Eleonora de Fonseca Pimentel, ricordandoti

Isacco e Ismaele nella Bibbia

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Nell’antica Mesopotamia, in una città chiamata Ur dei Caldei, circa quattromila anni fa, da un uomo chiamato Tera, lontano discendente di Sem, nacque Abramo.

Abramo prese in moglie Sarai, una “donna di bell'aspetto” ma “Sarai era sterile, non aveva figli”.

Alla morte di suo padre, “Tera prese Abramo, suo figlio, e Lot, figlio di Aran, cioè figlio di suo figlio, e Sarai sua nuora, moglie d'Abramo suo figlio, e uscì con loro da Ur dei Caldei per andare nel paese di Canaan. Essi giunsero fino a Caran, e là soggiornarono”.

Dopo la morte di Tera, avvenuta in Caran, il Signore si manifestò al Abramo:  ”Va' via dal tuo paese, dai tuoi parenti e dalla casa di tuo padre, e va' nel paese che io ti mostrerò; io farò di te una grande nazione, ti benedirò e renderò grande il tuo nome e tu sarai fonte di benedizione. Benedirò quelli che ti benediranno e maledirò chi ti maledirà, e in te saranno benedette tutte le famiglie della terra”.

Così Abramo, all’età di 75 anni, raccolse le sue cose e accompagnato da Lot, dalla moglie e dalla gente che era con lui, riprese il cammino.

 

Giunto nella terra di Canaan, Abramo attraversò il paese fino al Sichem. “In quel tempo i Cananei erano nel paese”.

Qui il Signore si rivolse nuovamente ad Abramo: «Io darò questo paese alla tua discendenza».

Dopo di questo Abramo riprese il cammino fino alla montagna a oriente di Betel dove piantò le sue tende, quindi, proseguendo da un accampamento all'altro, giunse nella regione meridionale, ma “Venne una carestia nel paese e Abramo scese in Egitto per soggiornarvi, perché la fame era grande nel paese”.

Risalito dall'Egitto, soggiornò nella regione meridionale e quindi a Betel, dove si separò da Lot, che si diresse verso oriente, in direzione della fertilissima valle del Giordano.

A betel, dopo la separazione da Lot, il Signore rivolse nuovamente la parola ad Abramo: «Alza ora gli occhi e guarda, dal luogo dove sei, a settentrione, a meridione, a oriente, a occidente. Tutto il paese che vedi lo darò a te e alla tua discendenza, per sempre. E renderò la tua discendenza come la polvere della terra; in modo che, se qualcuno può contare la polvere della terra, potrà contare anche i tuoi discendenti. Alzati, percorri il paese quant'è lungo e quant'è largo, perché io lo darò a te».

Abramo levò le sue tende e andò ad abitare alle querce di Mamre, che sono a Ebron, dove Il Signore gli rivolse nuovamente la parola, promettendogli un erede. «Guarda il cielo e conta le stelle se le puoi contare. E soggiunse: Tale sarà la tua discendenza».

Il Signore gli disse ancora: «Io sono il SIGNORE che ti ho fatto uscire da Ur dei Caldei per darti questo paese, perché tu lo possegga». «Sappi per certo che i tuoi discendenti dimoreranno come stranieri in un paese che non sarà loro: saranno fatti schiavi e saranno oppressi per quattrocento anni; ma io giudicherò la nazione di cui saranno stati servi e, dopo questo, se ne partiranno con grandi ricchezze. Quanto a te, te ne andrai in pace presso i tuoi padri e sarai sepolto dopo una prospera vecchiaia. Alla quarta generazione essi torneranno qua; perché l'iniquità degli Amorei non è giunta finora al colmo».

«In quel giorno il SIGNORE fece un patto con Abramo, dicendo: «Io do alla tua discendenza questo paese, dal fiume d'Egitto al gran fiume, il fiume Eufrate; i Chenei, i Chenizei, i Cadmonei, gli Ittiti, i Ferezei, i Refei, gli Amorei, i Cananei, i Ghirgasei e i Gebusei».

Trascorsi dieci anni dalla venuta in Canaan, Sara, che non poteva avere figli, diede ad Abramo la sua serva Agar, di origini egiziane che, rimasta incinta, “guardò la sua padrona con disprezzo”.

La reazione di Sara fu talmente dura da costringere Agar alla fuga.

L'angelo del Signore le rivolse la parola presso una sorgente d'acqua, nel deserto, sulla via di Sur: “Torna dalla tua padrona e umiliati sotto la sua mano” e soggiunse: “Io moltiplicherò grandemente la tua discendenza e non la si potrà contare, tanto sarà numerosa Ecco, tu sei incinta e partorirai un figlio a cui metterai il nome di Ismaele, perché il Signore ti ha udita nella tua afflizione; egli sarà tra gli uomini come un asino selvatico; la sua mano sarà contro tutti, e la mano di tutti contro di lui; e abiterà di fronte a tutti i suoi fratelli”. Alla nascita di Ismaele Abramo aveva 86 anni.

Trascorsero ancora tredici anni e Ismaele era un giovinetto, quando il Signore rivolse nuovamente la parola ad Abramo: “Io sono il Dio onnipotente; cammina alla mia presenza e sii integro; e io stabilirò il mio patto fra me e te e ti moltiplicherò grandemente”, rinnovando le promesse:

“Quanto a me, ecco il patto che faccio con te; tu diventerai padre di una moltitudine di nazioni; non sarai più chiamato Abramo, ma il tuo nome sarà Abraamo, poiché io ti costituisco padre di una moltitudine di nazioni.

Ti farò moltiplicare grandemente, ti farò divenire nazioni e da te usciranno dei re. Stabilirò il mio patto fra me e te e i tuoi discendenti dopo di te, di generazione in generazione; sarà un patto eterno per il quale io sarò il Dio tuo e della tua discendenza dopo di te. A te e alla tua discendenza dopo di te darò il paese dove abiti come straniero: tutto il paese di Canaan, in possesso perenne; e sarò loro Dio”...

Quanto a Sarai tua moglie, non la chiamare più Sarai; il suo nome sarà, invece, Sara. Io la benedirò e da lei ti darò anche un figlio; la benedirò e diventerà nazioni; re di popoli usciranno da lei.

E Abramo di rimbalzo: «Oh, possa almeno Ismaele vivere davanti a te!» Dio rispose: «No, Sara, tua moglie, ti partorirà un figlio e tu gli metterai il nome di Isacco. Io stabilirò il mio patto con lui, un patto eterno per la sua discendenza dopo di lui. Quanto a Ismaele, io ti ho esaudito. Ecco, io l'ho benedetto e farò in modo che si moltiplichi e si accresca straordinariamente. Egli genererà dodici principi e io farò di lui una grande nazione.  Ma stabilirò il mio patto con Isacco che Sara ti partorirà in questa stagione il prossimo anno”.

Nel giorno della festa per il divezzamento di Isacco, “Sara vide che il figlio partorito ad Abraamo da Agar, l'Egiziana, rideva” e mal sopportò la cosa, al punto da indurre Abramo a cacciare la serva e suo figlio.

“La cosa dispiacque moltissimo ad Abraamo a motivo di suo figlio. Ma Dio disse ad Abraamo: Non addolorarti per il ragazzo, né per la tua serva; acconsenti a tutto quello che Sara ti dirà, perché da Isacco uscirà la discendenza che porterà il tuo nome.  Anche del figlio di questa serva io farò una nazione, perché appartiene alla tua discendenza … Dio fu con il ragazzo; egli crebbe, abitò nel deserto e divenne un tiratore d'arco.  Egli si stabilì nel deserto di Paran e sua madre gli prese per moglie una donna del paese d'Egitto”.

Sara morì nel paese di Chiriat-Arba, che è Ebron, nel paese di Canaan, e fu seppellita nella grotta di Macpela, venduta ad Abramo da Efron l’ittita, per il prezzo di 400 sicli d’argento. “Così il campo di Efron, che era a Macpela di fronte a Mamre, il campo con la grotta che vi si trovava, tutti gli alberi che erano nel campo e in tutti i confini all'intorno, furono assicurati come proprietà d'Abraamo … come sepolcro di sua proprietà”.

Abraamo, sopravvissuto alla moglie per lunghi anni, “spirò in prospera vecchiaia, attempato e sazio di giorni, e fu riunito al suo popolo. Isacco e Ismaele, suoi figli, lo seppellirono nella grotta di Macpela nel campo di Efron, figlio di Soar, l'Ittita, di fronte a Mamre”

La scena desta profonda commozione: Isacco e Ismaele, separati dalle traversie della vita, ambedue grandemente benedetti dal Signore, si ritrovano davanti alla salma del padre Abramo.

E’ l’ultima scena di concordia che ci prospetta la Bibbia tra i due fratelli e i popoli che ne sono derivati.

 “Gli anni della vita d'Ismaele furono centotrentasette; poi morì, e fu riunito al suo popolo. I suoi figli abitarono da Avila fino a Sur, che è di fronte all'Egitto, andando verso l'Assiria. Egli si era stabilito di fronte a tutti i suoi fratelli”.

“La durata della vita di Isacco fu di centottant'anni. Poi Isacco spirò, morì e fu riunito al suo popolo, vecchio e sazio di giorni”.

Anch’egli fu sepolto nella grotta di Macpela, dove troveranno riposo anche le spoglie della moglie Rebecca e del figlio Giacobbe con Lea, sua moglie. Rachele fu sepolta invece “sulla via di Efrata, cioè di Betlemme” e Giacobbe eresse sulla tomba una pietra commemorativa.

Abramo non fu proprietario, per tutta la sua vita, di un solo metro quadrato di terra del paese di Canaan, a meno del luogo di sepoltura.

Le vicende che seguono la morte e la sepoltura di Abramo mostrano un inestinguibile antagonismo tra i due popoli derivati da Isacco e Ismaele.

Per ritrovare una traccia di Ismaele, nella Bibbia, bisogna arrivare al tempo dei Giudici, quando Gedeone liberò Israele dalla loro feroce, settennale oppressione.

Per inciso: Gedeone, dopo aver distrutto l’altare e l’idolo di Baal, dovette affrontare una folla inferocita, che si calmò solo a queste parole: “se esso è un dio, difenda egli stesso la sua causa, visto che hanno demolito il suo altare”. Dio sa benissimo difendere la sua causa e non ha bisogno di alcun soccorso umano, tantomeno di guerre sante, da qualsiasi parte provengano.

Tornando a Gedeone, il libro dei Giudici riferisce che “I nemici avevano degli anelli d'oro perché erano Ismaeliti”. Il peso degli anelli d’oro del bottino fu di millesettecento sicli d'oro, oltre alle mezzelune, ai pendenti e alle vesti di porpora che i re di Madian avevano addosso, e oltre ai collari che i loro cammelli avevano al collo.

L’antagonismo tra Israele e Ismaele è ben spiegato nell’invocazione di aiuto da parte di Asaf, nel Salmo 83 (circa tre millenni addietro).

 

O Dio, non restare silenzioso!

Non rimanere impassibile e inerte, o Dio!

Poiché, ecco, i tuoi nemici si agitano,

i tuoi avversari alzano la testa.

Tramano insidie contro il tuo popolo

e congiurano contro quelli che tu proteggi.

Dicono: «Venite, distruggiamoli come nazione

e il nome d'Israele non sia più ricordato!»

Poiché si sono accordati con uno stesso sentimento,

stringono un patto contro di te:

le tende di Edom e gl'Ismaeliti;

Moab e gli Agareni;

Ghelal, Ammon e Amalec;

la Filistia con gli abitanti di Tiro;

anche l'Assiria s'è aggiunta a loro;

presta il suo braccio ai figli di Lot.

 

Qua si vede Ismaele in una coalizione, contro Israele, finanche con i discendenti di Esaù, figlio di Giacobbe (Edom) e con i discendenti di Lot (Ammon  e Moab). Fratelli contro fratelli.

I “tuoi nemici”, i “tuoi avversari”, “stringono un patto contro di te”. In gioco non c’è solo la sopravvivenza di Israele ma la stessa dignità di Dio.

Come si vede, l’antisemitismo (ma anche Ismaele, Esaù, Ammon e Moab sono discendenti di Sem) ha radici molto antiche e profonde.

Di esso sono permeati, in primis, gli abiti dei pretacci delle mille religioni che infestano il mondo e che con violenza o con finto buonismo, pregano Dio e linciano l’ebreo, identificato oggi nello Stato di Israele.

Sarebbe auspicabile che Isacco e Ismaele si raccogliessero in pace, ancora una volta, intorno alle spoglie del padre Abramo, ma la Bibbia ci offre un quadro ben diverso degli avvenimenti futuri.

 

 

Nota. Le citazioni bibliche vengono prevalentemente dal libro della Genesi, versione “Nuova Riveduta”, scaricabile gratuitamente da internet. I luoghi citati sono facilmente individuabili in qualsiasi atlante biblico.

                                                                                                                        

 

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