Eleonora de Fonseca Pimentel, ricordandoti

Avvocato Marotta, siamo tutti con te!

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“Fischia il vento, infuria la bufera, scarpe rotte eppur bisogna andar” conclude desolato l’avvocato Marotta, mentre il camion dei traslochi si appresta a caricare l’ultimo pacco di libri sfrattati dagli appartamenti dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici.

Finiranno ammassati in un capannone a Casoria dove nessuno studente potrà più consultarli. Un patrimonio culturale costato all’avvocato anni di sacrifici e debiti.

In quei pacchi rischiano di marcire dalla prima edizione italiana dell'Encyclopedie di Diderot e D'Alembert, agli scritti di Giordano Bruno e Benedetto Croce. Marotta li tocca con infinita tristezza.

A nulla sono servite le vendite dei suoi immobili, le battaglie con le istituzioni. Sono le lobby a comandare, pur se il sindaco ha dimostrato di essere una brava persona.

E’ sempre così, l’ombra nera della corruzione ha potere su tutto e la cultura, specie quella divulgata dall'Istituto,  è un nemico da abbattere. La gente deve restare ignorante, per essere sottomessa, manipolata ed asservita al potere del più forte.

“ In questi trentasei anni di lavoro intenso, giornaliero, per organizzare la resistenza contro l’ondata controrivoluzionaria che dal 1799 ha sommerso completamente il Mezzogiorno d’Italia, ma soprattutto ha distrutto completamente Napoli, noi ci siamo messi all’opera per rifare quella cultura, per riprendere quella grande tradizione del Settecento. Ma nessuno ha capito che era un problema di salvezza della civiltà, un problema di tutta l’Europa.

L’attuale classe dirigente non poteva capire, perché non era una vera classe dirigente, perché la civiltà occidentale sta morendo sotto i colpi della finanza, degli uomini di affari, degli speculatori monetari, dei “mercatanti”, come diceva G.B.Vico.

Da Napoli sono sempre partite persone che sono andate a Roma a dire “Non date soldi all’Istituto. Da che esiste l’Istituto, voi fate venire tanti esponenti e premi nobel del mondo culturale e scientifico, e noi come università non siamo più niente, noi non siamo più nessuno. Lo dovete chiudere questo Istituto.”

E questo è il punto. Abbiamo creato 280 biblioteche in tutto il mezzogiorno, anche nei comuni più piccoli, e queste biblioteche sono poi aumentate fino a 400 e le scuole sono arrivate fino a 700. L’avvilimento dei giovani è una cosa tremenda. Quando si sono visti togliere anche i libri, cioè gli strumenti di lavoro, sono rimasti assolutamente scoraggiati, avviliti, si sono sentiti svuotati.” (Gerardo Marotta)

Inutile dire che noi tutti redattori del Nuovo Monitore Napoletano siamo vicinissimi all’avvocato Marotta e stiamo cercando di divulgare il suo J’accuse, che è anche il nostro, affinchè il mondo sappia quale tragedia per la cultura si sta consumando a Napoli, sotto gli occhi di tutti.

Non demordiamo. Ci stanno giungendo lettere di solidarietà e concrete proposte da persone che offrono possibilità di nuovi siti per accogliere la biblioteca dell’Istituto. Il sindaco Luigi de Magistris ha già messo a disposizione uno spazio di Palazzo Fuga (Albergo dei Poveri) per ospitare gli oltre trecentomila volumi.

Non può finire così. Con la cultura non si mangia, si vive!

 

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