Ricompare la porta della prigione dei condannati

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Ripuliti in profondità i fossati delle due torri aragonesi di via Marina, sono riemersi i basamenti da lungo tempo nascosti dal fango e dal sudiciume.

Ai piedi della quattrocentesca torre ‘Spinella’ è ricomparsa la porta di accesso alla prigione murata da decenni.

La torre tristemente nota in epoca borbonica come ‘guardione de’birri’ accoglieva i condannati a morte nelle ore che precedevano l’esecuzione.

"In questo torrione - racconta Antonella Orefice - chiamato comunemente 'guardione de' birri,  Eleonora e gli altri martiri del 1799 (ma non solo loro), trascorsero le ventiquattro ore dell’anticamera della morte. L’ultimo tragitto iniziava da qui e proseguiva lungo la cinta muraria del castello del Carmine del quale oggi è rimasto poco o niente. Oltre il tragitto i condannati oltrepassavano un vicolo, oggi inesistente, chiamato il ‘vicoletto dei sospiri’.

Da lì accedevano a piazza del Mercato passando sotto l’arco di Sant’Eligio."

Il progetto di restauro delle due torri sarà completato entro l’autunno.



Video del Comune di Napoli

 

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