Eleonora de Fonseca Pimentel, ricordandoti

Filippo De Marinis. Un bacio al boia prima di morire

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Armando De Stefano: Filippetto De Marinis al patibolo. 1999Filippo de Marinis o Filippetto, come lo chiamavano i suoi concittadini, era il figlio del marchese Giovanni Andrea De Marinis, nobile famiglia di Genzano.

Nel “Diario della Casa di S. Paolo” lo si ricorda per il gesto di aver dato un bacio al boia prima di essere decapitato.

“Era nel ventunesimo anno di età, - scrive Michele Battaglino- un poco più grande di Corradino di Svevia che nel 1268 nella stessa piazza aveva fatto la stessa fine”.

Di lui scrissero, seppur brevemente, anche Vincenzo Cuoco e Benedetto Croce, oltre a Alexandre Dumas che ne ''La Sanfelice'' senza farne il nome, parlò di un ragazzo vispo e allegro anche nelle buie galere borboniche e della sua successiva emozionante decapitazione.

Appena diciottenne, Filippo De Marinis prese parte al movimento rivoluzionario napoletano, provocando la dura reazione del padre che non condivideva la scelta rivoluzionaria del figlio col quale giunse a rompere ogni rapporto, ma allorché l’esperienza rivoluzionaria del 1799 giunse al termine, Giovanni Andrea De Marinis fece di tutto per sottrarre il giovanissimo figlio alla condanna a morte.

Nei giorni del processo e della sentenza cercò di liberarlo tentando anche di corrompere il crudele boia Vincenzo Speciale, membro della Giunta di Stato, sostenendo  che suo figlio  era stato condannato per una testimonianza ridicola rilasciata da un loro servitore, Sebastiano Biondi secondo il quale “il Marchesino suo padrone dalla venuta dei francesi aveva stretta amicizia con D. Vincenzo, D. Luigi e D. Giuseppe Riario dei Marchesi di Corleto” e con altri repubblicani e altri rivoluzionari.

Arrestato il 13 giugno a Napoli, il giovane Filippo dopo un processo sommario fu ritenuto reo di Stato e condannato al patibolo in piazza Mercato il 1 ottobre 1799.

I suoi resti furono seppelliti  nella congregazione dei Dottori, chiamata "S. Luciella".

Ma è probabile che le spoglie furono in seguito trasportate nella Cappella di famiglia dei De Marinis in Genzano di Lucania.

Oggi a Genzano c’è una strada che da Corso Vittorio Emanuele scende al Castello Marchesale. E’ intitolata a Filippetto De Marinis, come anche l’istituto comprensivo sito in via Nino Bixio.

 

 

Bibliografia

Michele Battaglino, Filippo De Marinis e la Repubblica del 1799, Puglia Grafica Studi, Bari,1985

 

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