Eleonora de Fonseca Pimentel, ricordandoti

Perchè liberare le giovani generazioni dal fascismo

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Come ha recentemente ricordato  il dott. Mario Avagliano, anche attraverso il nostro Nuovo Monitore Napoletano,  in questi giorni cade il 73° anniversario dell'entrata in vigore delle cd. " leggi razziali" fasciste  ma, contrariamente a quanto dovrebbe avvenire in una nazione costituzionalmente antifascista, è la prima volta che l' Italia, e in particolare, la città di Napoli si trovino a dover affrontare le questioni irrisolte con il vecchio regime dittatoriale con viva preoccupazione per ciò che potrebbe accadere nella compagine sociale.
E' da una settimana, infatti, che l'intero mondo politico-istituzionale napoletano  sta dibattendo circa l'opportunità di accordare alla sezione napoletana dell'associazione " Casa Pound" il permesso di organizzare anch'essa un corteo per le strade della città in occasione della manifestazione nazionale che dovrebbe svolgersi sabato 26 novembre, ed il primo ad aver espresso il suo perentorio parere negativo a che si tenga questo corteo è stato il sindaco, Luigi De Magistris, adducendo come motivazione il fatto che Napoli sia la città antifascista per antonomasia, onore procuratole dalle famose e gloriose " Quattro Giornate", durante le quali molti cittadini napoletani persero la vita per liberarsi dalle forze d'occupazione nazi-fasciste, il che contrbuì anche ad evitare che i membri superstiti della comunità ebraica napoletana venissero coinvolti nelle fasi finali delle deportazioni e dello sterminio.

A tale dichiarazione, tutti gli ambienti politico-culturali hanno espresso la loro adesione a questa opposizione: dal Pd ai Giovani democratici, dal rettore dell'Ateneo " Federico II", Massimo Morelli, ai comitati studenteschi di tutte le facoltà dell'Ateneo stesso, dalle varie associazioni di partigiani a Pier Luigi Campagnano, presidente della Comunità ebraica di Napoli; la decisione finale è ora nelle mani del questore  Luigi Merolla  il quale, dopo aver preso atto del parere negativo espresso anche dal prefetto, Andrea De Martino, e dal Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica, organo prefettizio di natura consultiva,  ha deciso di convocare una riunione tra gli agenti della Digos e gli organizzatori del corteo , dopo che questi ultimi hanno rifiutato l'ipotesi di limitare la propria manifestazione a un singolo presidio in piazza Carlo III.

 

Non è stata presa alcuna decisione definitiva dunque, ma  dimenticando per un attimo la causa particolare che ha dato vita ad un simile dibattito e che tanto preoccupa tutte le istituzioni, è opportuno che ognuno di noi rivolga a se stesso ed ai nostri rappresentanti la seguente domanda: come e perchè è stato possibile che le giovani generazioni, dopo ben 65 dalla proclamazione della Repubblica, siano cadute preda dei vecchi e pericolosissimi sistemi del deplorevole regime fascista?

Tutti i più importanti studiosi della storia del nostro Paese concordano su di un aspetto inquietante ma , purtroppo veritiero e comprovato dalle vicende in oggetto: subito dopo la sua proclamazione,  la nostra Repubblica ha iniziato ad essere oggetto di oscuri poteri sopravvissuti intatti  alle vicende di quella grande rivoluzione che è stata la Resistenza, e ciò in nome di una " pax sociale" di difficilissima definizione che ha contribuito, appunto, a che interi apparati dello Stato siano rimasti nelle mani di personaggi che durante la dittatura si macchiarono dei peggiori crimini, complici consapevoli della barbarie, dando vita ad un sistema di potere che, ben più di una volta, ha fatto sì che la nostra democrazia fosse messa gravemente in pericolo.
Inutile nasconderlo. Gli italiani non hanno mai saputo, voluto, fare i conti con il proprio passato, e adesso tutte le contraddizioni e i contrasti irrisolti rischiano di rendere Napoli un autentico campo di guerra, dove i destini di alcuni giovani italiani, la cui unica colpa è quella di essere stati schiavizzati da un sistema di potere parassitario e da una mentalità funzionale alla sottomissione della coscienza, saranno segnati in modo indelebile.
Il Popolo di Napoli non può, non deve accettare che venga perpetrato un tale scempio morale e civile; non può accettare che la sua Storia venga oltraggiata; non può permettere che venga posta in essere una simile frattura tra i suoi stessi componenti. Che si destino quei giovani spiriti intrappolati in un questo "sonno della ragione"! Si liberino dalla morsa di equivoci personaggi, molto spesso già colpiti da provvedimenti giudiziari, il cui unico scopo è quello di utilizzare queste giovani vite per i loro loschi affari e per continuare ad avere un qualche peso politico! Il fascismo è distruzione di ogni spirito critico, di ogni impeto di solidarietà, di rispetto altrui, di senso di convivenza civile, tutti valori che ci rendono degni di essere cittadini di una vera Repubblica democratica: solo contribuendo all'emancipazione di questi giovani, lo Stato italiano potrà dirsi al sicuro. E noi con esso.

 

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