Garibaldi promotore dell’Unione Europea

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Categoria: Storia del Risorgimento
Creato Sabato, 02 Maggio 2020 15:52
Ultima modifica il Martedì, 05 Maggio 2020 12:42
Pubblicato Sabato, 02 Maggio 2020 15:52
Scritto da Nicola Terracciano
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Giuseppe Garibaldi fu promotore dell’Unione Europea dei Popoli Liberi con un memorabile Memorandum Appello dalla Reggia di Caserta, suo Quartiere Generale, dopo la vittoriosa battaglia del Volturno del 1 ottobre 1860, con la quale si era conclusa la sua epopea, entrata nella leggenda del Mondo.

Garibaldi sapeva, da grande e profondo uomo di pensiero, oltre che di azione, che,  dopo la vittoriosa battaglia del Volturno del 1 ottobre 1860, che aveva segnato la conclusione vittoriosa della sua impresa epica, tutti gli occhi d’Europa, del mondo,  erano puntati su di lui e che ogni sua parola avrebbe avuto una immediata e profonda eco nei governi e nelle opinioni pubbliche.

Come si dice, il ferro era caldo, si poteva ed era il tempo di batterlo con forza.

Allora scrisse un Memorandum Appello per l’Unione, la Pace, il Disarmo, il Progresso nella libertà e nella democrazia, dei Popoli Europei, che era la sintesi del suo vero progetto politico, perseguito per tutta la vita, quello dell’Unione dei Popoli Liberi di tutto il mondo.

Esso è memorabile, come la sua impresa, profetico di un sogno, che, in modo miracoloso, pur se ritardato e in modi ancora limitati, si è realizzato dopo due tragiche guerre mondiali, le più sanguinose della storia, che hanno visto i Popoli e gli Stati combattersi in modo tremendo.

Per questo ideale dell’Unione Europea dei Popoli Liberi, che doveva vedere insieme anzitutto in prima linea l’Inghilterra, la Francia, e l’Italia, che si unificava  sempre più e che indicava la strada agli altri popoli oppressi, Garibaldi proseguì fino alla morte nel 1882.

 

Cercò di raggiungerlo col pensiero, attraverso i legami politici e anche personali con tutti i patrioti d’Europa ed epistolari con tutte le personalità progressiste di rilievo del Continente, ma anche con l’azione.

Basta ricordare i Garibaldini che in suo nome andarono a combattere  in Polonia nel 1863, il suo viaggio trionfale in Inghilterra del 1864, l’adesione all’Associazione Internazionale dei Lavoratori del 1864, la sua partecipazione alla Terza Guerra di Indipendenza del 1866, per il ritorno del Veneto nel seno della Patria, l’iniziativa rivoluzionaria del 1867 per liberare Roma ed abbattere l’anacronistico, assolutista, nemico dell’Unità della Patria, Stato della Chiesa, che si realizzó poi il 20 settembre 1870, la partecipazione a Ginevra  al Congresso della Lega per la Pace e per la Libertà del 1867, di cui assunse la presidenza onoraria, l’aiuto alla Francia del 1871 occupata dai Prussiani.

Per questa sua azione costante ed incessante egli merita di essere nominato dal Parlamento Europeo fondamentale promotore dell’Unione e la sua Figura nel pensiero e nell’azione deve essere riferimento doveroso e costante per tutti i Cittadini, per tutte le Cittadine dell’Unione Europea, allo scopo di rafforzare quello che si è già raggiunto, e per aprire nuovi orizzonti nella direzione indicata dall’Eroe dei Due Mondi.

Garibaldi nello scrivere il Memorandum Appello dell’ottobre 1860 intuì che la prima ondata rivoluzionaria nata dal 1848 aveva portato a Stati liberali e nazionali, ma in compromesso con i vecchi Stati, quindi mantenendo eserciti ed una burocrazia centralizzata.

Egli volle dare alla nuova ondata rivoluzionaria 1859-1860, di cui fu espressione, un respiro più ampio ed alto, veramente democratico, pacifico, internazionalista, quasi una ‘terza ondata’.

Lo scrisse temendo gli interventi equilibratori e conservatori della diplomazia internazionale con Stati Nazione liberi e democratici, ma sovrani, armati, chiusi, portatori di nuovi possibili conflitti.

Abolendo  eserciti stanziali  e spese militari, creando un arbitrato universale per i conflitti ed un potere federale, si potevano destinare i soldi per grandiose ed inimmaginabili opere pubbliche e per abolire la miseria e l’ignoranza.

Ferma restando una formazione di dignità e di forza, per essere capaci di reagire anche energicamente contro tiranni e prepotenti, che volessero abolire libertà e democrazia e far tornare gli uomini liberi a servitù e ad ignoranza.

 

 

Bibliografia

G. Garibaldi, Scritti e discorsi politici e militari, a cura della Reale Commissione, I (1838-1861), Cappelli, Bologna, 1934, pp. 338-342.

D.Veneruso, Garibaldi e l’Europa. Un progetto di unificazione europea, in «Rassegna Storica del Risorgimento», aprile-giugno 1982, pp.156-181.