Vittime di menzogne storiche. Che squallore!
Non sono bastati anni di indignato e noncurante silenzio da parte del mondo accademico e dei maggiori istituti di cultura a smascherare e a fare implodere cumuli di fandonie e stomachevoli libelli costruiti ad arte. Alla pari di una nauseabonda epidemia, gli untori hanno avuto tutto il tempo di agire indisturbati, dilagando sui social, nelle amministrazioni comunali, nelle scuole, nelle menti più facili da manipolare. Dalle adunate mangerecce, alle rappresentazioni da quattro soldi in sconosciute piazze provinciali, tra gente ignara del suo passato, i lestofanti della storia hanno via via alzato il tiro, imponendosi con le loro becere invettive, avanzando richieste e riconoscimenti istituzionali. Non sono bastati studi veri e seriamente comprovati a dimostrare i loro loschi raggiri, non è bastata la storia stessa a dimostrare quanto male abbia fatto al Sud dell’Italia una siffatta progenie, e quanto male ancora avrebbe intenzione di fare attraverso infiltrazioni politiche e sociali.
E’ vergognoso quanto sta accadendo, dopo che la Regione Puglia ha istituito una giornata della memoria per le presunte vittime dell’Unità d’Italia, senza ricorrere ad una commissione cultura, senza porsi alcun dubbio sulla reale esistenza di migliaia di vittime, tanto decantate, gonfiate, volgarmente inventate. E’ deplorevole la facilità con cui certa gente, armata di viscida politica, usa di tutto, pur di farsi propaganda. E’ ignobile, indecente, vomitevole, tanto quanto lo sono i fautori delle manipolazioni storiche che, nonostante siano stati smascherati su più fronti, da tutti gli istituti di cultura e le università italiane, continuano a scalciare, a mettere alla gogna mediatica professori, giornalisti, storici veri e chiunque provi a dimostrare i loro squallidi raggiri, istigando la povera gente, ignara di essere usata, ad inviare mail, a sottoscrivere petizioni, a cercare vendetta a tutti i costi per un fantomatico passato storico da riscattare. Impapocchiano impettiti, argomentando su presunti complotti contro la storia studiata e comprovata, con la bocca gonfia di ridicole elucubrazioni su cui è difficile scegliere se metterle a tacere calando un velo pietoso, o con una bella pernacchia alla de Filippo. Si chiede di riscattare i briganti, i volgari malfattori, i lazzari inferociti, la maledetta stirpe dei Borbone, si ordina di riscattare tutta la feccia del Sud perché loro erano il vero sole, l’ “oro di Napoli”, la ricchezza, i “primati” che ci sono stati rubati. Ed allora bisogna rubare a tutti i costi verità alla storia, trasfigurandola, reinventandola, invertendo vittime e carnefici. Così facendo di sicuro la camorra attecchirà ancora meglio, e con essa i sedicenti storici ex direttori di rotocalchi rosa, e gli autoreferenziati professoroni frustrati di terz’ordine, che tanto si stanno gonfiando e sgolando nelle ultime ore, argomentando con le loro laide menzogne, facendo leva sull’ “orgoglio meridionale”, sul futuro dei propri figli (ovviamente usati ad arte) pur di ottenere consensi e venir fuori dalla fanghiglia in cui, poveri mediocri, sguazzano da sempre. E’ davvero penoso soffermarsi a considerare tutto questo, soprattutto per chi muove da principi onesti e consuma la sua vita cercando di offrire disinteressatamente ai posteri verità comprovate. E’ profondamente offensivo per la gente sana del Sud sentirsi chiamati in causa da siffatti manigoldi, che ingrassano e intascano con le loro menzogne, gettando fango sulla nostra vera e sofferta storia. Che squallore, povero Sud, povera Italia!
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