Delitti e Condannati nel Regno di Napoli: anime nude vestite di memoria
Sotto il diluvio universale in quegli attimi sospesi, che solo le mura degli Archivi sanno regalare, abbiamo parlato di memoria, dimenticanza, destino, morte e Karma. Abbiamo parlato della sua Eleonora e della mia Adriana, del suo Ettore Carafa e del mio Fabrizio Carafa, del valore delle parole scritte, della sacralità della memoria e del dovere del riconoscimento. In quella giornata bagnata avevo trovato una amica, una rivoluzionaria che non si vende, che non mercifica, che non pontifica, che ascolta e lotta contro tutte le ingiustizie, anche quelle compiute secoli prima. Avevo trovato una guerriera. Che onore, che regalo avuto tra i documenti, le parole, i libri di un Archivio fuori da ogni tempo. Da quel momento in poi con la mia amica rivoluzionaria abbiamo condiviso istanti di riflessione, presentazione e amarezza dovuta al giudizio di chi distrugge senza costruire. Abbiamo camminato insieme su strade invisibili popolate di episodi mai raccontati con nomi, date, sospiri, dolori e gioie. Non sarei mai potuta mancare alla presentazione del suo nuovo appassionante libro Delitti e Condannati nel Regno di Napoli. Sull’invito c’era scritto 17,30 Palazzo Serra di Cassano, mi sono preparata in fretta ero in ritardo come al solito…Palazzo Serra di Cassano non dista molto da casa mia, ma avevo fatto male i calcoli, dovevo sbrigarmi, non potevo perdere nemmeno un attimo, con Antonella si viaggia nel tempo ed io adoro partire con lei . Di corsa sono arrivata alla meta. Davanti al portone molte persone, sulla scalinata una folla di gente in attesa di entrare, alcune vestite in jeans e maglietta altre con abiti colorati, altri ancora sembravano uscite da un libro di racconti… avevano glilet con bottoni dorati, pantaloni alla caviglia ed un’aria molto impegnata ,discutevano animatamente di politica e di Napoli. Sono sempre gli stessi discorsi, sbuffa una signora anziana, sempre gli stessi ... ideali meravigliosi che poi si sgonfiano alla prima difficoltà. Uno sguardo severo ci trafigge, la signora malpensante abbassa il suo. Siete qui anche voi per il libro della Orefice? - chiedo al giovane uomo dallo sguardo penetrante vestito strano “Si” mi risponde “ sono sempre con lei”. Che amici interessanti ha Antonella … mi sorprendo a pensare mentre fisso gli occhi ipnotizzanti di quel giovane. “Ettore!” Lo chiama improvvisamente una donna…"vieni qui, Luisa ha occupato uno spazio per noi, riusciamo a sentire meglio”. Salutandomi gentilmente con un cenno della testa l’uomo vestito strano si sposta allontanandosi nella grande sala. Mi siedo su una sedia sfogliando il libro appena acquistato senza mai perdere d’occhio Ettore. E’ appoggiato al muro quando Antonella inizia a parlare, le sorride, annuisce e commenta con discrezione nell’orecchio di una donna che chiama Eleonora e di un’altra che commossa non smette mai di soffiarsi il naso. Antonella racconta dei padri Bianchi che avevano il compito di accompagnare i condannati a morte, racconta dei loro ultimi terribili attimi, della ingiustizia della pena di morte, della insensibilità dei Borboni, e io la seguo leggendo nelle pagine del suo libro i nomi, le date e le motivazioni di uno scempio mai pianto: Domenico Perla, impiegato, anni 24, Reo di stato Antonio Tramaglia , avvocato, anni 30, Reo di Stato Giuseppe Cuttitta , Bibliotecario, anni 35, Reo di Stato Michele Natale, Vescovo, anni 48, Reo di Stato Domenico Piatti, Banchiere, anni 53, Reo di Stato Giuliano Colonna, Principe, anni 30, Reo di Stato Antonio Piatti, Studente, anni 28, Reo di Stato Eleonora Fonseca Pimentel, Letterata, anni 47, Reo di Stato Michele Marino, Vinaio, anni 46, Reo di Stato Gaetano de Marco, Maestro di Scherma, anni 40, Reo di Stato Luisa Molina Sanfelice, Benestante, anni 36, Reo di Stato Ettore Carafa, Conte di Ruvo, anni 32, Reo di Stato "Un’intera classe pensante, colta di Napoli è stata cancellata, dimenticata", tuona al microfono la mia amica rivoluzionaria ed ha ragione, quanto ha ragione…uomini e donne che ci appartengono, che appartengono alla storia di Napoli assolutamente ignorati. Non una lapide a ricordare la loro vita, non una lapide a ricordare la loro morte. Solo nomi vergati da scrivani ecclesiastici che fermano in poche righe il loro ultimo giorno di vita. L’opera dei Bianchi, scrive la passionaria Antonella, è ricordare attraverso la loro penosa e secolare missione, la sofferenza di chi ha pagato con la vita un delitto commesso o lo sconfinato amore per la libertà. Ettore è sempre di fronte a me, commosso fino alle lacrime, con un braccio cinge la donna che chiama Eleonora, attenta e compenetrata ad ogni parola pronunciata da Antonella. Si sentono dei singhiozzi…è la donna del fazzoletto oramai intriso di lacrime “Luisa” la chiamano in coro “devi firmare, fai presto, dobbiamo consegnare la pergamena” Un grande foglio di carta viene passato di mano in mano. Ma quanti sono? Non mi ero accorta che in ogni angolo del palazzo , sulla scalinata, appoggiati alle porte e ai muri , c’era un esercito di ragazzi, ragazze, uomini, donne, preti. Sarà un regalo … penso … e guardo incuriosita il foglio che la mano tremante della fragile Luisa mi fa passare distrattamente davanti. Una marea di firme possiede la carta bianca: Ettore Carafa Eleonora de Fonseca Pimmentel Luisa Sanfelice Gennaro Serra di Cassano Gabriele Manthonè Pasquale Seyes Giuseppe Riario Sforza Onofrio Colaci Giovanni Varanese Francesco Federici Raffaele Montemayor………. e sopra l’oceano di inchiostro una dedica: Ad Antonella che ha vestito di dignità e memoria le nostre anime nude |
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