Antonella Orefice a Torino in ricordo delle stragi borboniche del 1799
L'evento si preannuncia di alto livello storico e letterario. L'autrice restituisce alla storia la ristampa anastatica di due manoscritti del 1799 che fanno luce sulle stragi avvenute in due città del Molise durante la reazione borbonica. Il testo offrirà, pertanto tanti momenti di riflessione storica anche nel capoluogo piemontese sulle ragioni per le quali i manoscritti, provenienti dal fondo archivistico di Mariano D’ayala, non furono pubblicati , pur meritando tali eroi, quali i fratelli Brigida con i suoi compagni di Termoli e Domenico De Gennaro di Casacalenda una degna memoria di martiri delle idee repubblicane del 1799 in Molise. Attingendo al fondo archivistico di Mariano D’Ayala, che fu donato nel 1910 dai figli Michelangelo ed Adelina alla Società Napoletana di Storia Patria, la Orefice ha rinvenuto i manoscritti di Teodosio Campolieti e Padre Giuseppe La Macchia che offrono ai posteri una cronaca vivida delle esecuzioni dei fratelli Brigida a Termoli e di Domenico De Gennaro a Casacalenda per mano delle truppe mercenarie reclutate dal Cardinale Ruffo. Quindi Antonella Orefice porta alla luce documenti scomodi, quelli che il re Borbone Ferdinando IV non riuscì a dare alle fiamme con l’intento di far sparire dalla storia fatti e protagonisti dei sei gloriosi mesi della Repubblica Napoletana del 1799, un momento storico durante il quale Napoli riuscì a primeggiare in un sogno di democrazia repubblicana, di cui noi napoletani dovremmo sentirci più che fieri. Un ulteriore momento di riflessione e di dibattito che i manoscritti pongono in luce è quello del perdono divino invocato sui responsabili di tali efferati delitti da parte di Padre La Macchia , pur attribuendo alle orde del Cardinale Ruffo i titoli di disprezzo, nell’ordine di “scelerati!...Empi Assassini!...Cristiani scristianiti!... “ In merito alle ragioni relativa alla non pubblicazione dei documenti, il professor Pruneti ha ipotizzato che Mariano Ayala la ritenesse inopportuna per“ la chiusa pietistica” dei manoscritti che probabilmente lui non condivideva, avendo subito l’umiliazione del carcere borbonico. Tuttavia la pubblicazione, la testimonianza si rendeva più che necessaria , per quelle vittime che “sognavano un‘epoca nuova”. In merito agli avvenimenti storici, la storia si analizza tenendo conto della situazione contestuale in cui gli avvenimenti hanno avuto luogo. La storia non può essere usata con la valenza ideologica del presente e ciò costituisce il grande merito del lavoro di Antonella Orefice, che ha inquadrato con estrema lucidità quei momenti terribili, in cui il sogno e la speranza di un’epoca nuova si trasformarono in un incubo di sangue e di morte.
(Prossimo appuntamento: Presentazione ufficiale a Termoli 9 novembre ore 17.00 Galleria Civica. Interverranno il Sindaco di Termoli, Antonio Basso Di Brino, Michele Cocomazzi, Assessore alla Cultura, Antonio De Marinis, Presidente dei Rotary Club Termoli, il Prof. Antonio Mucciaccio, storico, la dott. Maria Assunta Fazzano, moderatrice)
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