Giustino Fortunato ed il primo centenario della Repubblica del 1799
Il Croce diede alle stampe un vero e proprio “Albo”, novità assoluta nel panorama editoriale italiano, rappresentando in un icastico rassemblement ritratti, personaggi, documenti, scenari, vedute, autografi e altri documenti figurativi e grafici del 1799. Lo stesso intese fare Giustino Fortunato, studioso meridionalista e intellettuale che fu tra i fondatori della Società di Storia Patria per le Provincie Napoletane, insieme ad Ascanio Branca e Giuseppe Gattini. A Giustino Fortunato fu dato l’incarico di coordinare una serie di iniziative e pubblicazioni, relative soprattutto alla Basilicata. Il progetto costituiva anche un riconoscimento per i suoi lavori sul 1799 rivoluzionario a Napoli e in Lucania. Lo storico meridionalista additava l’esperienza del 1799 quale monito a non disperdere l’eredità preziosa di quel martirio nell’avvicinarsi del XX secolo. “I morti, quei morti delle lapidi non hanno bisogno di noi. Siamo noi, i vivi che ci gioviamo di loro. Se quei morti che oggi benediciamo potessero levare il capo dal sepolcro e concepire che la maggioranza degli italiani tolleri pazientemente, anzi indifferentemente, il sacro patrimonio della libertà, io temo, l’ira si desterebbe in loro ed essi, forse, direbbero a noi: non siete degni della fortuna che vi è toccata!” Giustino Fortunato, coordinò le varie iniziative che in ogni parte della Lucania vennero poste in essere con un monito forte. Nell’aprile 1899 a Montalbano Jonico furono ricordate le figure di Nicola Fiorentino, di Felice Lomonaco, fratello di Francesco, mentre il 10 maggio successivo si tennero ad Altamura le solenni e imponenti manifestazione per celebrare la resistenza della cittadina pugliese. Il centenario fu preparato nei dettagli e cura, con un discorso inaugurale affidato a Giovanni Bovio di origini altamurane. Nell’occasione fu pubblicato anche un testo di Aldo Serena dal titolo “ Altamura nel 1799”. Documenti e cronache inedite”. A Brienza le celebrazioni organizzate per ricordare la figura di Mario Pagano assunsero un carattere di maggiore solennità, accompagnate anche da grandi festeggiamenti con luminarie, riportati dall’ampio resoconto del settimanale lucano “L’Eco”. Su iniziativa del consiglio comunale, la giornata più solenne ebbe luogo il 29 ottobre, giorno del martirio di Mario Pagano,al quale su eretta una statua. Inoltre l’ente comunale, in quell’occasione, stanziò la somma di mille lire da distribuire sotto forma di buono a persone indigenti. Il giornale, nel giustificare la rilevanza dell’evento, ne sottolineava la memoria riportando: “E’ pur vero che a noi italiani è fatta accusa di innalzare molti monumenti e di abbandonarci a frequenti commemorazioni. Questa, però, che noi prepariamo per Mario Pagano nulla ha di ostentato, di vanaglorioso, e d’interessato; mira solamente a ricordare le virtù di chi per la patria, per la libertà per la scienza seppe affrontate l’ira del tiranno, salire impavidamente il patibolo e morire pronunciando il nome di patria e di libertà ai suoi codardi e vili offensori” Il primo febbraio 1900 la città di Lagonegro celebrava Cristoforo Grossi, medico condannato e giustiziato a Napoli in quel giorno del 1800 e Carlo Pesce pubblicava un prezioso volume dal titolo” Lagonegro nel 1799 e Cristoforo Grossi. Tra le celebrative ricordiamo gli omaggi a Matera da parte di Raffaele Sarra, a Irsina, ex Montepeloso, da parte di Michele Janara, e dello stesso stesso Giustino Fortunato con i lavori “Il 1799 in Basilicata”, “ I morti di Picerno”. Nel 1911, nel recensire i due volumi, in cui il meridionalista aveva raccolto discorsi e saggi politici della sua trentennale attività parlamentare (1880-1910), Benedetto Croce ringraziò il Fortunato per l’impegno profuso e l’omaggio che aveva voluto dedicare ai martiri della Repubblica del 1799.
Bibliografia: Pia Maria Di Giorgio, L’esempio del 1899 in Basilicata, in ” AAVV, La democrazia alla prova della spada, Guerini e Associati, 2005
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La direzione delle celebrazioni del primo centenario della Repubblica Napoletana del 1799 fu affidata a Benedetto Croce, affiancato dallo storico meridionalista Giustino Fortunato, il quale si occupò più propriamente del corposo fascicolo dell’Archivio Storico per le Provincie Napoletane.