Poveglia, l'isola dei dimenticati

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Categoria: Storia e Letteratura - Miscellanea
Creato Sabato, 04 Aprile 2020 16:41
Ultima modifica il Sabato, 04 Aprile 2020 16:41
Pubblicato Sabato, 04 Aprile 2020 16:41
Scritto da Alberto de Munck
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L'isola di Poveglia, che si trova a sud della laguna di Venezia, è stata per secoli un rifugio, un luogo di esilio e principalmente una discarica per malati morenti o defunti.
La sua storia avvincente principia dal 421, quando l'isola iniziò a popolarsi di uomini, donne e bambini sfuggiti alla cattura e all'invasione del popolo barbaro, che aveva devastato l'intero continente.

Nei secoli successivi questa piccola comunità visse in pace e prosperità ed evitò le leggi e le tasse imposte dal Governo della Serenissima.

Allo scoppio della guerra di Chioggia, nel 1379, l’isola venne sfollata e trasformata in fortezza.

Nel 1793, dopo diversi casi di peste sulle navi, Poveglia fu destinata  al ruolo di Lazzaretto, ossia una stazione per il confinamento temporaneo dei contagiati.

Ma dal 1805 sotto il dominio di Napoleone Bonaparte, il ruolo divenne permanente. L’antica chiesa di San Vitale fu distrutta e il vecchio campanile fu trasformato in faro.

Da allora fino ad oggi tutto è ricoperto dall'incertezza e dal mistero. Si narra che migliaia di persone siano state bruciate e altre sepolte nelle viscere dell’isola.

Per questo alcuni miti e leggende narrano che il terreno di quest'ultima sia costituito perlopiù da veri e propri resti umani. Anche i pescatori dell'area lagunare veneta ancora alimentano queste macabre leggende, e navigano al largo dell’isola per timore di ritrovare tra le acque proprio le ossa dei loro antenati.

 

Alla fine del XIX secolo l’isola divenne sede di un ospedale psichiatrico. In realtà la struttura fu destinata  perlopiù a luogo di esilio, piuttosto che di riabilitazione.

La leggenda vuole che negli anni 30 del Novecento, un medico eseguì nella solitudine del luogo degli strani esperimenti sui pazienti che spesso morivano in seguito alle torture.

Alcuni di loro, forse in seguito ad allucinazioni e a reali apparizioni, raccontavano di  strane figure che vagavano nei sinistri ambienti. Erano le vittime della peste che lamentavano i loro spiriti sofferenti. Purtroppo queste entità affidarono i loro racconti a persone altrettanto malate, che denunciarono la cosa ai  medici, ma questi ultimi erano interessati solo a sperimentare sulla loro follia, e pertanto non vennero presi in considerazione e rimasero ignorati per anni.

Al medico senza scrupoli che in origine iniziò le sperimentazioni  non fu comunque riservato un felice destino: secondo alcune leggende metropolitane, in seguito all'ennesimo e macabro esperimento, ebbe un attacco di follia che lo portò al suicidio, gettandosi dalla torre del manicomio. Alcuni residenti nei dintorni di Poveglia  affermano ancora di sentire i rintocchi della campana della torre, ritocchi che risuonano sull’isola solitaria anche quando la campana della stessa  è già stata rimossa da tempo.

Oggi Poveglia è un isola totalmente disabitata e il turismo è pressoché inesistente. Sarà perché ogni tanto le onde che lambiscono la riva scoprono ossa umane carbonizzate.
Quel luogo di sofferenza e di anime dimenticate  è considerato uno dei posti più sinistri del mondo.