Il carteggio tra Benjamin Franklin e Gaetano Filangieri
Le lettere, i documenti e i libri scambiati tra Benjamin Franklin (1706-1790) e Gaetano Filangieri (1753-1788), dal 1781 al 1787 rappresentano la cronaca del progetto politico dello statista americano perseguito attraverso la Costituzione degli Stati Uniti d'America, con il «nuovo mito politico» della «libertas americana» che il filosofo napoletano elaborava guardando al Nuovo Mondo, come al luogo in cui implementare la sua Scienza della Legislazione. Gaetano Filangieri, una delle figure più importati della nostra storia, ma anche della filosofia, con i suoi scritti influenzò il pensiero di Benjamin Franklin, pur se non ebbe mai modo di conoscere fisicamente l’America. Dal loro intenso carteggio si evince l’ambizioso progetto politico a cui il filosofo napoletano offriva il suo contributo per la costruzione di un assetto istituzionale che fosse realmente fautore della pubblica felicità. Gli ideali di libertà e tolleranza che stavano rivitalizzando il pensiero filosofico e la riflessione politica dell'Europa illuminista, ostacolata dai vincoli del feudalesimo e delle monarchie restie ad ogni riforma, guardavano ai Tredici Stati Uniti d'America come al luogo in cui avrebbero potuto essere applicati concretamente, senza incontrare resistenza.
Il mito americano di Gaetano Filangieri, appariva, a più riprese, nella Scienza della Legislazione, ma trovava la più compiuta e vigorosa espressione nella lettera del dicembre 1782 che il filosofo Napoletano scriveva a Franklin: “Fin dall'infanzia Filadelfia ha richiamati i miei sguardi. Io mi sono così abituato a considerarla come il solo paese ove si possa essere felice che la mia immaginazione non può disfarsi di questa idea. Ma come abbandonare il proprio paese, senza un motivo ragionevole da addurre. I miei lavori sulla legislazione non potrebbero forse determinarvi di invitarmi per concorrere al gran Codice che si prepara nelle Province Unite d'America, le leggi delle quali debbono decidere della loro sorte non solo, ma della sorte anche di tutto questo nuovo emisfero? giunto che sarei in America, chi potrebbe più ricondurmi in Europa! Dall'asilo della virtù, dalla patria degli eroi, dalla città dei fratelli potrei io desiderare il ritorno in un paese corrotto dal vizio e degradato dalla servitù? La mia anima abituata alle delizie d'una libertà nascente, potrebbe adattarsi più allo spettacolo d'una autorità onnipotente depositata nelle mani di un solo uomo? Dopo aver conosciuta ed apprezzata la società dei cittadini, potrei io desiderare il consorzio de' cortigiani e degli schiavi?” La relazione epistolare tra Filangieri e Franklin testimonia uno scambio di idee, che risulta essere decisivo sia nella ricostruzione del pensiero che i Rivoluzionari Americani, primi fra tutti Franklin e Jefferson, esercitarono sull'elaborazione della Scienza della Legislazione, sia per il contributo che il filosofo napoletano offrì nello gettare le fondamenta della Nuova Nazione degli Stati Uniti d'America. Jefferson richiamava molto Filangieri, per il comune interesse verso l'educazione del popolo, la centralità della piccola proprietà terriera e soprattutto perché entrambi parlarono della felicità, Ciononostante non ci sono prove di una diretta conoscenza tra loro, tantomeno Jefferson fu tra i viaggiatori illustri - tra cui Goethe - che fecero visita a Filangieri a Napoli. Nella ricostruzione dei rapporti epistolari tra Filangieri e Franklin, la prima parte della corrispondenza segna il periodo parigino di Benjamin Franklin, che tra il 1776 ed il 1785 fu delegato del Congresso Americano a Parigi alla Corte di Luigi XVI, con l'incarico di concludere trattati militari e politici. A Parigi Franklin fu anche il Gran Maestro della loggia delle Neuf Soeurs, un ramo potente della massoneria francese, che era composta da molti illustri personaggi di quel periodo. Dalla città di Parigi partirono i legami che da Napoli condussero a Franklin. Napoli, prima del 1799, era una delle città più cosmopolite d'Europa, con una fortissima propensione per le scienze sociali, la cui origine va ricondotta alla fondazione della Scuola Napoletana di pensatori sociali ad opera di Giambattista Vico e la cui fioritura è fatta coincidere con l'assegnazione ad Antonio Genovesi, nel 1754, della cattedra di economia politica all'Università, la prima che fosse stata mai istituita. Esponenti della Scuola Napoletana di Scienze Sociali erano Ferdinando Galiani e Domenico Caracciolo, le cui relazioni con Franklin sono state ampiamente provate, attraverso la corrispondenza privata. Il legame tra Franklin ed il Circolo Napoletano segnò anche l'inizio della corrispondenza con il giovane Gaetano Filangieri, che grazie al suo precettore Luca, Nicola De Luca, cliente di suo zio arcivescovo Serafino Filangieri, entrò a far parte della massoneria napoletana. Espressione della ideologia massonica fu il primo scritto di Gaetano Filangieri, Della morale dei legislatori di cui è noto solo un ampio estratto che Isidoro Bianchi pubblicò nel 1772 nelle Notizie dei letterati. L'esigenza di conciliare la virtù degli antichi alla ricchezza dei moderni, di cui si legge nel Piano Ragionato della Scienza della Legislazione è il cuore di quella «ideologia massonica», che infiammata dal fascino della Rivoluzione Americana, spiega l'entusiamo di Franklin per l'opera di Filangieri, di cui aveva sentito parlare proprio nel circolo massonico di Parigi, cui apparteneva, anche Luigi Pio, segretario della delegazione del Regno delle Due Sicilie a Napoli, il quale l'11 settembre 1781, così scriveva al filosofo napoletano: “Il nostro Franklin che è un amico provato, espresse il desiderio di leggere il tuo libro, di cui gli ho parlato. Io sono stato contento di soddisfare il suo desiderio con piacere. Per ringraziarmi, il filosofo americano mi diede il suo lavoro in quarto grande pieno di molte esperienze fisiche, da cui io sto traendo grande piacere e utilità. Egli legge l'italiano con difficoltà, ma egli può capirlo e già mi ha detto che stanno cominciando a piacergli le tue teorie che sono esposte "chiaramente e precisamente". La corrispondenza tra Filangieri e Luigi Pio fornisce la prova non solo che Franklin lesse ed apprezzò i primi due volumi della Scienza della Legislazione, ma decise altresì di mandare in dono a Gaetano Filangieri un saggio politico, non meglio precisato. I rapporti epistolari tra Filangieri e Franklin in seguito divennero diretti e personali tanto che il filosofo napoletano in una lettera datata 2 Dicembre 1782, gli confidava il suo segreto desiderio di recarsi a Filadelfia per «concorrere al Gran Codice, che si prepara nelle Province Unite d'America». Dalla risposta scritta mandata da Franklin a Filangieri si evince il chiaro interesse dello statista americano verso quel lavoro, che sarebbe divenuto base per il Diritto Penale in Pennsylvania. Nel 1785 Franklin lasciò Parigi e fece ritorno in America, per essere attivamente coinvolto nella politica del suo Paese: egli divenne sempre più popolare e il 18 Ottobre 1785 fu eletto sesto Presidente del Consiglio Supremo Esecutivo della Pennsylvaia, ricoprendo il suo ruolo per tre anni. Alla fine, nel 1787, fu il delegato della Pensylvania alla Convezione di Filadelfia, che approvò la Costituzione Federale degli Stati Uniti. All'intensificarsi dell'impegno politico di Franklin corrispose una crescente freddezza della relazione con Filangieri, che si ritirato nella sua vita privata ed isolata, dopo il matrimonio con Charlotte Frendel. L'ultima lettera, datata 14 ottobre del 1787, fu inviata da Franklin alcuni giorni dopo il lancio della Costituzione Americana. Filangieri la ricevette poco prima della sua morte, avvenuta a Vico Equense il 21 luglio 1788.
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