Rose Montmasson, l’Eroina dei Mille

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Categoria: Storia del Risorgimento
Creato Giovedì, 22 Giugno 2017 18:42
Ultima modifica il Venerdì, 07 Luglio 2017 22:16
Pubblicato Giovedì, 22 Giugno 2017 18:42
Scritto da Antonella Orefice
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Rose MontmassonNella costruzione dello Stato nazionale italiano, nonostante la poca visibilità pubblica, le donne, non solo ebbero un ruolo rilevante, ma furono anche numerose e di diversa condizione sociale.

Con le loro idee si impegnarono direttamente nelle cospirazioni e nelle lotte, dimostrandosi determinate e capaci poi di assumersi impegni sociali a beneficio delle classi più disagiate.

Nel breve soggiorno da esule nel Palazzo Madama di Torino avvenne l’incontro tra l’avvocato “cospiratore” Francesco Crispi e Rose Montmasson che, attraverso i versi di una poesia popolare di Carmelo Piola, sarebbe passata alla storia come “Rosalia”.

Sebbene fosse nata a Saint- Jorioz, piccolo villaggio dell’Alta Savoia, Rose per il suo impegno patriottico, fu naturalizzata cittadina di quella Sicilia che aveva contribuito a liberare dal regime borbonico.

Era nata il 12 gennaio 1823 in una famiglia di piccoli proprietari terrieri e in Savoia aveva trascorso i primi 15 anni della sua vita, fino a quando, rimasta orfana della madre, si trasferì a Torino trovando lavoro come stiratrice.

L’incontro con Francesco Crispi nel capoluogo piemontese, nonostante le differenze di stato sociale e culturale, fu sicuramente determinante. Il coinvolgimento passionale, almeno da parte di Rose, fu così forte che mai esitò a seguirlo da un paese all’altro.

 

Dopo i moti milanesi del 6 febbraio 1853 il governo piemontese decise di espellere gli esuli di tendenze repubblicane. Il Crispi riparò a Malta, ma la sua attività sovversiva era nel mirino delle spie borboniche.

Il giornale politico «La Staffetta» da lui diretto era quotidianamente al vaglio della censura, divenendo causa principale dei numerosi decreti di espulsione.

Raggiunto a Malta da Rose, per regolarizzare la loro relazione, i due convolarono a frettolose nozze perché sull’avvocato già gravava l’ennesimo decreto.

Non avendo avuto il tempo per espletare le consuete procedure prematrimoniali  fu difficile trovare un sacerdote disposto ad officiarlo. Alla fine tutto si risolse mediante un gesuita girovago, Luigi Marchetti, resosi disponibile dietro compenso; solo anni dopo si sarebbe scoperto che costui era interdetto e sospeso a divinis.

Trasferitisi a Londra, per i Crispi iniziò un intenso periodo di cospirazione. L’insolito modo in cui Rosalie concepiva il suo ruolo di moglie non mancava di suscitare grandi curiosità negli ambienti dell’alta borghesia.

«L’eroica devozione della signora Crispi per suo marito fece grande impressione ai miei genitori. Essa era, come tutti sanno, di bassissimi natali, e pur credendosene la moglie, era contenta di lavorare per lui come cuoca, lavandaia e donna tutto fare», scrisse di lei Tina, la figlia dei coniugi Scalia.

Collaboratori fidati di Mazzini, Rose, travestita da contadina, si adoperava spesso anche per il recapito di messaggi, volantini e armi.

Da Londra a Parigi, anche in Francia il Crispi fu raggiunto da un ennesimo decreto di espulsione. Ripararono prima a Torino, poi a Genova, iniziando a collaborare attivamente alla preparazione dello sbarco in Sicilia

La sera del 5 maggio del 1860, Rose fu l’unica donna travestita da uomo a partire con Garibaldi da Quarto, dimostrandosi una preziosa infermiera dopo lo sbarco, tanto da guadagnarsi l’appellativo di “Angelo di Calatafimi”.

Dalla Sicilia a Napoli. Durante i giorni che precederono il plebiscito Rose riuscì a salvare il marito da un tentativo di arresto gridando dalla finestra “vogliono arrestare Crispi!”, scatenando così la reazione del popolo stanco della dittatura borbonica che, unanime, riuscì a salvare il patriota.

Con la tanto agognata unificazione dell’Italia, per Rose iniziò un periodo di tranquillità. Francesco Crispi fu eletto deputato, divenendo un importante punto di riferimento della politica italiana.

Da Torino a Firenze, il salotto di casa Crispi divenne il salotto politico per eccellenza: Rose incarnava l’orgogliosa eroina dei Mille.

La vita coniugale con Crispi, però, a seguito di insoddisfazione e trascuratezza da parte del marito, finì col precipitare.

Separatosi da Rose e rinnegandola come moglie, nel 1878 Crispi venne accusato di bigamia per aver contratto un nuovo matrimonio con Lina Barbagallo da cui aveva appena avuto una figlia. In realtà  non era non l’unica: prima di incontrare Rose, il Crispi aveva già avuto un figlio da una relazione con Felicita Valla ed un altro nel 1873 da Luisa Del Testa.

Tuttavia il matrimonio con la Barbagallo venne fortemente strumentalizzato sul piano politico.

Il Crispi si difese sostenendo che le nozze con Rose celebrate a Malta erano state solo un “simulacro”, un'apparenza che non rinviava ad alcuna realtà e qui riemerse l’interdizione e la sospensione a divinis di quel gesuita girovago che dietro compenso aveva accettato di celebrare quel matrimonio senza i regolari documenti.

Il clamore suscitato dai costumi libertini del Crispi costrinse Rose a ritirarsi a vivere gli ultimi anni in solitudine. Morì a Roma nel 1904, circondata dai suoi gatti e dimenticata dai più.

«Vogliano le donne felici ed onorate dei tempi avvenire rivolgere tratto tratto il pensiero ai dolori ed alle umiliazioni delle donne che le precedettero nella vita, e ricordare con qualche gratitudine i nomi di quelle che loro apersero e prepararono la via alla non mai prima goduta, forse appena sognata, felicità!» scrisse nel 1866 Cristina Trivulzio di Belgiojoso.

Con questa sincera intenzione abbiamo rivolto il nostro pensiero all’ “eroina dei mille”: Rose Montmasson.

 

 

Bibliografia

R. Composto, Una donna fra i Mille: Rosalia M.-Crispi, Palermo 1989. 

F. Crispi, Lettere dall’esilio, Roma 1918.

Enciclopedia biografica e bibliografica «Italiana», a cura di A. Ribera, s. VII, Eroine, ispiratrici e donne di eccezione, Milano 1940.