Eleonora de Fonseca Pimentel, ricordandoti

Faciloneria e corruzioni tra diplomi e lauree

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Nella mia lontana adolescenza, essere promossi da una classe all’altra del ginnasio e del successivo liceo era un’impresa improba, che richiedeva frequenza assidua e attenta e studio pomeridiano, per alcuni anche con lezioni private.

Vi erano alcuni che ripetevano gli anni e alla licenza liceale tanti erano i bocciati ed alcuni la ripetevano per anni.

Oggi tra disordine e confusione organizzati della scuola pubblica, devastata da politici e da sindacati, si assiste ad un proliferare incontrollato e mai veramente ispezionato di scuole divenute paritarie (cioè per tutto uguali a quelle pubbliche dal punto di vista formale, dall’inizio alla fine), dalle quali arrivano informazioni ufficiose inquietanti e devastanti: frequenze solo sulla carta come i voti in itinere e diplomi facili concessi, in cambio di denaro.

La serietà, la formazione sono ridotte al lumicino e si allarga solo la platea sostanzialmente analfabeta italiana, dell’Italia madre storica di arte e cultura, che non leggono in un anno nemmeno un libro.

 

Non parliamo delle Università, in parte nel campo pubblico, in massima parte in campo privato, con una proliferazione impressionante nel settore cattolico e in quello non religioso, nei quali gli esami e la laurea sono divenuti facili, con assurdi riconoscimenti di esperienze che non hanno nessun rapporto con l’esperienza universitaria, senza più ormai, in molti casi, nessun rapporto nemmeno episodico con la vita comunitaria universitaria, così fondamentale per dare un senso alla serietà degli esami e della laurea.

E dappertutto, come nelle scuole secondarie, ufficiosamente imperano il denaro e l’immondo mondo delle raccomandazioni e di altri scambi.

Si viene presi dal raccapriccio e dall’angoscia a pensare che responsabilità fondamentali e delicate della vita sociale (dagli insegnanti al mondo delle leggi, della burocrazia, della ingegneria, della stessa medicina) siano poi affidate ad autentici incompetenti con effetti sociali devastanti.

Tutto è  sotto gli occhi di politici, sindacati, giornalismo e magistratura.

È mai possibile che una società si stia avviando verso un mondo di poca serietà e di sostanziale incompetenza, senza reagire, lasciando il campo ad affaristi ed avventurieri ed ai loro interessati complici?

Ma si trovano una forza politica, un sindacato, che chiedano una commissione di inchiesta sulla qualità e sulla vera realtà delle scuole paritarie e delle Università private, insieme a quelle sparpagliate e minori pubbliche, dove la faciloneria è notoriamente imperante e il livello di formazione è minimo?

Altro che il paese di Dante, di Leonardo da Vinci e di Galilei !

La povera nostra Patria è stata ridotta a paese di tanti furbastri incolti,  che ormai stanno diffondendo l’idea demoniaca ed autodistruttiva che con il denaro e con le raccomandazioni tutto si può e che anche un asino che vuole può diventare, per quella via, in aggiunta a servilismo, raccomandazione, complicità personale, un dottore, facendo poi ogni tipo di male sociale possibile.

Le persone serie e studiose che credono nei valori del sacrificio e della competenza rischiano di essere schiacciate dal clima sempre più imperante e spesso vengono sopravanzate in mille modi volpini dai meno preparati esperti e rotti ad ogni compromesso nei concorsi o nelle procedure dirette o indirette di assunzione.

A questo punto è meglio togliere il valore legale del titolo di studio ed ogni assunzione sia fatta seriamente a Roma con concorsi seri, per almeno cinque anni, e controllo annuale del servizio sulla base della qualità di esso e della presenza, e con procedure semplificate di sanzioni e di licenziamento, come avviene nel privato,  con commissioni metà italiane e metà straniere, con l’obbligatoria presenza di magistrati e finanza e dopo aver approvata una legge che renda la raccomandazione uno dei reati più gravi nella Repubblica.

 

 

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