Il Risorgimento musicale a Napoli: Michele e Gilda Ruta
Michele Ruta nacque a Caserta il 7 febbraio 1826, figlio di un maestro di cappella del duomo locale. Si trasferì a Napoli per studiare al Conservatorio di San Pietro a Maiella. Di idee liberali risorgimentali partì nel 1848 volontario per il Nord, in occasione della Prima Guerra di Indipendenza, al seguito della spedizione organizzata a Napoli su iniziativa della grande e singolare scrittrice patriottica milanese Cristina Trivulzio di Belgioioso. Scrisse canti patriottici, sue prime creazioni. Rientrato dalla Lombardia, si dedicò alla composizione, all'insegnamento privato, alla critica musicale. Scrisse melodrammi, musica da camera e da chiesa, anche un balletto. Fu autore di una "Storia critica delle condizioni della musica in Italia e del Conservatorio di San Pietro a Maiella di Napoli" e di corsi di teoria musicale, che gli valsero la nomina a docente esterno del Conservatorio napoletano. Ruta fu un importante animatore della vita culturale di Napoli nell'Italia unita liberale, costituzionale, laica, e di numerosi eventi musicali. Aveva sposato Emelina Sutton, cantante di origine inglese, avendo otto figli. Morì a Napoli il 24 gennaio 1896. La primogenita fu Gilda, nata a Napoli il 13 ottobre 1853, che già a sedici anni era una distinta pianista e divenne poi famosa in Italia e all'estero. Nella giovinezza insegnò anche pianoforte e canto corale nella scuola di formazione delle insegnanti elementari di Terra di Lavoro. Si perfezionò con il grande pianista e compositore Franz Liszt. Con la pianista napoletana Gilda Ruta si ha una delle prime presenze femminili come soliste; ella tenne recital nelle maggiori città italiane con un ampio repertorio, che comprendeva non solo i classici noti come Chopin, Beethoven, Liszt, ma anche napoletani come Domenico Scarlatti. Con la sua rara personalità musicale fu anche compositrice di opere per pianoforte, per orchestra, di musica vocale, spesso proposte in duo con la sorella Anna, soprano. Si esibì con le maggiori orchestre, con la direzione ad esempio del giovane Arturo Toscanini. Nel 1894 fece una tournèe negli Stati Uniti, che la fece conoscere e stimare in quell'ambiente così aperto e ricettivo.
Dopo la morte del padre, essendo già morto anni prima il marito, l'ingegnere napoletano Tommaso Cagnazzi, si trasferì definitivamente negli Stati Uniti coi figli, anch'essi musicisti, suonando con le maggiori orchestre, continuando la sua attività di compositrice. Nella scia del padre si dedicò negli ultimi anni all'insegnamento nell'accademia di Manhattan, da lei fondata con i citati figli, Tommaso violinista e Anna pianista, come la madre. Morì a New York il 26 ottobre 1932, esponente di quella grande, nobile, alta "Italia fuori d'Italia", che è giunta secondo stime recenti a 80 milioni di Persone, più grande di quella della penisola (60 milioni, raggiungendo la cifra che pochissimi afferrano, nella sua sorprendente grandezza, di 140 milioni dell'Italia Mondiale) e che bisogna imparare a conoscere, valorizzare ed onorare, per rafforzare e diffondere nel mondo la nostra cara, singolare, originale, creativa in tanti campi, 'Italianità" nobile ed alta, riconosciuta ed apprezzata in tutti gli angoli del Pianeta.
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