Monogrammi di S. Bernardino ad Agnone (Molise)
Su alcune case del centro storico di Agnone (Molise) sono scolpite su pietra in maniera accurata le lettere IHS, che sono le iniziali delle parole Iesus Hominum Salvator (Gesù Salvatore degli uomini). Esse sono corredate da una croce e per la maggior parte, a guisa di sole, irradiano raggi tutt’intorno. Si tratta di monogrammi di S. Bernardino da Siena, che furono introdotti in Agnone durante la predicazione che il suo amico S. Giovanni da Capestrano vi fece nella prima metà del Quattrocento. Mentre storicamente siamo certi della presenza di questo Santo in Agnone, non abbiamo invece sicurezza che egli sia venuto insieme con S. Bernardino, come qualche studioso afferma. Questi monogrammi detti anche trigrammi, di ispirazione bernardiniana, fanno parte della storia dei Cristogrammi, che sono combinazioni di lettere dell'alfabeto greco o latino, che formano un’ abbreviazione del nome di Gesù. Vi sono stati in passato cristogrammi dalle forme diverse, ma limitiamoci a quello rappresentato dal trigramma IHS e alla sua evoluzione. A partire dal III secolo le tre lettere IHS costituivano l’abbreviazione del nome Gesù e venivano spesso scritte insieme alle altre tre XPS, che significavano Cristo. Il trigramma IHS, con la variante JHS, attraversa tutto l’Alto Medioevo, per ricevere una più consistente diffusione da parte di S. Bernardo di Chiaravalle nel Basso Medioevo, precisamente nel XII secolo. Nel XIV secolo il beato Giovanni Colombini portava sul petto la sigla IHS. Il monogramma IHS, che con il trascorrere dei secoli dal significato soltanto di Gesù prese sempre più quello di Iesus Hominum Salvator, ebbe una forte diffusione da parte di S. Bernardino da Siena (1380-1444), che lo assimilò ad un sole, dopo averlo delimitato con un cerchio dal quale tutt’intorno prorompevano 12 raggi. Fu il papa Martino V nel 1427 che ordinò di aggiungere la croce sull’asta orizzontale dell’H maiuscola e, nel caso che il trigramma venisse scritto in lettere minuscole, aggiungere un tratto orizzontale sull’asta superiore dell’h per raffigurare una croce. Il papa credette opportuno fare queste modifiche per eliminare qualsiasi interpretazione pagana che potesse suscitare la presenza del sole. Negli anni successivi, soprattutto nel XVI secolo, ad opera della Compagnia di Gesù, il trigramma, preso a simbolo da quest’Ordine, fu ulteriormente arricchito, avendo alla sua base, raffigurati tre chiodi con chiaro riferimento alla croce sovrastante. Nello stemma pontificio dell’attuale Papa Francesco, primo pontefice gesuita della storia, alla base del trigramma, sono infatti raffigurati i tre chiodi. Si riscontra talvolta qualche monogramma avendo alla base rappresentato il sacro cuore di Gesù, sormontato o trafitto da tre chiodi della croce. I monogrammi agnonesi si ispirano chiaramente al modello di età berardiniana. In Agnone il trigramma compare scolpito su pietra nove volte: sette in lettere minuscole e due in lettere maiuscole. Sei volte con sole raggiante e tre volte ne è privo. Sette volte esso è scolpito sulla facciata o nell’interno di case benestanti e due volte sul davanti di case di modeste origini. E’ bene precisare dove essi si trovano. Tre grandi monogrammi scolpiti in artistiche lettere minuscole su lastra di pietra romboidale, circondati da un cerchio e raffiguranti un sole raggiante si trovano nei pressi della chiesa della SS. Annunziata, agli inizi di corso Vittorio Emanuele, sulle facciate di Casa Mastrangelo e Palazzo Tamburri. Questi trigrammi cosi raffigurati rappresenterebbero Gesù che, a guisa di sole, illumina di amore e di salvezza gli uomini. Essi sono di una rara fattura incisoria, se non addirittura degli "unicum", perché presentano tra ogni due raggi grandi altri tre o quattro più sottili, per cui il sole è costituito da dodici raggi grandi e da numerosi raggi piccoli. Il quarto trigramma a lettere minuscole su lastra di pietra romboidale più piccola e senza sole si trova a sinistra della parte alta della facciata di Casa Fioriti nei pressi della chiesa di S. Nicola di Bari. Altri tre monogrammi (il quinto, il sesto e il settimo) sono situati uno fuori e due dentro Palazzo Apollonio, poco distante dal belvedere de La Ripa. Uno, con le lettere minuscole e sole raggiante, si trova non sulla facciata, ma all’apice del portale di pietra, a guisa di chiave; un altro invece, sempre in lettere minuscole ma privo di sole, è sopra un’ architrave di pietra, sulla sinistra entrando nel palazzo; un altro ancora, certamente di riporto, invece si nota al pianterreno scolpito sotto l’architrave di una finestra che dà sulla vallata del Verrino. Quest’ultimo ha una significato particolare rispetto agli altri monogrammi: esso in lettere maiuscole e con sole raggiante non presenta la croce, ma su l’ H di IHS c’è un omega maiuscola (Ω) a significare che la fine della vita dell’uomo trova la sua giustificazione in Gesù Salvatore. Questo tipo di monogramma è tra i più antichi. L’ottavo trigramma, a lettere minuscole e con sole raggiante, ma di piccole dimensioni, è scolpito su un basso architrave di una modesta casa, sita sulla sinistra salendo via Labanca, strada che unisce la chiesa di S. Amico a quella di S. Pietro. Il nono monogramma, in grossolane lettere maiuscole, costituisce la chiave di un semplice portone in pietra, sito in una delle prime case a destra di Corso Garibaldi. Nessuno dei trigrammi agnonesi presenta nella parte inferiore né il sacro cuore di Gesù, né i tre chiodi della croce. Ciò certamente dipende dal fatto che essi sono stati creati sotto l’influsso di S. Giovanni da Capestrano e S. Bernardino da Siena più che in epoca barocca successiva, quando venivano raffigurati più arricchiti. E’ bene precisare che i suddetti monogrammi evidenziano come la venuta di S. Giovanni da Capestrano in Agnone nel Quattrocento fu molto importante. Infatti la sua predicazione, tendente a educare nel nome di Gesù la popolazione ebbe effetti e conseguenze che sono restate fortemente impresse nella storia altomolisana. Questo Santo, quando predicava in Agnone, sull’esempio di S. Bernardino, faceva anche baciare, durante la messa, una tavoletta su cui era inciso il monogramma, perché fosse altamente sentito e suggestivo il contatto con Gesù. I trigrammi che, in ricordo di S. Giovanni da Capestrano, furono scolpiti a seguito della sua particolare predicazione dovettero essere parecchi se, dopo circa sei secoli, se ne conservano ancora diversi. La venuta di questo Santo fu determinante anche ai fini della costruzione della chiesa di S. Croce e del Convento di S. Bernardino. Io considero l’influsso berardiniano uno dei momenti religiosamente più toccanti della storia di Agnone. Tanto è vero che allorché ho deciso di fare un ex libris per i volumi della mia biblioteca, ho inserito soprattutto in esso il monogramma di Gesù (Signum Christi). Per restare fedele alla tradizione cristiana sono tornato ai primi antichi monogrammi su Gesù, precisamente nella variante J al posto della I (JHS), senza il successivo arricchimento con l’aggiunta dell’omega prima o della croce e dei tre chiodi poi. Mi è sembrato bello inserire questo monogramma in un cuore più che in un sole raggiante, circondato per buona parte da sei stelle, che testimoniano la sua collocazione nel cielo e dalla cui punta inferiore provengono cinque raggi santificanti e inondanti due figure sottostanti, simbolo dell’Edizioni dell’Amicizia e del Centro di Spiritualità Nonviolenta, da me diretti ad Agnone. Al centro dell’ ex libris, a forma di arco, c’è la scritta “Amore Dei Motus”. Il monogramma, così raffigurato nell’ambito del logo degli ex libris attaccati ai volumi della mia biblioteca, evidenzia come questi vorrebbero da un lato essere utilizzati ai fini del messaggio dei valori del bene e dall’altro mettersi sotto la tutela di Gesù, Salvatore degli uomini.
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