Le ‘primarie’ dei barcaioli veneziani nel 1849

Categoria principale: Storia
Categoria: Storia del Risorgimento
Creato Mercoledì, 16 Marzo 2016 18:27
Ultima modifica il Mercoledì, 16 Marzo 2016 18:35
Pubblicato Mercoledì, 16 Marzo 2016 18:27
Scritto da Angelo Martino
Visite: 1958

Nell’elezione dei rappresentanti veneziani all’Assemblea costituente romana del 1849, i barcaioli  ritennero giusto esprimere un loro candidato, accanto ai già acclamati delegati Daniele Manin e Giambattista Cavedalis. Si tennero, pertanto, delle “primarie” ben organizzate, in cui si presentarono Giovanni Grosso detto Rosso e Girolamo Galli detto Musico.

Entrambi i candidati  avevano incontrato i ben 300 barcaioli aventi diritto al voto, frequentando circoli e comitati. I comitato cittadino per le primarie fu costituito da  Minotto, Rensovich e Alvisi, e la sera del 16 gennaio 1849, alle ore sette, al Malcanton oltre trecento barcaioli si radunarono “con piglio franco e leale” alla consultazione elettorale , ben consapevoli delle grandi novità in termini di diritti civili che la Repubblica veneziana del 1848 aveva apportato anche alla loro comunità.

Il primo a prendere la parola fu il gondoliere Girolamo Galli detto il Musico, che in dialetto veneziano argomentò l’elezione degli indiscutibili cittadini Daniele Manin e Giambattista Cavedalis. Di poi, dissertò “con vena schiettamente popolare e tutta italiana, i fasti della Venezia democratica, il suo esempio di gloria, testimoniato in quel momento in cui  tutte le classi sociali erano chiamate a discutere nelle assemblee popolari”, in quanto Venezia “ riconosceva in ogni cittadino il diritto di votare senza distinzione di nome o di grado, senza l’ingiusta preponderanza di casta”. Era la Venezia della prima origine “pescatrice, povera, democratica”, cresciuta nelle armi, nel commercio  e nella virtù civile che riemergeva per affrancarsi dallo straniero.

 

Non meno notevole fu il discorso del “Musico” su Democrazia e Aristocrazia, considerati i tempi di oscurantismo sui diritti civili.

“Noi dobbiamo, noi vogliamo essere democratici, noi vogliamo avere uguali diritti, uguali obblighi degli altri cittadini. Ma, non per questo, crediate che vogliamo appropriarci ciò che non è nostro. Noi vogliamo onorata esistenza” fece da eco, il gondoliere Galli.

Dopo l’ultimo acclamatissimo discorso del gondoliere Giovanni Grossi detto Rosso, l’assemblea dei trecento barcaioli, decise all’unanimità di affiancare alla candidatura di Daniele Manin e Giambattista Cavedalis, per l’elezione dei rappresentanti all’Assemblea costituente della Repubblica Romana, sia il “ Musico” che il “Rosso”, nonostante Girolamo Galli avesse saputo primeggiare con la sua avvincente oratoria in dialetto, rivendicando la partecipazione popolare al governo dello Stato, anche in nome di una lettura democratica della storia dell’antica Repubblica.

Primarie serie e schiettamente popolari, dunque. Il passato che insegna, ma che non trova, purtroppo, scolari onesti.

 

 

Bibliografia:

Adunanza di barcaioli per eleggere i loro rappresentanti all’assemblea in 'Documenti e scritti autentici lasciati da Daniele Manin, presidente della Repubblica di Venezia, già pubblicati in francese e annotati da Federica Planat de La Faye', Venezia, 1877, vol. II. pp. 160-164.