito e distorto che usavano i nazisti per nascondere i loro crimini?

Si servivano della parola, un dono Divino, per fare il male e negarne l'esistenza, come oggi negano l'esistenza di D-o e con essa l'esistenza del popolo ebraico. Il negazionismo sorto per mistificare e rendere banale la storia della Shoà, oggi si sta espandendo in altri campi del sociale, per condurre l'uomo sulla strada del caos e delle tenebre. È una guerra che l'uomo libero deve combattere e vincere!

 

 

 

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