Eleonora de Fonseca Pimentel, ricordandoti

Quelle donne violentate dal brigante Angelo Bianco

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Il brigante Angelo Bianco (alias Turri-Turri ) fu uno dei più feroci .

Come Carmine Crocco e Ninco Nanco, i quali avevano commesso gravi omicidi ai tempi del Regno Borbonico, anche Angelo Bianco aveva dei precedenti di grave delitto e agiva nella zona di Mugnano alle porte di Avellino.

La sua storia somiglia a quella di Carmine Crocco e di Ninco Nanco in quanto, come loro, anche Angelo Bianco, condannato per un omicidio e trascorso una decina di anni in carcere, si dette alla macchia con altri di Mugnano formando una banda di briganti nel 1859.

Nel verbale redatto dal Comando dei Bersaglieri ed invitato al Maggior Generale di Nola, recante quale luogo di stesura Visciano, in Bassa Irpinia, e datata 11 gennaio 1862, si racconta di Santa Zanicelli, una giovane donna  di Mugnano di Napoli che fu rapita nelle vicinanze di Visciano, “ ricattata” e stuprata violentemente dal brigante Turri- Turri.

Fu salvata da una brigantessa di nome Filomena, che le indicò la strada per scappare prima che arrivasse il feroce brigante Bianco, che la voleva sempre con sé e si era recato ad Avella per prenderle dei vestiti da uomo.

Oggetto del verbale: “La ragazza ricattata dai briganti il 7 presente è  venuta a casa. Stupro violento”.

Santa Zanicelli , fu rapita e stuprata mentre era “ in compagnia di due vecchie”. Le modalità dello stupro sono così descritte nel verbale:

 

“ Il capo- banda, detto Bianco, prese la ragazza, la condusse con sé distante e là gettata a terra a tutta forza, minacciandola con uno stilo, la stuprò e, siccome essa gridava, le mise una mano alla bocca e tanto la strinse che le graffiò tutto il viso. Le grida della infelice furono sentite pure dal pastore, il quale disse che i briganti se la ridevano mentre essa gridava”.

Come abbiamo riferito, la ragazza trovò la salvezza grazie alla pietà di una brigantessa di nome Filomena.

A dimostrazione che la banda di Angelo Bianco fosse una delle più feroci, aggiungiamo altri gravi vicende di violenza e di stupro.

Un brigante della banda di Turri-Turri, incontrata una ragazza mugnanese con cui era stato fidanzato e poi lasciato, non esitò a puntare contro di lei il suo schioppo, uccidendola.

Turri-Turri aveva anche un macabro capriccio, ossia quello di bruciare i baffi o la barba delle persone, perché barba e pizzo potevano significare simpatia per Vittorio Emanuele.

Un altro momento di violenza avvenne allorché Turri – Turri s'imbatté nella banda musicale di Avella; i bandisti avevano un'uniforme con berretto rosso; il rosso garibaldino faceva infuriare Turri-Turri, che sequestrò berretti e strumenti.

Man mano la schiera dei briganti si assottigliò, Angelo Bianco rapì Filomena Di Pietro, una bella “massara” di Mugnano, la portò in montagna e la violentò, sotto gli occhi dei suoi fratelli, Raffaele e Filomeno della Mammana.

La donna ed i suoi fratelli per vendicare l'oltraggio uccisero Turri-Turri, segandogli la testa mentre dormiva. Era la fine di dicembre 1862. Questa la storia di uno dei tanti briganti che “qualcuno” oggi cerca di redimere.

 

Bibliografia:

Massimo Lunardelli, Guardie e ladri. L'unita' d'Italia e la lotta al brigantaggio, Cuneo, 2010

Giovanni De Matteo, Brigantaggio e Risorgimento, Napoli , 2000

 

 

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