Zamboni e il tentativo di salvare gli ebrei di Grecia
La vicenda di Zamboni era già in parte conosciuta. Di recente, però, come rivelato dal Corriere della Sera, la storica Sara Berger, ricercatrice del Museo della Shoah in via di costituzione a Roma, ha rintracciato nell'Archivio politico degli Affari esteri tedeschi di Berlino il carteggio tra il governo fascista e l’alleato tedesco sulla deportazione da Salonicco di 75 ebrei italiani (o presunti tali, molti di loro erano stati fatti passare come tali dallo stesso Zamboni, allo scopo di sottrarli ai nazisti), che nella tarda primavera del ’43, poco prima della caduta di Mussolini, fece scoppiare un vero e proprio caso diplomatico.
Tutto partì da una nota dell’ambasciata italiana a Berlino del 14 maggio 1943, ispirata dallo stesso Zamboni: «La Regia Ambasciata è stata incaricata di voler pregare il Ministero degli Affari Esteri del Reich affinché vengano annullati i provvedimenti erroneamente adottati e si provveda di conseguenza al ritorno alle rispettive residenze degli ebrei in questione che risultano deportati, al rintraccio degli smarriti, ed alla liberazione di quelli già internati in campi di concentramento». Che cosa era successo? Adolf Eichmann, Obersturmbannführer delle SS che da marzo aveva organizzato la deportazione ad Auschwitz e Treblinka di 55 mila ebrei greci, per «errore» aveva arrestato a Salonicco anche alcuni ebrei italiani. Il regime fascista, su pressione di Zamboni, chiede che siano rimandati indietro, «in quanto il governo italiano si sente obbligato a proteggerli per motivi morali, patriottici o per interessi nazionali», informa la Regia ambasciata il 15 giugno 1943. Nella lista dei 75 ebrei rivendicati dall'Italia figura Doudoun Levi Venezia, la nonna di Shlomo Venezia, autore del libro Sonderkommando, uno degli ultimi sopravvissuti delle squadre di prigionieri costrette a lavorare tra forni e camere a gas di Birkenau per portare via i cadaveri. Dettaglio importante: lo storico Marcello Pezzetti fa notare che nella lettera del 14 maggio 1943 si legge che «è stata deportata in Polonia». Ovvero: «Il governo italiano sa di Auschwitz». Purtroppo ormai è tardi. L'ambasciata italiana insiste e Eberhard von Thadden, del ministero degli Esteri tedesco, scrive il 19 giugno ad Eichmann, chiedendogli di «rintracciare» e «mettere a disposizione degli italiani» le persone della lista. Ma la signora Venezia, partita a marzo, è stata uccisa all'arrivo. Zamboni comunque riuscì a salvare circa 350 ebrei dalle deportazioni, ricorrendo allo stratagemma della nazionalità italiana provvisoria.
|
Pubblicazioni mensili
Nuovo Monitore Napoletano N.196 Aprile 2025
Storia Al liceo scientifico “Leonardo da Vinci” di Firenze negli anni 1945-50 Napoli 1944: fuga in avanti di Togliatti, compromesso sul futuro Il 25 aprile 1945: fu lotta di nazione, non di fazione Xi Jimping, Presidente della Repubblica Popolare Cinese
Libere Riflessioni - News dal Comune di Napoli Il terremoto non spaventa i militari golpisti del Myanmar Il Manifesto di Ventotene: message in a bottle Perplessità sulla strategia di Donald Trump IA: anatomia di una nuova dipendenza Giudizio e pregiudizio: il prefisso che modifica C40, il futuro delle metropoli sarà la prigione digitale del cittadino
Filosofia della Scienza
Cultura della legalità Vittime innocenti. Aprile 1969 - 2021
Statistiche
La registrazione degli utenti è riservata esclusivamente ai collaboratori interni.Abbiamo 165 visitatori e nessun utente online |