Le verità distorte della contro storia: I “Mille” avanzi di galera

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Per denigrare le grandi idealità del Risorgimento, ci si serve di tutto e di più, anche delle invenzioni di sana pianta.

Tra le più disparate scorrettezze storiche che sono state  divulgate, ne troviamo una in particolare attribuita a Giuseppe Garibaldi, il quale, a proposito dei Mille, li avrebbe così testualmente etichettati: “Tutti generalmente di origine pessima e per lo più ladra; e tranne poche eccezioni con radici genealogiche nel letamaio della violenza e del delitto” .

Secondo i falsificatori storici, queste frase  fu pronunciata il 5 dicembre 1861 al Parlamento di Torino.

Se ci limitassimo giusto ad opporre le parole dello storico Lucio Villari, tra i tanti che riportano giudizi più che lusinghieri riguardo ai giovani che presero parte all’impresa dei Mille, potremmo anche concludere qua senza andare oltre, ma la questione appassiona e soprattutto dimostra l’uso e l’abuso della storia distorta e  divulgata dalla “contro storia”.

La spedizione dei Mille fu una grande  pagina del nostro Risorgimento e divenne il modello di molte imprese nazionali in altri continenti nelle generazioni successive. Lucio Villari, nel testo Bella e perduta, precisamente al capitolo settimo, scrive in relazione ai Mille:

“Professionisti e intellettuali in gran parte, il resto operai e artigiani. Molti i combattenti del 1848 e un gran numero i Cacciatori delle Alpi, reduci dalle recenti battaglie vittoriose della seconda guerra di indipendenza. I meglio organizzati e armati un gruppo di carabinieri (cioè dotati di carabine ultimo modello) genovesi guidati da Antonio Mosto”.

Ci chiediamo: è mai possibile che ad uno  storico di tale levatura, come a tanti altri, sia sfuggita una sprezzante frase di Giuseppe Garibaldi sui Mille pronunciata al Parlamento?

E' mai possibile che una storica come Lucy Riall, che ha dedicato una corposa biografia a Giuseppe Garibaldi e ai tanti storici seri che l'hanno preceduta sia sfuggita una tale documentazione?

Leggendo e cercando, rileviamo che la frase attribuita a Garibaldi è stata riportata da  Mons. Michele Pepe, in un testo dal titolo La massoneria nel governo d'Italia del 1895.

Secondo il Pepe, Garibaldi avrebbe  espresso la succitata affermazione in più epistole, ma in riferimento ai governanti italiani. In effetti è notorio  che Garibaldi, dopo l'Unità, continuò la sua battaglia per una compiuta unificazione con Roma capitale e, per amore di patria, dovette ripiegare su posizioni moderate, e pur conservando il suo spirito battagliero di ardente rivoluzionario repubblicano,  negli ultimi anni e si era avvicinato alle emergenti idee socialiste non marxiste, ma libertarie.

Non erano, quindi i Mille gli “avanzi di galera” e Giuseppe Garibaldi non pronunciò mai ciò che alcuni sedicenti storici gli attribuiscono, indicando la data del 5 dicembre 1861 a Torino.

Per tutti gli studenti che volessero approfondire l’identità di ciascun garibaldino che prese parte all’impresa dei Mille, il Centro Internazionali Studi Risorgimentale Garibaldino ha condotto una ricerca storica su tutti i combattenti sbarcati a Marsala.

A tal proposito, Il dottor Elio Piazza, Consigliere delegato al progetto Caimi del Centro Internazionale Studi Risorgimentali Garibaldini, ha inviato qualche anno fa a tutti i dirigenti scolastici, affinché lo portassero a conoscenza dei docenti e degli alunni, il seguente comunicato:

“Era il settembre del 2009 quando questo Centro Studi, in previsione delle celebrazioni del 150° anniversario dello Sbarco dei Mille, elaborava il Progetto Caimi consistente nella digitalizzazione dei faldoni manoscritti contenenti le Biografie delle Camicie rosse.

Poiché il concittadino maestro Giuseppe Caimi con i suoi alunni di quinta della scuola elementare “G. Lombardo Radice” raccolse le notizie biografiche scrivendo alle scuole delle località da cui provenivano i volontari al seguito di Garibaldi sbarcati a Marsala l’11 maggio 1860, il Centro, per la digitalizzazione dell’opera unica nel suo genere, si rivolgeva in primo luogo alle scuole primarie e secondarie della Città ed inoltre a quanti volontariamente e gratuitamente intendessero collaborare alla realizzazione dell’ambizioso Progetto.

Il lavoro complesso ed impegnativo è stato eseguito in poco meno di tre anni ed il 19 dello scorso giugno tutte le biografie dei Mille sono state pubblicate sul sito www.centrogaribaldino.it.

A conclusione dell’iniziativa volta ad onorare la memoria del “Maestro dei Mille” ed a valorizzare la sua trentennale ricerca storica, il Centro Studi con il presente comunicato esprime il più vivo ringraziamento agli oltre ottocento collaboratori (dirigenti, docenti, non docenti, alunni e cittadini) ai quali è stato rilasciato un semplice attestato. E’ grande merito loro se oggi i manoscritti di Caimi possono essere consultati da ogni parte del mondo”

 

 

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