Eleonora de Fonseca Pimentel, ricordandoti

C'era una volta in America, visto da Manduria

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Ellis Island, un’isoletta della baia di New York, posta alla foce dell’Hudson, è stata il crocevia di approdo delle navi in cui viaggiavano gli immigranti giunti negli Stati Uniti d’America.

Poco distante, sull’altro isolotto denominato Liberty Island, si erge la famosa Statua della Libertà, simbolo, nell’immaginario di tutti gli aspiranti nuovi cittadini degli States, del grande “sogno americano”.

Attraverso il porto di Ellis Island sarebbero transitati, nel tempo, circa dodici milioni di persone sottoposte, al momento dello sbarco, a rigorosi e, spesso, umilianti controlli amministrativo-sanitari al cui superamento era condizionato il visto di ingresso nel Paese.

Per gli sfortunati che non riuscivano a superare i controlli, era previsto il reimbarco sulla stessa nave di provenienza, per fare ritorno al luogo di origine.

Il centro, che oggi definiremmo di “prima accoglienza”, è stato attivo dal 1892 al 1954, anno della chiusura, ed ospita, oggi, il Museo dell’Immigrazione o Ellis Island Immigration Museum.

Tra i vari controlli, di cui si è detto sopra, assume particolare rilevanza, al fine che ci occupa, la registrazione, nel corso della quale ciascun immigrante doveva fornire notizie relative alla propria identità, al luogo di origine ed alla nave su cui aveva viaggiato. 

 

Tutti questi dati, riguardanti i milioni di persone passate dal centro, attualmente sono stati raccolti e resi accessibili, al pubblico di tutto il mondo, nel sito internet  The Statue of Liberty – Ellis Island Foundation, Inc.  (http://libertyellisfoundation.org/) (*), che è stato il punto di partenza di questa breve ricerca che, in questo, dedichiamo a Manduria, cittadina oggi in Provincia di Taranto.

Attraverso il sito, infatti, sono stati consultati i registri o Passenger arrival Lists tenuti dal 1892 al 1924,  i quali, per la nostra cittadina, riportano l’arrivo, in detto arco di tempo, di circa 194 individui di età e sesso diversi.

Il dato è alquanto significativo se raffrontato alla popolazione dell’epoca, che, secondo il censimento del 1901, era pari a 13.190 abitanti (passata, poi, a 15.583 nel 1921).

Il fenomeno dell’emigrazione da Manduria verso gli Stati Uniti d’America, confrontato con i dati del censimento del 1901, ha interessato, pertanto, circa l’1,47% della popolazione, mentre se viene riferito al censimento del 1921, circa  l’1,24%.

Rapportato con altri centri del circondario o, comunque, vicini, si nota che Oria ha avuto circa 117 migranti verso gli States (1,32% rispetto alla sua popolazione di 8.838 individui nel 1901), Sava circa 122 migranti (1,61% rispetto alla sua popolazione di 7.553 individui nel 1901), Francavilla Fontana circa 28 migranti (0,15% rispetto alla sua popolazione di 17.759 individui nel 1901), Maruggio circa 28 migranti (1,36% rispetto alla sua popolazione di 2.048 individui nel 1901), Martina Franca 190 migranti (0.75% rispetto alla popolazione di 25.287 individui nel 1901).

Da notare, infine, che, per Avetrana non risultano nominativi.

Chiaramente tutti i dati sopra riportati, elaborati in modo empirico e senza velleità statistiche (per le quali difetteremmo di competenze), indicano soltanto in parte l’entità del fenomeno migratorio da questi centri, in quanto riguardano il flusso verso gli Stati Uniti d’America, ma non comprendono né quello verso altri paesi del mondo (ad esempio: il Sudamerica, il Nordafrica, gli altri Paesi Europei), né quello all’interno dell’Italia.

Per Manduria, all’epoca in Provincia di Lecce, le famiglie interessate, fatte salve le eventuali omissioni dovute alla sommarietà della nostra ricerca, e comprese le errate trascrizioni in cui sono incorsi i funzionari americani addetti alla registrazione, sono le seguenti: D’Abramo, Abatematteo, Sonchero (sic!), Trombacca, Stranieri, Dimitri, Buccolieri, Fiesdsi (sic!), Lochi, Lombardi, Fontana,  Pi…tino (sic!), Made (sic!), Peini (sic!), Perez, Lenti, Lantoro (sic! Probabilmente Santoro), Rosito, Brunetti, Pizzi, Guiderdone, Guida, Fisschi (sic!), Fistetto, Campanane (probabilmente Campanale), Forte, Lavermtz (sic!), Conte, Gozzi, Erario, Iarmaccone (probabilmente Iannaccone) , Mezzano, Miceli (probabilmente Micelli), Genca, Montesardo, Gennari,  Perrucci, Chimienti, Catagno (probabilmente Cotugno), De Girolamo, Mazza, Mero, Mangiulli, Cavallone, Urbano, Piccione, d’Uggento,  Amati, Allansoro (sic!), De Angelis, Chinini, Carbollese, Capogrosso, Leardi, Marra, Raho, Lamusta, Di Monopoli, Sardiello, Dinoi, Doria, Abatematteo, Di Sorenjo (sic!), Ruggieri, D’Ostuni, Decarlo, Carrozzo, Havaglia (più precisamente Sbavaglia), Nisi, Foggetti, Di Lauro, De Sanro (probabilmente De Sarlo o, forse, De Sario), Costa, Musiello, Leone, Buonfrate, Marzo, Pastorelli, Piccione, Moccia, Torino, Caraccio, Quaranta, Calò.

Per la trascrizione dei cognomi si è cercato di seguire, in linea di massima, l’ordine di arrivo risultante dai registri.

Da notare, anche, la registrazione delle navi, quasi sempre partite dal porto di Napoli, tra le quali “Regina d’Italia”, “Duca d’Aosta”, “Ancona”, ecc.

Per la famiglia dello scrivente ho rinvenuto un solo nominativo: tale Capogrosso Paolino, che risulta arrivato a Ellis Island nel 1914 a bordo della nave Regina d’Italia, proveniente da Napoli.

Inoltre, è opportuno segnalare, tra gli immigranti anche nomi illustri, come quello dell’allora noto musicista mandurino Oreste Sbavaglia, giunto a Ellis Island – New York (e, probabilmente, diretto a Boston) nel 1911 a bordo della nave “Berlin”, del quale ci occuperemo in un prossimo contributo.

Il fenomeno migratorio, alquanto rilevante per Manduria, soprattutto se confrontato con quello dei paesi vicini, è giustificato dal contesto storico-sociale in cui esso si colloca (ultimo decennio del secolo XIX e il primo ventennio del XX), caratterizzato da profonde trasformazioni economiche e sociali che, tuttavia, avevano comportato un impoverimento delle classi contadine.

Proprio a Manduria, nell’Agosto del 1902, vi era stata una sommossa di contadini e braccianti, stanchi delle dure condizioni di lavoro e degli scarsi profitti, che ebbe come epicentro Largo Addolorata (l’attuale Piazza S.Angelo)  e fu domata anche con l’intervento dell’esercito. A seguito del tumulto furono eseguiti circa cinquanta arresti (**).

Nel contempo occorre tener conto, per la comprensione del fenomeno, anche dell’aumento della pressione demografica (le famiglie avevano in media nella nostra cittadina, come nel resto d’Italia, un numero di figli prossimo a dieci), la quale ebbe in tal modo, per effetto della emigrazione esterna, un notevole alleggerimento.

Ciò, tuttavia, non impedì la crescita esponenziale della popolazione mandurina che, nel periodo di riferimento, arrivò quasi a raddoppiare, passando da 8.782 abitanti nel 1871 a 15.583 abitanti nel 1921. Per mantenere il confronto con i centri vicini, si può notare, invece, che Francavilla Fontana passò  da 17.759 nel 1871 a 19.291 nel 1921, mentre Oria da 7.135 nel 1871 a 10.567 nel 1921 (***).

In tale contesto, l’emigrazione verso l’altra sponda dell’Oceano Atlantico e soprattutto verso gli Stati Uniti rappresentò una indubbia valvola di sfogo ed il tentativo di assicurare a sé ed alla propria famiglia un avvenire migliore, inseguendo il cd. sogno americano.

Ricerca di una nuova patria quindi, ma senza recidere l’antico legame con quella d’origine, il tutto com’è mirabilmente (ed anche ingenuamente) dimostrato dal nome di una giovanissima migrante di Manduria, di appena otto anni, sbarcata a Ellis Island, al seguito dei genitori, il 5 Luglio 1921, dalla nave Regina d’Italia: alla piccola era stato imposto il nome benagurante  di Italamerica Calò. 

 

 

Note

(*) Per le notizie riguardanti l’immigrazione negli Stati Uniti d’America cfr. il sito internet: The Statue of Liberty – Ellis Island Foundation, Inc.  (http://libertyellisfoundation.org/)

(**) Per notizie più approfondite sulla sommossa popolare dell’Agosto 1902 a Manduria cfr. Wanda Occhialini, Stampa e società – Manduria nel primo Novecento, Ed. Amici della “A. De Leo”, Brindisi 1993.

 

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