Eleonora de Fonseca Pimentel, ricordandoti

L'orgoglio identitario di Altamura, la Leonessa di Puglia

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Possiamo dirlo a gran voce: quella di Altamura nel 1799 fu una rivoluzione desiderata e partecipata e, nonostante il ristagno delle epoche successive, ancora oggi la “Leonessa di Puglia” ruggisce orgogliosa al ricordo di quel tempo passato.

Il rosso, il giallo e il blu della bandiera repubblicana, gli alberi della libertà, i cappelli frigi, le fiere scritte Libertà e Eguaglianza sugli stendardi, lo scorso 12 ottobre 2018 hanno solennizzato una conferenza calorosa, vibrante e che ha riunito tutto un popolo desideroso di riscoprire le proprie radici.

E allora, magicamente, hanno ritrovato un senso la toponomastica di quasi tutte le stradine del centro, la statua alla Libertà che campeggia nella piazza del Duomo, i ricordi sbiaditi e tanto, tanto orgoglio cittadino.

All’imbrunire, l’antico monastero del Soccorso è apparso brulicante di voci,  di luci, di vita, di sguardi. E’ stato un ritorno al passato, un rivivere momenti lontani, ma ancora così tanto presenti nella memoria popolare.

 

Altamura non ha dimenticato la sua storia, non rinnega i suoi martiri e i suoi eroi, anzi, li cerca, li esalta, li rivive, rievocandone le gesta.

La Leonessa di Puglia non si fa pecora, cercando il suo orgoglio identitario nei fasti di una monarchia assolutista di cui era suddita e nelle imprese prepotenti e sanguinose dei briganti, ma in quegli uomini che ebbero il coraggio di ribellarsi agli atavici schemi per abbracciare la democrazia, in quei contadini che si mossero  a difesa dei loro secolari sacrifici, nei giovani intellettuali che nella cultura trovarono le armi contro l’opprimente oscurantismo borbonico.

Ed ecco che allora la rivoluzione assume un senso profondo, una forza propulsiva sprigionata dalla fusione di diversi ceti sociali accomunati da un obiettivo comune: la Repubblica, l’unica forma di governo capace di garantire un’uguaglianza di diritti e doveri, il governo del popolo libero, svincolato dal pugno di ferro monarchico e dai privilegi feudali.

L’orgoglio altamurano è ancora vivo, palpita e non teme ideologie artefatte che vorrebbero strapparle un ruolo che le apparterrà per sempre, non teme confronti, tantomeno esecrabili manipolazioni della verità storica.

E con rinnovato ardore la Leonessa si prepara a celebrare i 220 anni della sua storia gloriosa.

Sarà l’opera meritoria dell’associazione culturale "Algramà", nella figura del suo presidente, Giovanni Moramarco, del direttore Luigi Mininni e di tutti gli associati, che già hanno avuto modo di dimostrare grandi capacità organizzative e un constante impegno, a lavorare ancora affinchè Altamura, con il supporto dell’Amministrazione Comunale e degli enti preposti, possa essere brillante protagonista e centro di un evento storico-culturale che si prospetta più che ricordevole.

Da noi tutti il più sincero ringraziamento e un sentito augurio per un 2019 da celebrare con patriottico orgoglio, all’ombra di un rigoglioso e redivivo Albero della Libertà.

 

 

 

 

 

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