Eleonora de Fonseca Pimentel, ricordandoti

Num. 29 - 18 maggio 1799

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NONIDI’ 29. FIORILE ANNO VII. DELLA LiBERTA;

 

I. DELLA REPUBBLICA NAPOLETANA UNA, ED INDIVISIBILE

 

(SABBATO 18. MAGGIO 1799)

 

MAJESTAS POPULI

 

Secondo trimestre. Num. 29

 

Mercordì sulle 23. ore fu veduto nell'acque di Procida giugnere in distanza un Brik Inglese, o altro Legno Corriere, e far segno a' loro Vascelli. Questi parve che non gli avvertissero, onde il Brick sparò un colpo di cannone per richiamar l'attenzione, e replicò i segni. Dopo di ciò si videro i Vascelli partire frettolosamente. Molti han creduto, ch'essi avessero abbandonate le Isole, che occupavano, e fossero andati a soccorrere Ferdinando in Sicilia, dove si dicea scoppiata una rivoluzione. Una persona, cui è riuscito venir qui da Procida ha deposto esser questa la voce generalmente diffusa, in Procida, dopo la partenza de' vascelli. Altri credono ciò un effetto piuttosto dell'avvicinamento della Squadra Gallispana, di cui da tanto tempo si parla. Subito nel Giovedì mattina il Direttor Generale di Marina Caracciolo invitò con un proclama i Patrioti, e tosto dopo il mezzodì partirono, comandate da lui, due Galeotte, otto Cannoniere, sei Bombardiere, e varj Feluconi alla volta di Procida, dove giunsero la notte. Il nemico vi avea lasciato una Fregata, due Corvette, delle quali una con mortaro, uno Sciabecco, sei Cannoniere, una Bombardiera, e tre altre Barche, alle quali aveva adattato a prora un cannone di grosso calibro. I nostri quantunque inferiori di numero, pieni di fiducia nella causa, e nel Comandante, non si sbigottirono; e verso le otto d'Italia della mattina seguente profittando d'un poco di calmeria si disposero quasi in semicerchio, e cominciarono a far fuoco. Essi ebbero l'abilità di far cadere delle Bombe sulla prora della Fregata, e della Corvetta nemica, dimodoché si ruppe il ponte, e restò inservibile il Mortaro. Lieti del buon successo, gridando Viva la Repubblica, viva la Libertà seguirono ad incalzar la prima, e riuscirono a romperle gli alberi. Ma non essendosi avvisti delle Batterie di terra, ch'erano a fior d'acqua, furono a tiro, e queste cominciarono a giuocare, e produssero qualche danno in una delle nostre Cannoniere. Intanto cominciò ad alzarsi un poco di vento, le vele delle Corvette cominciarono a gonfiarsi, e quindi i nostri contentandosi di aver resa inutile la Fregata, e di avere scoperte le forze nemiche, si ritirarono. Noi abbiamo avuto cinque morti, e tre feriti. Lancia per roventar le palle ha ricevuto un colpo, che ha dato appena tempo d'investirla sulla spiaggia, e si spera di riacquistar il fornello. Oggi si è posto nella batterla di Miniscola un Mortaro ti placca che domina Procida, e si prendono tutte le disposizioni, onde tosto che il mare, alquanto, in oggi tempestoso, lo permetta rinnovare le operazioni, e renderci padroni di quell'Isola.

Lo stesso Ministro Manthonè s'era jeri trasportato in Pozzuoli per di là animare, e dirigere le operazioni. Ecco i compensi, che la Repubblica con materna tenerezza ha tosto accordati alle famiglie de' morti, e feriti nell'azione.

 

MANTHONE' MINISTRO DELLA GUERRA.

 

AL CITTADINO CARACCIOLO.

 

Letto alla Commissione Esecutiva il Vostro Rapporto in data di ierj; ha prese le seguenti determinazioni:

 

Morti

Per la famiglia del Maestro Calafato Giuseppe di Marco -

Che la madre goda carlini quattro al giorno perpetuamente: alla sua morte abbiano ripartitamente i figli.

Le femine godano la dote di ducati 25. contanti per ciascuna. E siano dati per gratificazione ducati 50. contanti per il lutto.

 

Per la famiglia del Marinajo Angelo Lubrano -

La paga di ducati 4. 77. in contanti che percepiva, sia ripartita per alimento ai figli.

E ducati 50. contanti al padre, ed alla madre per il lutto.

 

Per la famiglia del Marinajo Gaetano Cappiello ‑

Che la madre, o moglie percepisca il soldo in due. 3. 70 contanti. Se ha figlie femine la dote di ducati 25. contanti per ognuna; e due. 50. contanti per il lutto.

 

Per la famiglia del Marinajo Gaetano Bruscino

Alla madre la continuazione della paga di due. 3. 70. contanti. E due. 50 contanti per il lutto.

 

Per la famiglia del Marinajo Niccola Rispolo

La paga di ducati 3. 70. contanti, la continui a godere la madre. E duc. 50 contanti per gratificazione di lutto.

 

 

Feriti

Al timoniere Felice di Capua ‑

Ducati 50. contanti per gratificazione; ed il doppio dei suoi averi mensuali.

 

Al Marinaio Raffaele Esposito ‑

Ducati 50 contanti per gratificazione, ed il doppio dei suoi averi mensuali.

 

Al soldato Ilario Miano ‑

Ducati 50. contanti per gratificazione; ed il doppio dei suoi averi mensuali.

 

Al Cittadino Matteo Correale Comandante di una Cannoniera si conferisca un grado di più a quello che li corrisponderebbe nel nuovo piano di Marina.

 

 

 

 

La Patria adotta per suoi tutti li figli de' morti in sua difesa nella gloriosa azione marittima de' 28. Fiorile, e commissiona il Direttore Generale Caracciolo ad impiegare utilmente nella Marina quei tra loro che siano di età adulta, e dare una distinta nota degli altri, che siano in età di ricevere educazione per la marina, affinché il Governo, ch'è sensibile alla loro sorte dia gli ordini per essere ammessi nel Collegio Nazionale.

Si diano delle tavole di ricreazione pubblica con l'intervento di tutti gli Uffiziali in funzione. E siccome l'equipaggio della dritta è stato il primo ad attaccare; così gode la primazia d'invitare l'equipaggio della sinistra alla mensa. Spero che la sinistra presto voglia restituire il complimento alla dritta. Il sito della ricreazione sarà innanzi al Palazzo Nazionale all'intorno dell'Albore della libertà.

 

Lettera del Ministro della Guerra a tutti gl'Individui di Marina.

 

Cittadini ‑ Voi sentite il sacro fuoco della Libertà. Voi lo sviluppate contro il più scelerato de' nostri nemici l'Inglese. Egli fa la guerra; ma quella dell'inganno, e del tradimento: impiega l'oro ne' vili per trascinarvi al delitto, o Cittadini pacifici; e voi illusi, ciechi, non distinguete la perfidia de' loro disegni. Marinari scuotetevi contro costoro; Gl'Inglesi fari la guerra contro il Popolo, e contro i suoi dritti: rinfacciateli che la guerra si fa con l'armi, e contro l'armato: non già con la frode, e contro degli uomini tranquilli, ch'essi involgono spietatamente ne' più luttuosi disastri. Mostrate nel vostro coraggio l'orrore pe' loro misfatti, la pietà per quegl'infelici ch'essi trascinano da frode in l'rode, da inganno in inganno, per esporli agl' incendj, ai saccheggi, alle stragi... Inglesi... l'ora del dissinganno suona tra il Popolo Napoletano... Conoscerà la perfidia che vi guida, i disastri che provocate contro degl'infelici... vi maledirà... vi aborrirà, volerà in fine, raccolto in massa a farvi spiare con la morte la serie mostruosa de' vostri delitti. Sì: sarete una volta conosciuti; e puniti: Viva i] Popolo Napoletano ‑ Napoli 30. Fiorile anno 7. della libertà ‑ MANTHONE' Ministro ‑ Approvato dalla Commissione Esecutiva ERCOLE D'AGNESE Presidente ‑ CARCANI (FERD.) Segretario Generale.

 

Da Porto Miseno si osservava jeri il nimico affaticarsi in riparar i danni della Fregata, ed aveva tirata a terra una Cannoniera per accomodarla.

Grandissime sono le atrocità, che si dicono commesse dagl'Inglesi, e loro assedi in Procida, dove si vuole abbiano inalzata un Alta Commissione Militare contra tutti i Patrioti; atrocità non dissimili da quelle già praticate in Sorrento, come si rileverà da un estratto di lettera, che soggiugneremo.

Di fatti il mare gettò jeri verso Miniscola un cadavere cucito dentro tela assai fina, ed a punti ben fitti, co' polsi ligati, e una fune ravvolta strettamente intorno le cosce, le gambe, e i piedi; e pareva aver ricevuta una ferita nell'epa dove la tela appariva intinta di sangue. Aperto questo sacco, si è creduto, malgrado che il cadavere già cominciasse a corrompersi, riconoscere in lui, il buon Patriota Chirurgo Alberini, che si sapeva essere stato colà fatto prigioniero dagl'Inglesi. A così truce spettacolo, tutti accesi di sdegno i nostri Patrioti, ne han giurato sul cadavera istesso la più feroce vendetta col non dar quartiere in Procida né agl'Inglesi, né a' ribelli.

E' probabile che si erri nella persona, e quello sia un privato delitto, anzi che una pubblica atrocità. Ma checché sia di questa, o di qualunque altra atrocità praticata da qualunque nostro nemico, noi alla nostra valorosa gioventù dirigiamo il seguente fatto riferito da Erodoto nell'ultimo libro della sua storia, dopo che Pausania Comandante de' Lacedemoni, e de' Greci ebbe presso Platea sconfitto, ed ucciso Mardonio Generale di Serse, e compiuta la liberazione della Grecia.

«Era in Platea nell'esercito degli Egineti Lampone figlio di Piteo. Costui portatosi a Pausania gli tenne queste sceleratissime parole: Figlio di Cleombroto, ben hai fatto opera ammirevole, grande ed illustre, tu cui dettero in sorte i Numi di liberar la Grecia, e sorpassar nella gloria tutti i Greci de' nostri giorni. Un altra cosa ti resta a fare, affinché si spanda maggior fama di te, ed i Barbari si astengano quindi in poi di commettere delle iniquità contra i Greci. Allorché fu ucciso Leonida alle Termopile, Mardonio, e Serse gli recisero il capo e ne affissero il busto ad una croce. Se tu renderai loro la pariglia, acquisterai lode prima da tutti gli Spartani, e poi da tutti i Greci; cioè, se affiggendo tu ora in croce il cadavere di Mardomo, vendicherai Leonida tuo zio. Ciò disse Lampone nella mira di acquistar grazia presso Pausania. Ma questi gli rispose: Ospite Egineta, gradisco la tua benevolenza, e la cura che ti prendi della mia gloria, ma ti allontani motto dal giusto, e dalla giusta maniera di giudicare, allorché mi consigli ad incrudelire contra un morto, e credi, ch'io possa acquistar lode facendo quello, che conviene solo a Barbari, e non a Greci, e che noi ad essi rimproveriamo. Non dunque agli Egineti aderisco, né a coloro che tai cose approvano. A Sparta mi basta piacere coi parlare ed operare onestamente. Leonida, e tutti coloro, che morirono alle Termopile credo aver magnificamente onorato, e soddisfatto, colla morte di tanti nemici uccisi in battaglia. Tu guardati di più darmi tali consigli. Se per la seconda volta ti riuscisse darmeli, ed andarne impune, potresti ascriverlo a tua gran fortuna».

In data de' 26. Fiorile l'Alta Commissione Militare ha emanato una sentenza, con cui condanna alla pena di fucilazione il Prete Secolare Giovanni di Napoli della Terra di Cassano convinto di avere sparso voci allarmanti, e di aver replicate volte gridato ad alta voce: Evviva Ferdinando, e Carolina, e ciò in virtù del proclama del Genera] Macdonald. E condanna altresì alla stessa pena Nicola Napoletano, Nunzio Raja, e Santolo Schettini del Comune di Mugnano, rei di aver tentato a mano annata di promuovere insurrezione in detto Comune, di aversi tolte, e fatte togliere da altri le coccarde Repubblicane, d'essersi portati a recidere l'albero, e d'aver tirato un colpo di fucile al portone della casa del Presidente della Municipalità ec., e ciò in virtù di ogni legge, che condanna a morte i perturbatori dell'ordine pubblico. I tre Prelati di Gragnano e Lettere, di Vico, ed il Vicario di Napoli, jer mattina in S. Tomaso di Aquino compirono la dissagrazione del Sacerdote, e si portaron anche a sollecitame la grazia dalla Com. Esec., la quale lodando il pietoso officio de' Prelati, ha risposto, non esser nelle sue facoltà l'alterar una sentenza emanata. La detta sentenza si è eseguita per tutti questa mattina alle undici ore.

Alle due dopo mezzanotte sono partite verso la Puglia le nostre Legioni di Fanteria, sotto il Comandante Matera, e partirà fra giorni il General Federici.

Un Corriere di Bari ci fa credere l'apparenza colà di qualche legno nemico, onde i mal intenzionati avevan cominciato a produrre qualche disturbo. Se le piraterie, e le trame Inglesi mantengono in piedi alcune sparse masnade di fuorusciti, sorge ogni giorno però più grande il coraggio, ed il civico entusiasmo de' buoni Cittadini.

Il 21. Fiorile è memorando pel Comune di Venafro; in tal giorno 500. insurgenti andarono ad assalire quella Città. Gli abitanti levati in massa si avventarono come tigri contra i ribelli, de' quali molti restarono morti, molti altri feriti, il resto fu fugato, e disperso. La difesa fu con pochi fucili, e poca munizione; ma (furor arma mininistrat) supplirono le pietre, e gli stromenti di campagna, e 'l coraggio delle eroiche Cittadine, pugnanti anch'esse a fianco de' loro consorti, e fratelli. Quella Municipalità tosto ha mandato a richiedere 100. fucili, ed una quantità corrispondente di munizioni per darli a que' bravi Repubblicani, che sono impazienti dopo questo fatto di distruggere gl'insurgenti del Circondarlo, e lasciar libero per mezzo del guado di Venafro la comunicazione degli Abruzzi colla Capitale.

Si è fatto Commissario organizzatore de' Dipartimenti del Sele, e del Bradano invece di Ruggi il Cittadino Tomaso Deliso, e del Calore, invece di Deluca il Cittadino Donato Reale.

E mancata la posta estera. Per notizie straordinarie si è saputo, che i Tedeschi erano stati attaccati sotto Ferrara, ed obbligati a ripassare il Po.

Si son pubblicate due diverse leggi. La prima de' 12. Fiorile riguardante le Commissioni Militari, che noi riporteremo nel foglio venturo. La seconda de' 13. ordina che siano giudicati fra 24. ore, e puniti di morte coloro che portino palese, o nascosta la coccarda del tiranno, o d'altra potenza nemica, e coloro che strappassero la coccarda a qualche Cittadino. Siccome poi la coccarda qual'era prima, avendo il rosso al di sotto, potea facilmente rivoltarsi, e poteano gl'insurgenti farla apparire ora coccarda del tiranno, ora Repubblicana, si è ordinato nella stessa legge, che ognuno sotto determinata pena porti la coccarda conforme al modello che pubblicherà fra 24. ore il Ministro di Polizia, e si sono proibiti i bavari sovrapposti di qualunque natura.

Si è pubblicato il Codice Militare, ch'è lo stesso di quello della Repubblica Francese, con poche modificazioni.

 

Arringa di Giuseppe de Logoteta pronunziata nella Società Centrale

de' Patrioti il dì 21. Fiorile anno 7. della Libertà.

 

«Io vi prego, Cittadini, di ascoltare colla solita vostra compiacenza la voce di un uomo, che ha meritato fin ora la vostra piena fiducia; che da venti anni è stato un Repubblicano deciso, pronto sempre a morire per la causa pubblica, se pure que' che per la Democrazia restan vittima del dispotismo potessero esser considerati come defunti; che ridotto senza patria, senza parenti, non ha altro sollievo, che la sua costanza, e la vostra virtù.

Voi avete già l'anima accesa dal sacro fuoco della libertà, e Il vostro cuore è ricolmo di quelle virtù, che caratterizzano i veri Repubblicani; ma permettete ch'io vi esponga Il vero stato delle cose attuali, per dissipare dalle vostre menti gli allarmi, che alcuni inconsideratamente vanno spargendo, ed altri per pescare nel torbido aumentano all'infinito. lo v'invito ad ammetter questa premessa, cioè, che lusingarvi, e darvi un salutare consiglio, come nelle attuali circostanze conviensi, sono due cose impossibili ad eseguirsi in un tempo. Quindi spero che non vi sarà discaro il vedervi esposto come in un quadro, l'attuale stato della pubblica causa.

I movimenti retrogradi delle armate Francesi debbon considerarsi come cose provvisionali, perciocché essendo scoppiate nella Cisalpina, ed in altri luoghi insorgenze parziali, le truppe repubblicane, che dovean battere i satelliti di Thugut, di Pitt, e del ridicolo Apostolo delle Russie non sono sufficienti a far due operazioni in un tempo.

Al contrario quegli esseri imperfetti, che la natura ha creato per esser sempre servi, esistono ancora nell'alta Italia e si agitano per aver un tiranno nel modo istesso che vedete accadere fra noi. Ora questi non mancano giammai di mettere a profitto le momentanee occasioni per tentare, sebbene impotentemente, di far ripristinare la tirannide in questa bella parte di Europa, ove il genio della libertà la vuoi soffocare.

Già dalla Francia son partiti a migliaia i coscritti delle nuove requisizioni per soccorrere i loro fratelli, e per dare all'Europa la pace, o la libertà.

In questo stato di cose voi dovete sempreppiù dar riprove della vostra fermezza facendo vedere al Mondo, che ha gli occhi fissi verso di voi, che sapete difendere con energia la libertà, che vi avete procurata, poiché ne avete un vivo sentimento.

Voi dovete dimostrare, che siete degni di sostener questa Diva, perciocché avete frenate le vostre passioni; mentre né una Nazione intera, né una persona qualunque possono dirsi libere, senza che abbian la forza di sottomettersi alla ragione; e non v'è chi non sappia, che i Patrioti Napoletani altra violenta passione non sentono che quella, che inspira l'amor della Patria, e della Umanità. Sì, Cittadini, forti di questi principj, marciamo con passo fermo, ed impavidi affrontiamo la morte, se le circostanze l'esiggono; ma sappiamo morire da forti. Quegli stessi uomini, che fondarono la Repubblica a traverso degli ostacoli immensi, che la superstizione, l'aristocrazia, e la tirannide insieme unite le presentavano davanti, esistono ancora; e sin que questi respirano un'aura di vita, voi nulla dovete temere.

La Nazione Francese, che ci ha tanto giovato ad avere la libertà, ci sosterrà colla sua potenza ... Il sistema della Guardia nazionale dovrebbe esser sottoposto a un sollecito esame, e rigoroso. Le armi in questi momenti debbono esser soltanto in mani nemiche a morte del dispotismo.

A tutte queste operazioni bisogna aggiungerne un'altra, per vieppiù avvivare in tutti il sacro fuoco di libertà, che sugli esempj dell'antichità fu rinnovata a' tempi nostri a Parigi.

Questa centrale vien deturpata dalle tombe infernali di tanti re, e delle loro scellerate compagne. Sarebbe cosa lodevole, che il Governo destinasse una Commissione, affinché si togliessero da' loro siti, facendosi in pezzi questi monumenti di schiavitù, e si purgasse questo suolo di cotesti avanzi detestabili delle umane laidezze, e delle più abbominevoli imperfezioni.

Si facciano inni patriotici da' nostri bravi poeti, onde così ravvivarsi lo spirito pubblico, e per la nostra fermezza i nemici interni, ed esterni sieno costretti a tremare al nome solo della nazione Napoletana.

Noi però giuriamo di nuovo di viver liberi, o morire».

Non possiamo negarci al premuroso invito d'inserire il seguente estratto, giusto sfogo a giusto dolore.

 

Estratto di lettera di Sorrento de' 17. Fiorile an. 7.

 

Il Duca del Gesso, e varj altri Aristocrati, ed ex‑nobili venuti qui a bella posta da Napoli colla scusa di villeggiare, furono la nostra rovina. Essi prezzolarono una masnada di assassini, e da questi con nera trama fecero circondare alla sprovvista il bravo Alessandro Parente Comandante della nostra Guardia Nazionale, sicché tirandogli a tradimento più colpi di fucile, lo stesero a terra. Egli però non era ancor morto, e poté coll'ajuto di qualcuno accorso esser condotto semivivo alla casa. Questo accadde poche ore prima dell'arrivo degl'Inglesi.

Questi perfidi pirati del Nord coll'appoggio di un orda di scellerati riuniti sotto la scorta di un certo Domenico Fiorentino avean fatto nella stessa sera del dì 8 uno sbarco sulle costiere di Massa Lubrense ed aveano seco loro sbarcato, secondo il solito, una quantità di gente tratta dalle galee, e dalle prigioni di Sicilia. Tutti insieme si portarono a Sorrento, dove entrarono verso le tre ore, gridando viva il Re, e sparando 14. colpi di cannone di seguito, sicché il popolo intimorito non ardì opporre veruna resistenza. Andò ad incontrarli il Duca del Gesso insignito della fascia di S. Gennaro, alla testa degli altri consocii Aristocrati tutti vestiti in abito di gala di Palazzo. A questa scena successe

la più tragica ad immaginarsi Gl'Inglesi alla testa di quella canaglia si portarono alla casa del buon Alessandro Parente che giaceva moribondo sul letto. Egli presago del suo eccidio si stringea fra le braccia un tenero bambino suo ultimo figlio. Pregò que' barbari, che a riguardo di quell'innocente bambino gli risparmiassero le poche ore di vita, che gli avvanzavano. A nulla valsero le sue preghiere. Fu strappato dal letto, col figlio fra le braccia, trascinato per le scale, e per le pubbliche piazze, crivellando il corpo di replicati colpi di bajonetta a lui, ed all'innocente fanciullo. Uno de' suoi fratelli, Andrea Parente Cancelliere della Municipalità, accorse allo scempio snaturato del suo fratello. Chiamava Dio in testimonio dell'orrendo misfatto contro il dritto delle genti; ma non così comparve, che a colpi di sciabla lo gittarono a terra. Fu saccheggiata la casa degli uccisi, e tutte quelle de' Rappresentanti della Municipalità, i quali furono dagl'Inglesi portati prigionieri a bordo de' loro legni.

Intanto nel giorno dopo vennero le armi Francesi, al cui comparire i vili corsari si rintanarono colla preda seguiti da qualcuno degli Aristocrati, loro fautori, fra' quali segnatamente dall'Infame Duca del Gesso. Ora sembra tutto calmato.

I Consoli Svedese, Danese, e Batavo han richiesto, ed ottenuto di esser riconosciuti dalla nostra Repubblica.

 

Osservazione interessante del passaggio di Mercurio nel disco Solare fatta in Napoli dal Museo Nazionale latitud. 40° 50' 54" il dì 18. Fiorile, dal Cittadino Giuseppe Casella Astronomo Nazionale.

 

Entrata di Mercurio nel disco del Sole.

 

or.

Contatto esterno ..................…………………..10, 7’, 45", 9 tempo apparente

 

Contatto interno ..................................………..10, 10', 5 , 9 di mattina.

 

Sortita di Mercurio dal disco.

 

or.

Contatto interno de' lembi di Mercurio, e del Sole 5, 28', 57", 8 tempo apparente

 

Contatto esterno, o sortita totale di Mercurio 5, 32', 18", 8 1 di sera.

 

Continuazione della Guardia nazionale.

 

18. Gli stranieri non possono aver posto nella Piana Maggiore.

19. A capo di sei mesi, cioè ai 30. Vendemmiatore i Comuni di ogni Compagnia avranno il dritto di scegliersi il loro Capitano, Tenenti, e Bassi Uffiziali a maggioranza di voti segreti. La scelta si farà ogni tre mesi ma si può essere confermato per una sola volta.

20. Chi non è confermato ritorna fra i Comuni a fare il servizio personale, ma dopo tre mesi può essere di nuovo eletto.

21. I Generali, gli Ajutanti Generali, i Capi di Legione, i Capi di Battaglione, e gl'Istruttori non potranno essere interinamente scelti, se non dal Governo col l'approvazione del Generale in capo Francese, o del Commissario Ordinatore.

22. Dal primo Vendemmiale in poi gli Uffiziali della Piana Maggiore, compresovi il Generale non potranno stare nel loro posto se non per sei mesi. Potranno essere confermati, ma per una volta sola. Cessato, che avranno di essere in posto, dovranno fare il servizio personale da Comuni, senza poter essere rieletti per Uffiziali di qualunque grado, se non dopo tre mesi.

23. La legge allora stabilirà da chi debbano essere fatte l'elezioni del Generale, e della Piana Maggiore, ed in che modo debbano farsi.

24. Chi ascritto nella classe attiva non porti o l'uniforme, o il nastro tricolore al braccio sinistro, sarà punito la prima volta con pena non minore di otto giorni di arresto, e maggiore, se concorrono circostanze gravanti. La seconda volta con quindici giorni di arresto in un Castello, e collo stare in due volte del suo servizio dentro il Quartiere senza coccarda né altro civico distintivo, o senza poter né pattugliare, né far sentinella. La terza volta sarà punito di un anno di arresto in un Castello.

25. Sarà punito come traditore della Patria chi al battersi della Generala non si presenta al suo Quartiere.

 

Sarà continuato.

 

NOTIZIE STRANIERE

 

Roma 13. Fiorile ‑ Legge ‑ li Generale Comandante le truppe Francesi stazionate sul territorio della Repubblica Romana. ‑ In virtù dell'articolo 369. della Costituzione ha decretato, che si accordino delle indennità in beni nazionali agl'individui, che han sofferto persecuzioni, o perdite, o per parte delle Truppe Napoletane, o per parte de' ribelli.

La Stamperia della soppressa Propaganda, per un eccesso di Vandalismo difficile a credersi, era stata venduta. Si sa che in essa erano

raccolte le madri dei caratteri esotici, oltre i ponzoni dei caratteri Greci, ed Etruschi, preziosa ed unica collezione in Europa. Così veniva diminuito il decoro della letteratura patria, e si perdevano i mezzi

di comunicare i lumi delle scienze, della filosofia, e delle arti a tante Nazioni che ne abbisognano. L'Istituto Nazionale di Roma sentendo tutto il danno di simile perdita comunicò al Consolato quanto interessi il riacquistare la suddetta Stamperia. li Consolato rivolse subito la sua attenzione a questa domanda. La stamperia fu subito ricomprata, e già trovasi nel Vaticano affidata alla cura dell'Istituto Nazionale.

 

Torino 24. Aprile.

 

Sono otto giorni, che il Papa è partito da Parma, e questa sera si aspetta da Alessandria. Egli proseguirà subito domani il suo viaggio per Brianson.

 

Parigi 21. Germile.

 

uscita la nostra squadra di Brest, ed è andata a raggiungere la squadra Spagnuola al Ferrol. Si crede che queste squadre riunite sieno dirette pei Mediterraneo, ove le chiamano gl'interessi della Repubblica Francese, e delle Repubbliche Italiane.

 

Altra del I. Fiorile.

 

Messaggio del Direttorio Esecutivo al Consiglio de'Cinquecento, del 28. Germinale (17. Aprile) Anno 7.

 

Cittadini Rappresentanti,

Il Direttorio Esecutivo crede di dovervi prevenire che malgrado l'attività e le premure, che sono state impiegate per l'esecuzione della Legge de' 21. Fruttifero, anno 6., sulla coscrizione militare; la leva di 200000. uomini, ch'essa avea ordinato, non ha potuto effettuarsi intieramente; i ruoli dell'Armata sono ancora lungi dall'essere completi.

Frattanto la grandezza degli sforzi della coalizione formata contro la Repubblica esige imperiosamente lo sviluppamento de' mezzi i più estesi, e i più rapidi, per annientare i perfidi progetti de' nemici della Francia, e sforzarli infine a una pace durevole.

Voi conoscete l'urgenza delle circostanze, Cittadini Rappresentanti; senza dubbio vi sembrerà necessario di dare al Direttorio Esecutivo la facoltà di prendere nella seconda, e terza classe della coscrizione il numero d'uomini necessario per completare i dugento mila già messi a sua disposizione. Voi giudicherete ancora sicuramente, ch'egli ha bisogno d'una certa estensione nelle sue misure, per assicurare un pronto successo a questa importante operazione.

iL suo dovere gl'impone di dirvelo, Cittadini Rappresentanti, egli è intieramente convinto, che essa non potrebbe esser differita senza mettere in un pericolo imminente la salvezza della Repubblica, la sicurezza de' suoi alleati, la gloria delle sue Armate, l'interesse della Libertà, e quello dell'umanità stessa, poiché una grande superiorità fa risparmiare l'effusione del sangue, ed affretta lo stabilimento della pace.

Egli v'invita dunque, Cittadini Rappresentanti, a prendere questo im­portante oggetto nella più pronta, e nella più seria considerazione.

In seguito di questo Messaggio il Corpo Legislativo con sua Legge del medesimo giorno ha ordinato il completamento della leva di 200000. uomini nel più breve termine, e ha autorizzato il Direttorio Esecutivo a fare la ripartizione del contingente a tutti i Dipartimenti; questo contingente sarà fornito dai coscritti della prima classe, che non sono alle loro bandiere, e il soprap­più dalla seconda, e terza classe.

Il Direttorio Esecutivo, è incaricato di tutti i dettagli relativi alla piena esecuzione della Legge, e al vestiario, ed equipaggiamento delle truppe: continueranno ad essere in pieno vigore le Leggi relative ai requisizionarj.

 

INVITO

 

Nella Sala d'Istruzione pubblica, a 26. Maggio (v. st.) si reciterà l'elogio del fu Gaetano Filangieri.

N.B. Martedì 2. Pratile.

Domenica si eseguì infine la funzione del brugiamento delle Bandiere; riuscì tenera e maestosa, ne daremo il ragguaglio nel foglio venturo. Nella sera si ebbe notizia che la

fregata nemica si era veduta partire da Procida. Il mare aveva gittato sulla spiaggia di Miniscola 32. cadaveri, de'quali uno de'nostri paesani, 31. Inglesi. Da Capua si diceva mossa la colonna mobile Francese per disgombrare la strada da talune partite di briganti.

Jeri è giunto Corriere dal Cittadino Ettore Carafa, il quale comanda la Guarnigione di Pescara. Egli dà parte di aver avuto due attacchi co'briganti Chietini comandati dal Barone Dario: nell'uno, e nell'altro ne ha fatto un gran macello, rendendosi padrone di due cannoni, uno dei quali da 24. Daremo l'intera lettera nel foglio venturo.

Dovendo la Commissione legislativa fare una legge diffinitiva, su i Monti di famiglie, che si trovano finora fondati, l'Esecutiva ha decretato:

I. Che tutti i Governatori de'Monti familiari, sotto qualunque denominazione siano, producano alla Commissione Legislativa una breve notizia della istituzione de'medesimi, e delle regole, e stabilimenti, colli quali si amministrano.

2. Che le di sopra enunciate notizie si producano alla Commissione Legislativa fra lo spazio di dieci giorni per li Monti esistenti in questa Centrale, e di venti per quelli, ch'esistano nel restante del territorio della Repubblica, da decorrere dal giorno della pubblicazione di questo decreto.

E’ uscita l'organizzazione de'Tribunali.

E’ giunto il Corriere di Roma ma svaligiato, per incontro avuto co' briganti del Garigliano. Egli depone aver inteso, che i Tedeschi erano stati respinti non solo oltre il Po, ma oltre l'Adige. Ch'erano entrati bensì in Milano, ma per una valorosa uscita fatta dalla Guarnigione Francese, la quale si era chiusa nel Castello co' Patriotti Cisalpini, erano stati obbligati a fuggirsene due giorni dopo. Il Direttorio Cisalpino in quest'infrangenti si trovava in Tortona.

Coll'ultimo rapporto di Miseno si ha, che la Fregata si era vista tornare; si . scorgevano in Procida due legni velieri, che scomparivano e comparivano; forse impiegati a scoprire; vi era giunta una gran barcaccia sopraccarica di munizioni da bocca, ed atteso il gran carico si supponeva anche di Guerra. Tanto meglio avremo noi miglior preda. Il mare ha gettato nuovi cadaveri nemici uccisi nel combattimento di Venerdì, se ne contano fino a 52.

E’ partita l'Artiglieria, e la Legione Sannitica col suo Capo Belpulsi, per unirsi col Generale Matera.

Il negoziante e Legislatore Giuseppe Marchetti mosso da zelo del ben pubblico aveva procurati alcuni Negozianti i quali cambiassero al 40. per 100. cominciando da jeri, ed aveva pubblicato affisso comminativo di pena a chi cambiasse con agio maggiore. t avvenuto quello che tutti avevano preveduto. Non si trovava più a cambiare né al 40. né con altr'agio. Il Governo questa mane ha con suo decreto dichiarato siccome cose private, di niun valore l'affisso, ed il convenio, e ridotto le cose ad pristinum.

E.F.P.

 

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