I "napoleonidi" tra Firenze e Roma

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Categoria: Storia e Letteratura - Miscellanea
Creato Venerdì, 25 Settembre 2020 17:12
Ultima modifica il Mercoledì, 07 Ottobre 2020 16:51
Pubblicato Venerdì, 25 Settembre 2020 17:12
Scritto da Antonella Orefice
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Paolina BonaparteLa sconfitta di Waterloo del 18 giugno del 1815 segnò la fine dell’età Napoleonica.

Ciononostante quel drappello di suoi parenti cosiddetti “napoleonidi”, che si erano stabiliti tra Roma e Firenze già da molti anni, continuarono a vivere in Italia.

I rapporti fra la famiglia Bonaparte e Firenze, come raccontato più volte da Napoleone stesso, erano molto stretti. I Bonaparte erano stati i ghibellini di Firenze che nel 1200, a seguito della vittoria dei guelfi, dovettero andare in esilio, prima in provincia di Pisa e poi nel Nord Italia.

Le tre sorelle di Napoleone vissero tutte, almeno per un periodo, nel capoluogo toscano: Paolina, la donna bellissima scolpita nel marmo da Canova vi morì nel 1825, e le sue spoglie furono poi trasferite a Roma dal marito Camillo Borghese.

Elisa fu granduchessa di Toscana. Dopo la caduta di Napoleone si trasferì a Bologna e poi a Trieste fino alla morte. Più tardi le sue spoglie furono traslate a Bologna.

Carolina, moglie del re di Napoli, Gioacchino Murat, si trasferì a Firenze nel 1830 dopo le seconde nozze con Francesco Macdonald e qui morì nel 1839.

I Palazzi Bonaparte ancora esistono su Lungarno Corsini e in Piazza Ognissanti.

 

Nonostante Napoleone non avesse mai messo piede a Roma, la sua conquista rappresentava il rinnovamento dei fasti dell’antico impero romano.

Quando nel 1811,  dopo le seconde nozze con Maria Luigia d’Asburgo, venne al mondo Napoleone II,  il “re di Roma”, il  palazzo del Quirinale fu scelto come seconda reggia imperiale.

In effetti fu una nomina formale in quanto Napoleone Francesco Giuseppe Carlo Bonaparte fu imperatore dei francesi solo per due giorni.

Quando Napoleone abdicò il 4 aprile 1814,  i membri della coalizione che lo avevano sconfitto si rifiutarono di riconoscere suo figlio quale suo successore e per questo Napoleone II venne costretto ad abdicare incondizionatamente alcuni giorni dopo e de facto non governò mai in Francia.

Intanto Roma destinata ad essere governata dal primogenito dell’imperatore, era divenuta una città  “libera e imperiale”,  pertanto quasi tutti i componenti della famiglia Bonaparte chiesero asilo a papa Pio VII e si stabilirono nell’Urbe.

La madre Letizia Ramolino andò a vivere a Palazzo Rinuccini, il fratello Girolamo a  Palazzo Nuñez.

Ma il vero iniziatore del “ramo romano” dei Bonaparte fu il fratello Luciano, che nel 1804, in aperto dissidio con Napoleone, costretto a lasciare Parigi e la vita pubblica, si trasferì a Roma fin dal 1805.

La nipote Carlotta, nata dal matrimonio tra il figlio di Luciano, Carlo Luciano Bonaparte e la cugina Zenaide, figlia di Giuseppe Bonaparte, nel 1848 sposò il conte Pietro Primoli.

Da questa unione nacque il conte Giuseppe che visse tra Parigi e Roma. Qui nel 1870 approfondì la cultura italiana e frequentò gli scrittori e i giornalisti più in voga del tempo.

Profondamente sensibile al retaggio della discendenza Bonaparte, il conte Giuseppe tributò quasi un culto alla famiglia materna, profondendo le sue energie alla formazione di quella straordinaria raccolta che forma ora il Museo Napoleonico.

L’edificio che racchiude l’intera collezione donata dal conte Primoli  alla città di Roma nel 1927, risale al secolo sedicesimo.

In origine era appartenuto alla famiglia Gottifredi, in seguito, alla fine del settecento, passò ai Filonardi. Tra il 1820 e il 1828 fu acquistato dal conte Luigi Primoli.

Oltre a dipinti, sculture, mobili, oggetti di uso quotidiano, abiti e gioielli, il palazzo è anche sede della Fondazione Primoli, creata dal Primoli stesso, e della Biblioteca Primoli, composta di oltre trentamila volumi di letteratura, storia e arte.

Giuseppe Primoli morì il 13 giugno 1927 e fu sepolto nel cimitero del Verano.