Il Principe mago

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La storia di Raimondo di Sangro, è alquanto affascinante e suggestiva, visto che si diceva di lui che fosse un mago, stregone,alchimista, letterato, scienziato, pazzo, tanto è vero che la sua storia, a 300 anni dalla sua nascita, conferma che il Principe di San Severo, è stato uno dei più eclettici esponenti dell’Illuminismo Europeo vissuto a Napoli.

Egli nacque il 30 gennaio del 1710 a Torremaggiore in Puglia, da una famiglia molto nota. Sua madre Cecilia Gaetani dell’Aquila d’Aragona, figlia della Principessa Aurora Sanseverino, morì pochi giorni dopo la sua nascita.

Suo padre,Antonio di Sangro, duca di Torremaggiore lo affidò a suo nonno Paolo sesto Principe di San Severo, nonché cavaliere del Toson d’Oro.

Il piccolo Raimondo giunse a Napoli che non aveva compiuto neanche un anno, si stabilì nel palazzo di famiglia in largo San Domenico Maggiore.

Fu in questa città che egli iniziò a studiare letteratura,geografia, arti cavalleresche.

Era considerato in quell’epoca un ragazzo con capacità intellettuali superiori alla media, infatti il nonno e il padre decisero di farlo approfondire gli studi presso il Colleggio dei Gesuiti di Roma, una scuola molto prestigiosa. Si interessò di molte cose, tra cui filosofia, lingue, pirotecnica,scienze naturali,architettura militare.

 

Nel 1726, morì suo nonno, in questo modo grazie alla rinuncia del padre, eredita sia il titolo che il patrimonio, a soli 16 anni si trova a capo di una delle più importanti e potenti famiglie del Regno.

Napoli era la nuova Capitale del Regno Borbonico, con a capo Carlo di Borbone(1734). Il 1 dicembre 1735, Raimondo di Sangro sposò sua cugina Carlotta Gaetani dell’Aquila d’Aragona.

Fu in onore degli sposi che Giambattista Vico, dedicò loro un sonetto mentre il suo amico Giovanni Battista Pergolesi, musicò la prima parte di un preludio scenico, concluso in seguito alla sua morte, da Nicolò Sabbatino.

Il Principe con le sue invenzioni stupì tutti, realizzò una macchina idraulica che riusciva a sparare sia a polvere che ad aria compressa, e ancora nel 1741realizzò un cannone che pesava centonovanta libbre in meno a quelli già esistenti ma con una potenza superiore.

Egli aveva anche una forte passione per l’arte militare, infatti con il titolo di colonnello potè partecipare nel 1744, alla battaglia di Velletri contro gli Austriaci, dove si distinse con grande coraggio e abilità militare.

Scrisse anche un libro che pubblicò nel 1747 "Pratica di Esercizi Militari per l’infanteria", un libro che suscitò tanto interesse negli ambienti militari, a tal punto che le truppe spagnole iniziarono a praticare gli esercizi da lui descritti.

Iniziò a leggere con l’autorizzazione di Benedetto i “libri proibiti”, in seguito le opere di Pierre Bayle che trattano antichi testi di alchemia, scienza, illuminismo e massoneria.

Cresceva in lui sempre di più la voglia di sperimentare, inventare, fu infatti l’artefice dei più spettacolari pirotecnici mai visti fino ad allora, realizzò pietre preziose artificiali, marmi colorati, un nuovo meccanismo di un orologio a  carillon che pose su un ponte che collegava il palazzo al tempio.

Questo suo interesse di volere apprendere, questa sua ricezione verso le idee illuministiche lo avvicinarono alla Massoneria. Ma ben presto tutto questo iniziò a creargli problemi di vario genere.

Rimasto infatti deluso dagli eventi, il Principe si dedicò nei suoi studi di fisica. All’interno del suo palazzo in un sotterraneo, installò un laboratorio di chimica, dove si dice compì un incredibile esperimento, quello del famoso “lume perpetuo”.

Intanto aveva dato inizio anche ai lavori nella Cappella di San Severo, fu proprio nella sua  realizzazione, che il genio Raimondo Sangro si espresse in maniera totale, contribuendo alla nascita di capolavori come il Cristo Velato, La Pudicizia, il Disinganno.

Grazie all’utilizzo dei suoi solventi chimici furono realizzati molti capolavori nella cappella, conservati tuttora intatti, anche perché fu lui stesso a dichiarare nel testamento che nulla doveva essere modificato.

Grazie alla sua perspicacia aveva tanti amici e contatti con persone molto note dell’epoca.

Ma iniziò ad avere problemi con la corte, quando Carlo di Borbone partì per la Spagna.

Nel 1770, dobbiamo ricordare che furono le sue ultime uscite pubbliche, per alcune domeniche il principe sotto gli occhi sbalorditi dei napoletani, attraversò le acque del golfo a bordo di una “carrozza marittima” inventata da lui, che grazie ad un sistema ingegnoso di pale a foggia di ruote, si muoveva velocemente sul mare.

In base ai racconti, possiamo dire che questa fu l’ultima invenzione da lui fatta, perché a causa delle sue preparazioni chimiche, i solventi gli provocarono una malattia. Si spense nel suo palazzo il 22 marzo del 1771, lasciando ai posteri, oltre alla sua Cappella, la sua opera, gioiello del barocco napoletano, conosciuto da tutti e destinato a durare per sempre.

 

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