Giorgio Imbriani, un patriota dimenticato
Giorgio Imbriani (Napoli, 28 aprile 1848 - Digione, Francia, 21 gennaio 1871) fu penultimo dei sei figli e figlie di Paolo Emilio e di Carlotta Poerio. Martire degli ideali patriottici e repubblicani in Europa e nel mondo, morì sul campo di battaglia con la camicia rossa garibaldina a difesa della Repubblica francese contro i Prussiani, che occupavano arroganti, monarchici e clericali il suolo della Francia. Questo il grande, imperituro messaggio che lasciò pochi giorni prima di morire: «Sono qui per fare guerra alla guerra, per fondare la Repubblica Universale, cioè il regno della Liberta’, dell’Eguaglianza, del Diritto e della Pace.» Aveva 22 anni. Giosuè Carducci, che lo conosceva, ammirava, e gli voleva bene, nel febbraio 1871 scrisse le parole più alte e commoventi, paragonandolo ai Martiri della Repubblica Napoletana del 1799. Il fratello Mattero Renato Imbriani-Poerio si recó in Francia per recuperarne il corpo.
Egli, Martire della Repubblica e quasi ignorato e non onorato dalla Repubblica Italiana, come avviene per i Martiri del 1799, riposa nel Sepolcreto di Pomigliano d’Arco, dove le generazioni risorgimentali, a differenza di altre fino ad oggi, stordite e confuse ad arte, senza memoria e senza futuro, appiattite nel presente e nella cronaca, si recavano in pellegrinaggio civile il 21 gennaio di ogni anno.
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