Scandali napoletani nei settori dello smaltimento dei rifiuti

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Pubblicato Sabato, 14 Settembre 2013 15:40
Scritto da Nicola Terracciano
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Napoli irresponsabile, furbastra, masochista scarica sostanzialmente i suoi doveri assunti di fronte all'Italia e all'Europa sul problema dei rifiuti, spostando di fatto a Giugliano, sul suo retroterra già martoriato da discariche, CDR, ecoballe, la costruzione di un termovalorizzatore imprevisto e non legittimo che essa doveva e deve fare nell'area urbana del depuratore est

Occorre urgentemente denunciare, prima che si aprono le buste di affidamento dei lavori il 14 ottobre 2013, questo scandalo di illegalità e di ingiustizia.

1) Non si sono messe in atto le procedure della costruzione del termovalorizzatore di Napoli Est, prevista in un periodo compreso tra il 2011 e il 2016, del quale è già stata individuata l'area di 8 ettari presso il depuratore est, termovalorizzatore previsto da precise leggi nazionali e per il quale erano stati assunti precisi impegni al tempo della planetaria crisi napoletana dei rifiuti con la giunta Iervolino.

Esso doveva avere una capacità di smaltimento per 450 mila tonnellate di rifiuti, contribuendo a risolvere, insieme alla raccolta differenziata, in modo radicale e definitivo, il problema dei rifiuti, come avviene nelle principali capitali e città europee, che hanno un termovalorizzatore nella loro area urbana, perciò non hanno mai conosciuto e presentato al mondo l'infame, scandaloso spettacolo dei rifiuti di Napoli.

 

La non costruzione del termovalorizzatore di Napoli Est provocherà il prolungamento della spesa di trasporto dei rifiuti napoletani all'estero, che grava sulla comunità.

La costruzione del termovalorizzatore di Napoli nella zona del depuratore est di Via De Roberto avrebbe consentito anche di bonificare l'area, rendere moderno il depuratore obsoleto e che scarica liquami nella zona est del porto senza filtri, a ridosso della terraferma, non funzionando le condotte per lo scarico in alto mare, bonificherebbe lo sversamento senza filtri del lurido alveo Polla, che scarica direttamente in mare, aggancerebbero con sistema moderno il depuratore anch'esso obsoleto di S.Giovanni, che serve una popolazione di 100.000 abitanti.

Napoli avrebbe avuto un'area specializzata di modernità europea e mondiale nel campo dello smaltimento dei rifiuti e dei liquami, non conoscendo più gli spettacoli scandalosi di ieri e incombenti in ogni momento e purificando le stesse acque del porto oggi nere e luride, spettacolo non degno per traffici di crociera e turistici.

2) Si è improvvisamente e misteriosamente accelerata la costruzione di un gigantesco termovalorizzatore a Giugliano che, dopo la costruzione, funzionerà per vent'anni bruciando anzitutto tutte le ecoballe esistenti della Campania, che assommano a 5 milioni e 770 mila unità, inquinando un'area già martoriata da 42 discariche e rifiuti tossici ed ecoballe, che sprigionano nell'aria sostanze tossiche senza nessun controllo o filtro, area che aveva bisogno solo di una doverosa bonifica.

Questo gigantesco termovalorizzatore costerà 316 milioni di euro, di cui 300 milioni per la costruzione e  16 milioni per la progettazione, somma oggetto della citata apertura delle buste del 14 ottobre 2013.

Tutto questo forzando l'interpretazione e l'applicazione della legge 24 marzo 2912, che prevedeva solo un possibile ampliamento di impianti, come è l'esistente CDR di Giugliano, ampliamento di limitate proporzioni e per la sola digestione anaerobica dell'elemento umido dei rifiuti stessi.

In questo modo Napoli ancora una volta si sottrae furbescamente ed incivilmente ad un preciso obbligo di legge e scaricherà, come sempre nella storia, le sue abitudini illegali e di sfruttamento, le sue incapacità di essere una metropoli moderna, civile, responsabile, in rapporto costruttivo, di collaborazione, di sviluppo con il suo retroterra, che sarà invece abbandonato e immerso sempre di più nel sottosviluppo civile, sociale, economico, inevitabilmente camorrista.

Occorre sottolineare come contrapposizione civile a Napoli la città e la provincia di Salerno, che hanno già individuato l'area di costruzione del loro termovalorizzatore nell'ambito del territorio del Comune capoluogo, che dà quindi l'esempio, si è proceduto all'esproprio delle aree, si è proceduto all'appalto e c'è tutta la volontà dell'ente provinciale a portarlo a termine, ponendo la città di Salerno e il territorio provinciale salernitano alla pari delle capitali nazionali e delle più grandi metropoli europee e mondiali.

Il razionale sistema dei termovalorizzatori in Campania per risolvere definitivamente il ricorrente problema dei rifiuti prevedeva e prevede, accanto alla raccolta differenziata, da diffondere sempre di più, all'opera di educazione e di informazione collettiva, a partire dalle scuole, la costruzione di quattro impianti: Acerra, già in funzione, Napoli Est, Salerno, S.Maria La Fossa, in provincia di a Caserta.

Non era e non è previsto un termovalorizzatore a Giugliano.

Si tratta di una illegalità e di una ingiustizia gigantesche e inaccettabili.

Chi crede, o pensa o sa diversamente, lo dica, per capire tutti gli aspetti, tutti i passaggi chiari o poco chiari della vicenda, che tocca il destino di tante povere comunità dell'area napoletana e casertana, che si trovano vicine al sito di Giugliano, dove dovrebbe essere costruito il termovalorizzatore imprevisto, e che già patiscono con la scarsa qualità dell'aria, la devastazione del territorio, i tumori collettivi, gli effetti tragici della disorganizzazione, dei ritardi delle autorità che dovevano operare.

Un'ultima osservazione: mentre si prendono così importanti, decisive decisioni, Giugliano, la terza città della Campania con circa 120 mila abitanti, dopo Napoli e Salerno, non ha un sindaco, non ha una giunta, non ha un consiglio comunale, che facciano sentire la propria doverosa voce, essendovi stato lo scioglimento per infiltrazioni camorristiche.

Anche per questo non bisognava fare questa operazione illegittima e non avviarla nella situazione di vuoto istituzionale giuglianese.

Infine, poichè incombe la minaccia di una sanzione comunitaria europea di 200 milioni di euro, per omissioni e ritardi sulla questione di smaltimento di rifiuti, invece di accelerare le fondamentali costruzioni dei termovalorizzatori di Napoli e Salerno, con aree già individuate, si corre a rompicollo per fare un'operazione illegittima e poco chiara e non tollerabile.