La complessa condizione morale del'umanità di oggi

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Pubblicato Domenica, 05 Agosto 2012 11:48
Scritto da Nicola Terracciano
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Dopo le tragiche vicende della storia dell’umanità, che hanno prodotto, specialmente coi totalitarismi del Novecento (comunismo, fascismi vari, nazismo) oceani di sangue e fanatismi disumani fino ad Auschwitz, continuati dopo la seconda guerra mondiale fino ad oggi da generazioni immemori, vili, disumane, alla luce dei profondi approdi di riflessione, di conoscenza della filosofia, della storiografia, delle scienze sociali, in particolare dell’etnografia e dell’antropologia culturale, di fronte alle sconvolgenti, affascinanti, inquietanti scoperte scientifiche e tecnologiche, la situazione morale complessiva dell’umanità sembra configurarsi in questi tre scenari, per semplificare, avendo insieme sempre il senso che la complessità della realtà è sempre più profonda dell’argomentare:

I – Se dio con la sua cerchia è creduto ancora esistente, quelli che restano nella sua prigione mentale bruciano la loro brevissima vita  tragicamente da minorenni dal punto di vista emozionale, etico, intellettuale (quelli che Dante definisce come coloro che non furono mai vivi veramente, insieme ai qualunquisti, ai passivi, agli apatici), complici e strumenti comunque delle tragedie quotidiane della storia e in balìa dei potenti vari (clericali, politici, economici) e sostanzialmente infelici, specialmente nella componente femminile.

 

Dopo Auschwit e gli stermini fino ad oggi, un dio esistente offende ragione e coscienza morale, perché se fosse vivo o è impotente, il che contrasta con il suo concetto, o, se è onnipotente,  è disumano e malvagio di fronte alle tragedie della storia, il che è fuori della sua nozione, o, se fosse vero,  è da rigettare.

II – Se dio con la sua cerchia è morto, come deve morire, tutto è permesso e lecito a tutti i livelli (ateismo amorale, immorale).

III- Se dio e la sua cerchia è morto, come deve morire, non tutto è permesso e lecito (ateismo virtuoso).

Il primo scenario è quello di miliardi di uomini e di donne sparsi sul pianeta, chiusi tragicamente nelle prigioni mentali delle varie religioni, che negano, oltre la logica, anche le conoscenze scientifiche più accreditate, in modo particolare quelle dell’astronomia, coi suoi straordinari approdi.

La Terra è un  minuscolo granello di sabbia nell’infinito Universo, che è più grande di qualsiasi fervida immaginazione.

La Terra non è ‘centro di nulla’, trattandosi di un corpo celeste minimo, irrilevante a fronte di miliardi e miliardi e miliardi di corpi celesti.

Essa gira vorticosamente istante dopo istante (anche ora) intorno ad una stellina piccolissima, quasi irrilevante, il Sole, che gira vorticosamente su se stessa, in questa straordinaria, miracolosa giostra dell’Universo in movimento, tra miliardi e miliardi e miliardi di stelline e stelle più grandi, alla periferia di un braccio della nostra Galassia, che è uno degli infiniti ammassi di stelle e altri corpi celesti, quindi oltre ogni più fervida immaginazione.

In questo minuscolo granellino irrilevante e destinato a dissolversi tra qualche miliardo di anni, quando la stellina Sole si spegnerà e trascinerà nella dissoluzione-trasformazione tutti i pianeti e corpi che girano intorno ad esso, per una congiuntura casuale la Terra si è trovata e si trova ad una particolare distanza dal Sole da aver avuto condizioni favorevoli a far nascere la vita vegetale ed animale in milioni di forme continuamente evolutive, tra le quali una in particolare, quella umana, è approdata all’autocoscienza, che è una proprietà evolutiva e non un mistero incomprensibile.

In miliardi e miliardi di corpi celesti, che si sono trovati e si trovano alla stessa distanza della Terra dai loro Soli, dalle loro stelline, intorno alle quali girano, è assolutamente certo, già sul piano statistico, che si siano avuti stessi procedimenti evolutivi e quindi l’Universo è abitato non solo dalle nostre note specie vegetali e animali. Non siamo soli nell’infinito Universo.

Queste sono le accreditate, non discutibili, attuali conoscenza scientifiche astronomiche dell’umanità, sempre aperte a nuovi approfondimenti, come è statuto dell’umana ricerca, che sono radicalmente negate da tutte le religioni-prigioni mentali, ferme ad una concezione puerile, grossolana, falsa dell’Universo, facendo centro su una forza creatrice antropomorfo, dotata di volontà e di altre proprietà umane, che sono agli antipodi delle elementari verità astronomiche.

La puerilità dell’immaginazione religiosa mantiene miliardi di persone  nella dimensione minorenne intellettuale illogica, fantastica, superstiziosa,, quindi anche emozionale e morale, specialmente nella componente femminile, che più sostiene le religioni.

La puerilità della semplice fede credulona, e quasi sempre fanatica, è smentita poi dalle conquiste della storiografia e dell’etnografia, che fanno cogliere la varietà storica  immensa delle visioni religiose, tutte collegate e precisi problemi geografici, economici, culturali, politici.

Le religioni sono fenomeni storici culturali, sono pertanto varie, quindi nessuna dotata di statuto di verità assoluta, come le istituzioni sociali, politiche, economiche.

Possono essere riconosciute e tollerata solo come sagre e tradizioni, mai sul piano intellettuale ed etico, altrimenti si cade nella tragica puerilità o nel tragico fanatismo.

Quindi per una persona adulta e responsabile, la condizione più onesta e conseguente e coerente e gravida di crescita intellettuale e morale è l’ateismo, cioè l’assunzione onesta e coraggiosa delle conoscenze scientifiche che l’umanità ha accumulato con sforzi immani e inimmaginabili, con sacrifici fatti per l’ostracismo, la persecuzione e la morte anche ad opera dei fanatici delle religioni puerili (per i quali la gratitudine deve essere costante e onorata in Pantheon dell’Umanità, con ritualità laica quotidiana in tutti i paesi della Terra).

Giunti al doveroso ateismo, due vie morali si aprono:

I – poiché sono crollati giudici e comandamenti, si negano principi universali di responsabilità, di rispetto, di maggiore commozione verso la propria vita e quella degli altri, ed allora si assumono atteggiamenti amorali e immorali (tipo quelli ad es. dei libertini, di un De Sade, di nichilisti, di solipsisti, di egocentrici), affermando sé e strumentalizzando per sé tutto e tutti, nella consapevolezza che la vita è unica, vanno cercati solo la propria felicità, il proprio piacere, non vi sono immortalità, seconda vita, giudici, inferni e paradisi.

II – Anche se è doveroso ormai non credere più ad immortalità personali (rimanendo quella dell’essere parte dell’Infinito universo in infinita trasformazione, da vivi e da morti ), a seconde o più vite, a giudici antropomorfi, a inferni e paradisi nell’aldilà, essendo tutto ciò puerilità di bambini e bambine impauriti della vita, del dolore e della morte, anche se è doveroso perseguire la più piena, libera, estrema espansione della propria personalità nella direzione del destino personale che ognuno di noi porta in sé e coltiva ogni giorno giustamente, non vengono meno nello statuto della umana coscienza i riferimenti a norme universali di rispetto e di responsabilità, alle quali misurare le proprie azioni, sentite quelle norme non come esterne ed autoritarie, ma giacenti e operanti nel fondo della nostra intimità, quindi tali che, obbedendo ad esse, noi nel profondo obbediamo a noi stessi.

Questo è il grande ‘ateismo virtuoso’, che è stato conquistato e vissuto dalle anime più adulte e grandi dell’umanità e che vanno sempre più richiamate e onorate nella memoria collettiva e alle quali si deve se l’umanità, nel suo percorso quotidiano duro, doloroso, drammatico, ansimante, va avanti e permette alle generazioni di conservare i tesori di civiltà, che sono stati conquistati.