Rovina e abbandono a villa Ferretti, simbolo della legalità
Il bene confiscato alla camorra nel 1995 e ristrutturato grazie ai finanziamenti europei, giace in condizioni di assoluta fatiscenza, in attesa di una destinazione d’uso. E’ il simbolo della legalità in terra flegrea, villa Ferretti, una dimora ottocentesca, un tempo feudo del clan Pariante, confiscata dal Tribunale di Napoli nel 1997 e oggetto di ristrutturazione grazie ai finanziamenti POR Campania 2000-2006. Da tempo la villa, abbandonata a se stessa, priva di manutenzione e di una destinazione d’uso, rimane chiusa e sempre più in rovina. "Da un recente sopralluogo abbiamo constatato lo stato increscioso dell’immobile” fanno sapere Josi Gerardo Della Ragione, attivista di "Freebacoli" e Adele Schiavo, entrambi rappresentanti del Gruppo Indipendente in Consiglio Comunale. “Le mura della struttura sono screpolate ed ammuffite, macchie d’umidità sono un po’ ovunque, un tratto della pavimentazione esterna è crollata. L’immobile, inoltre, è privo di energia elettrica. I climatizzatori, non essendo stati mai messi in funzione da oltre due anni, potrebbero essere destinati alla discarica prima ancora dell'utilizzo.” Le ristrutturazioni sono costate alla comunità, tra finanziamenti già erogati ed altri ancora da elargire, oltre 3 milioni di euro. “L'amministrazione si assuma le proprie responsabilità e spieghi urgentemente alla città chi sono i responsabili di questo scempio - chiedono i nostri interlocutori - se anche il simbolo della legalità viene lasciato in questo modo, vuol dire che in questo territorio lo Stato non ha ancora vinto la sua battaglia contro la malavita.” Nel 2011 il consorzio interuniversitario “Civiltà del Mediterraneo” ed il Comune di Napoli hanno siglato un accordo di programma che prevede a “Villa Ferretti” l'istituzione di un museo civico marino.
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