Eleonora de Fonseca Pimentel, ricordandoti

Emmelina De Renzis , una donna tra esoterismo, antroposofia e fascismo.

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Torno ancora a parlare dei De Renzis, famiglia, antica, che ha lasciato una traccia nella storia, nella cultura, nel giornalismo, persino nella filosofia e negli studi psichiatrici e spiritualistici dei secoli passati, attraverso i suoi esponenti, personaggi di grande rilievo, tutti riconducibili alla stessa radici, con rami e virgulti ed innesti di grande interesse.

Uno di questi  innesti, non può che essere senz'altro Sonnino De Renzis  Emmelina, personaggio di spicco del primo novecento .

Vivace ed elegante, sempre curiosa di tutto e avida di nuove conoscenze, Emmelina Sonnino, sorella dello statista Giorgio Sidney Sonnino, non solo visse una vita intensa che coinvolse tre uomini – il duca Colonna di Cesarò, suo primo marito, il figlio Giovanni Antonio, a cui fu sempre fortemente legata, e infine, il secondo marito, il barone Michele De Renzis, fratello di Francesco, pronipote di Leopoldo, eroe del 1799, cofondatore del  “Fanfulla” e deputato del regno.

 

Emmelina svolse un ruolo importante nella diffusione  in Italia delle scienze teosofiche prima, antroposofiche in seguito e con maggiore intensità.

In un’epoca in cui le  scienze occulte e il teosofismo della Blawatsky aggregavano il mondo dell’aristocrazia, Emmelina divenne la principale referente italiana di Rudolf Steiner, fondatore dell’antroposofia, marcando così la distanza dai cenacoli sorti al principio del Novecento attorno alla discutibile Annie Besant, cui spettava il compito di reggere le sorti del movimento teosofico dopo la morte della sua fondatrice.

Il suo primo incontro con Steiner avvenne in occasione del Convegno  Internazionale di Filosofia nel 1911 a Bologna, ma non si possono escludere contatti precedenti, data la comune frequentazione dell’ambiente teosofico.

A Bologna, quando la rottura con la Società teosofica era già evidente, Emmelina decise di schierarsi dalla sua parte, e prese accordi per la traduzione delle opere steineriane, stampate dalla casa editrice Laterza di Bari.

Ma non si fermò lì, divenne subito animatrice di un Gruppo di studi antroposofici che si riuniva a Roma, nel suo appartamento (dapprima in via Po, poi in via Gregoriana) che chiamò “Pico della Mirandola”.

Al suo fianco, condividendo del tutto i suoi interessi esoterici, il figlio Giovanni Antonio Colonna di Cesarò, deputato e  ministro, tra i protagonisti del primo governo mussoliniano ma ben presto suo strenuo oppositore, nonché il poeta Arturo Onofri.  Qui, per tutti gli anni Venti e Trenta non mancò di  riunire, un giorno alla settimana, coloro che erano dediti allo studio delle opere di Rudolf Steiner.

Nel Natale del 1923, a Dornach, rappresentò l’Italia alla Fondazione della Società Antroposofica Universale, sempre accompagnata dal  figlio, a cui fu legata da un affetto speciale, e con cui condivideva non solo l’amore per la Scienza dello Spirito, ma più prosaicamente anche quello per il cinematografo, il teatro, la cultura.

Il gruppo di “Ur” nacque nel suo salotto, molti i personaggi, che lo frequentavano, Evola, Boni, Comi  Reghini, ed altri di cui i nomi sono da tutti conosciuti, lo stesso figlio, Giovanni ne fece parte .

Diedero tutto il loro appoggio alla rappresentazione di Roma Antica “ Ignis Rumon” del Barone siciliano Roggero Musmeci Ferrari Bravo.

SacraeRomae Origines, un’opera teatrale scritta nel 1914 e recitata durante il ventennio fascista alla presenza di Mussolini, essa rappresentava una fondamentale testimonianza del riemergere  della Tradizione Romana nel primo novecento, ove si può  riconoscere tra le righe il mistero arcano della fondazione di Roma, e dei riti Prischi, scritta in un italiano fortemente  arcaicizzante pregno della conoscenza tradizionale esoterica.

Anche da anziana mantenne sempre un aspetto giovanile, elegante e principesco. Fino all’ultimo dedicò la sua vita all’opera di Rudolf Steiner, ebbe la forza di sopportare la scomparsa del figlio che,  malato e addolorato dagli esiti della vita politica, morì nel 1940, pochi giorni dopo essere riuscito a tradurre e pubblicare Lo spirituale nell’arte di Kandinskij.

Quando,  nella primavera del 1944, le sue nipoti, Simonetta e Mita Colonna Cesarò, furono arrestate come partigiane, Emmelina De Renzis non resse al dolore e morì.

Il capitale di libri, ritratti e documenti attestanti la sua vita spirituale non vennero mai trovati, così come la sua data di nascita è a tutt’oggi sconosciuta.

 

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